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Abbiamo provato il The Last of Us pezzotto per Switch: The Last Hope

Poteva andare peggio di così? Impossibile: The Last Hope è terribile come sembra quindi guardate questo video e non compratelo.

Abbiamo provato il The Last of Us pezzotto per Switch: The Last Hope
VIDEO di Raffaele Staccini   —   12/07/2023

Un The Last of Us esclusivo per Switch in offerta a soli 99 centesimi! L'affare del secolo, no? Ecco, no.

Seguiteci perché vi riassumiamo in brevi pillole di conati i 15 minuti di gameplay più terrificanti della nostra vita.

Partiamo dunque dall'inizio. Qualche giorno fa è arrivato su Nintendo Switch un nuovo gioco intitolato The Last Hope Dead Zone Survival: a giudicare dal materiale promozionale sembrava una sorta di spin-off di The Last of Us, ma esclusivo per Switch. Chiaramente un clone, ma che magari sfruttava la fama della saga PlayStation per mostrare le sue intrinseche qualità.

Incuriositi dalla copertina e dal prezzo di solo 1 euro abbiamo aperto la pagina dell'eshop e abbiamo deciso di dargli un'opportunità. D'altronde il prodotto di VG Games prometteva un'atmosfera coinvolgente arricchita da una grafica dettagliata, un sound design inquietante e una trama avvincente. Cosa mai poteva andare storto? Fiduciosi nel prossimo, lo abbiamo comprato senza battere ciglio.

Il gioco

La grafica è forse la parte migliore di The Last Hope
La grafica è forse la parte migliore di The Last Hope

Ora, il peso di soli 2,3GB avrebbe potuto farci venire qualche sospetto sull'effettiva affidabilità della descrizione, così come la qualità degli screenshot poteva rappresentare un flebile campanello d'allarme. Però dobbiamo ammetterlo. Non eravamo pronti a quello che ci aspettava una volta avviato il gioco.

Perché passi il menu senza opzioni. Passi la sinossi raccontata con muri di testo su immagini stock prese da google. Passino pure le 4 texture in croce che compongono ambienti e personaggi. Il problema di The Last Hope è che rappresenta davvero l'ultima speranza. L'ultima speranza, svanita, che il gioco riuscisse a essere divertente, fosse anche per una fisica sopra le righe o qualche bug esilarante. E invece il nulla.

Il momento più bello della nostra sessione a The Last hope: lasciarci mettere K.O. e smettere di giocare
Il momento più bello della nostra sessione a The Last hope: lasciarci mettere K.O. e smettere di giocare

L'ambientazione è ovviamente un mondo post-apocalittico mescolato in modo oltremodo contorto a degli incauti viaggi del tempo che hanno portato il protagonista ad affrontare degli zombi. Degni di nota i protagonisti. L'eroe è generico ma diverso nelle fattezze da Joel, mentre la controparte di "Ellie" è praticamente identica, con anche lo stesso colore della maglia. Ci verrebbe da dire che anche il livello dei pattern che la controllano sia lo stesso del gioco Naughty Dog, ma purtroppo anche qui il team di sviluppo è riuscito a fare peggio dello studio di Santa Monica. E pensare che almeno in questo aspetto potevano ambire ad avvicinarsi al modello.

L’orrore

Gli zombi di The Last Hope hanno l'agilità di un tricheco mummificato
Gli zombi di The Last Hope hanno l'agilità di un tricheco mummificato

Pad alla mano non c'è davvero nulla che funzioni. Le animazioni sono grezze, il sistema di gestione dell'energia tramite il cibo permette di assestare un paio di colpi prima di rimanere totalmente incapaci anche solo di agitare i pugni, i movimenti degli zombi sono lenti e attivati solo entro un raggio di distanza, la consistenza delle collissioni è inesistente, gli oggetti fluttuano, i caricamenti sono eterni, il sound design è penoso... Insomma, quanti caratteri ancora dobbiamo scrivere per convincervi a non giocare questa oscenità?

Davvero, non fatelo. Noi lo abbiamo provato per voi. Ci siamo sacrificati per evitare che voi commetteste il nostro stesso errore.

Sappiamo però che qualcuno di voi non ci ascolterà. D'altronde non lo fate mai. E allora andate, seguite la vostra ribellione adolescenziale, giocate a The Last Hope e poi venite a raccontarci nei commenti la vostra esperienza. Diteci anche come va a finire la storia, perché noi di certo non avremo il coraggio di giocare un secondo di più.

Alla prossima. Se riusciremo mai a superare il trauma e tornare ad avviare un videogioco con la stessa passione di prima.

PS: Il dottore dice che qualche mi piace al video e tante iscrizioni al canale potrebbero aiutare, chissà se è così.