EA
Finalmente grazie ad EA la saga della famiglia mafiosa più famosa del mondo approda sui nostri schermi! Il Padrino – il videogioco, vede presenti tutti i personaggi della storia, da Marlon Brando a Robert Duvall, fatta eccezione di Al Pacino (che ha fornito lo sfruttamento della sua immagine per Scarface).
Per l’occasione questi sarà “sostituito” dal nostro alter-ego, un delinquentello che dovrà farsi strada all’interno della famiglia Corleone. Sarà possibile creare il personaggio come più ci aggrada, scegliendone i tratti somatici e l’abbigliamento (volendo quindi potremmo creare il nosto Al) e la storia si potrà affrontare scegliendo se fare ricorso alla violenza o alla contrattazione. I programmatori di EA hanno cercato di evitare un semplice tie-in del film, sforzandosi di raccontare gli eventi precedenti a quanto visto nella prima pellicola, ampliando i rapporti e le storie dei vari protagonisti. Sicuramente un titolo di grande impatto, con una storia di sottofondo dalle enormi potenzialità!
Dopo la rottura tra Vivendi e Valve, quest’ultima ha firmato un accordo con EA per la distribuzione di certi titoli nei negozi, a partire dalla futura espansione di Half-Life 2: Aftermath (ora Episode One). Ad aprile potremmo finalmente tornare nei panni di Gordon Freeman, a quasi un anno e mezzo dall’ultima volta. Half-Life è stato uno di quei giochi in cui conta più la storia di ciò che ci circonda, che la propria, infatti di Gordon non se ne viene a sapere poi tanto. Noi vediamo dai suoi occhi, ma non vedremo mai il protagonista in qualche cut-scene o flashback. Tutto si svolge in prima persona, lasciando così certe cose all’immaginazione. Sicuramente Valve ha saputo creare due mondi di gioco completamente immersivi, in cui viene lasciato poco spazio all’approfondimento del passato del personaggio, ma ne viene fatta vivere la sua storia contemporanea. E dopo questa, tutti vogliono sapere come è andata a finire, non come è cominciata! Sotto questo aspetto, un centro pieno!
“Non esiste cattivo più cattivo di un buono quando diventa cattivo!” – Bud Spencer
Diciamo la verità, i buoni non sono mai piaciuti veramente a nessuno; salvo per le volte in cui i cosiddetti difensori del bene, si sporcano le mani.
Guardando nell’immaginario collettivo, vediamo che la letteratura, il cinema e i videogiochi in generale, hanno sempre avuto un occhio di riguardo per le “canaglie”, proponendoci centinaia (forse migliaia) di personaggi che con i valori di legalità e onestà hanno poco a che fare. Il perché di tutto questo è ovvio: non sono i buoni a vincere, ma i furbi e i disonesti, che ricorrendo a trucchi di ogni tipo, riescono sempre a mettere nel sacco i loro nemici.
Il termine che meglio rappresenta questa categoria di furbastri è sicuramente “Antieroe”. Codesto elemento è di solito un uomo/donna che ha un comportamento amorale, delle questioni in sospeso con la legge o uno o più obiettivi che nella propria distorta visione, gli consentono di infrangere ogni regola pur di essere raggiunti. Ovviamente anche qui bisogna fare delle distinzioni, per non confondere l’adorabile canaglia con i veri cattivoni, quelli che tutti alla fine vogliono vedere morti, ma che a volte la passano liscia, riuscendo a trionfare sul nostro beniamino.
Questo perché possiamo dividere i “buoni” a seconda del “livello di moralità”. Se ci fate caso, i buoni nel vero senso del termine, sono una massa di odiosi, perfetti esseri che, nel loro perbenismo idiota, di solito trionfano solo sulle questioni mediocri della vita, perdendo miseramente quelle più importanti. A chi non ha mai dato fastidio vedere gli “eroi” fasulli ad esempio quegli incapaci dei Power Rangers, tanto bravi a vincere contro dei cattivi sfigati? O ancora il maledetto “Road Runner” che col suo fastidioso “Bip!Bip!” ci faceva pregare di vederlo fatto arrosto dal povero coyote? E quelle insopportabili coppiette di Calendarmen e serie analoghe? Tutti facevano il tifo per la Principessa Lunedì e compari… poi è da sottolineare che questi perfettini vincono sempre senza mai sporcarsi le mani, magari grazie a incidenti di percorso o eventi accidentali che sconfiggono i cattivi. Nella realtà è ben diverso! Insomma in assoluto gli esempi più irritanti e meno veritieri che esistano.
“Non esiste cattivo più cattivo di un buono quando diventa cattivo!” – Bud Spencer
Per questo la figura dei buoni nel vero senso della parola è da evitare; perciò passiamo agli eroi: questi sono affascinanti individui dalla parte del bene, e lottano strenuamente per difenderlo. Sono leali, coraggiosi ed onesti, ma ciò non toglie che puniscono i cattivi, a volte in modo peggiore di quanto ci si può aspettare. Di solito i guerrieri rientrano nella categoria e sono le battaglie che affrontano a renderli tali, siano esse legali o all’arma bianca. Sicuramente la classe più idolatrata, che però mette in risalto le incredibili doti di costoro e li fa sentire irraggiungibili.
“Non esiste cattivo più cattivo di un buono quando diventa cattivo!” – Bud Spencer
Ma la figura che più di tutte affascina è l’antieroe. Questi gioca sporco, usa mezzi sleali, pensa al suo tornaconto, ma ha una coscienza che a volte lo tormenta. Nelle storie offerte da cinema e letteratura l’antieroe fa delle scelte che lo porteranno in una direzione stabilita dagli autori, unica e non modificabile, mentre nei videogiochi il discorso si fa molto più intricato: veniamo calati nei panni di una figura che agisce in base alle nostre azioni, e sta a noi comportarci di conseguenza.
Negli ultimi anni c’è stato un proliferare di titoli aventi per protagonisti figure ambigue, spesso facenti parte di schiere di assassini, ladri, mafiosi, galeotti e pazzi omicidi, fornendo ai benpensanti tutti i pretesti possibili per incolpare i videogiochi di istigazione a delinquere. La verità è che il target si è alzato, comprende persone di tutte le età, e per questo si offrono prodotti di diverso tipo, come fanno tutti gli altri media per le varie categorie di consumatori. Ma non vogliamo affrontare l’ennesima questione sulla violenza nei giochi, piuttosto cercare di chiarire le figure chiave che andremo ad impersonare e il fascino “letale” che le circonda.
“La compassione è il vizio dei deboli!” – Boba Fett
Quante volte negli sparatutto o nei giochi che godono di libertà d’azione, veniamo sottoposti al rischio o peggio alla scelta di uccidere innocenti? Guardando ai titoli più blasonati degli ultimi anni troviamo come questa decisione non danneggi più di tanto il giocatore, anzi alcune volte la cosa può apparire divertente da un perverso punto di vista: chi non ha mai falciato qualche decina di passanti a GTA? O stanco di agire in modalità stealth, ha usato l’agente 47 per compiere delle stragi? Di certo non ha subito grossi danni nel punteggio, però poteva decidere diversamente. Ovviamente questa scelta è solo in parte permessa, in quanto in giochi come Hitman (in cui si utilizza un killer) almeno l’obiettivo della missione va ucciso, su questo non ci piove. Viceversa, in Metal Gear Solid 2 era possibile finire il gioco senza uccidere nessuno, ma quanti l’hanno fatto?
In soldoni, la figura ideale per questi titoli è qualcuno che si possa sporcare le mani, che giochi “sporco” senza problemi, magari però offrendo una complessità caratteriale che vada oltre la superficiale visione di un Tommy Vercetti di GTA. Esempi di personaggi riusciti sotto quest’aspetto ce ne sono a bizzeffe, citarli tutti è impossibile.
Vi è però il caso di protagonisti principalmente positivi, che vengono trasformati in figure ambigue: basti vedere il recente Prince of Persia o il futuro Sam Fisher, passando per la trasformazione del principe Arthas di Warcraft 3 ad Anakin Skywalker. Semplici esigenze di gameplay o piuttosto trend di mercato? Da un lato è vero che l’introduzione di certe figure ha creato interessanti strutture di gioco, spesso sfociando nel successo, ma è anche vero che il voler proporre i cattivi a tutti i costi (peggio ancora trasformare i buoni nelle loro nemesi) può rovinare l’immagine del protagonista, rendendolo perfino antipatico. E’ il continuo caso del wrestling, in cui i lottatori del bene passano a volte sull’altra sponda e viceversa diventando odiatissimi o al contrario molto amati. Ma dopotutto, non erano i buoni a dare fastidio? Forse il fatto che persino il simbolo dei giochi “sicuri” della Nintendo, quel Super Mario che in certi paesi è più famoso di Topolino, ha la sua controparte malvagia (Wario) porta a pensare che “in passato il male si sarebbe combattuto con il bene, ma in tempi come questi il male si combatte con un’altra forma di male!” (citazione dalle Cronache di Riddick). E allora ecco gli antieroi, che con i loro modi spicci ed estremi ci permettono di sconfiggere i veri malvagi senza preoccuparci della nostra coscienza. [C]
[/C] La prossima stagione si preannuncia colma di titoli che ci propongono di impersonare i panni di antieroi più o meno cattivi, alcuni dei quali arrivano direttamente da pellicole di successo. Le software house stanno investendo grossi capitali per riprodurre fedelmente personaggi e ambientazioni di taluni film, ed è lecito quindi aspettarsi dei blockbuster di pregiata fattura. Fortunatamente non solo tie-in ma anche il ritorno di personaggi più o meno amati, che dovrebbe permettere nuovi approfondimenti psicologici e retroscena della vita di questi. Aspettatevi poi anche una serie di antieroi nuovi di zecca, pronti a coinvolgervi nelle loro vite disastrate! Nelle pagine seguenti abbiamo optato per una descrizione dei personaggi più “antieroici” e meglio riusciti delle software house, e dell’eredità che ne consegue per il futuro, incluse alcune new entry che potrebbero prepotentemente farsi strada tra gli appassionati. Per comodità abbiamo diviso l’elenco per publisher, elencando i volti vecchi e nuovi di questa sempre discussa categoria. Non sono stati inseriti titoli con uscita troppo lontana, per mettere in risalto i protagonisti che vedremo a breve (e non sono pochi), per gli altri c’è sempre tempo…
Take 2 / Rockstar
Partiamo subito con la casa creatrice della saga più discussa della storia: GTA. Tralasciando le polemiche, i titoli Rockstar sono stati i primi a sposare pienamente l’ambiente della delinquenza, offrendoci però dei protagonisti privi di un background solido a livello storico e mentale, che la maggior parte delle volte fanno porre al giocatore la domanda: ”sto usando un pazzo o un genio criminale?” Tralasciando l’anonimo ladruncolo di GTA III, non si può certo dire che Tommy Vercetti o CJ brillino per una complessità caratteriale. Ultimamente invece sembra che la casa stia ponendo maggior impegno per dare ai giocatori degli alter-ego più sviluppati, un esempio su tutti “The Warriors”, in cui si ha per protagonista una banda intera e viene raccontata la vicenda a partire da un mese prima di quanto visto nell'omonimo film. In arrivo poi ci sono l’ennesimo capitolo di GTA (che pare ri-ambientarsi in Europa, ma poco ci è dato sapere, se non che potrebbe rivoluzionare la serie) e l’interessante “Bully”, gioco in cui si utilizzerà un giovane teppista scolastico, coinvolto in risse e pestaggi vari, per arrivare ad essere il capo della scuola!
Take 2 / Rockstar
Take 2 ha poi accolto sotto la loro ala protettiva i Remedy, creatori del più carismatico e tormentato antieroe degli ultimi anni: Max Payne! Poliziotto sotto copertura, che vede morire la famiglia e tutti quelli che sono a contatto con lui. Max rappresenta sicuramente l’immagine dell’antieroe moderno: duro, spietato, in lotta con i suoi demoni interiori. Un successo unico, anche grazie ad una serie di elementi vincenti che hanno saputo elevare il personaggio come pochi altri: storia approfondita e drammatica (raccontata con uno stile da fumetto molto particolare), citazioni cinematografiche, grafica fotorealistica e introduzione del Bullet time, il rallentamento del tempo che ormai viene copiato da tutti…(bisogna dire che più che da Matrix, i Remedy trassero ispirazione dalle opere di John Woo, film d’azione iper-realistici pieni di sparatorie al rallentatore). Dopo un degno seguito, per il momento non è prevista una continuazione, ma l’eredità di Payne viene lasciata ad un nuovo, tormentato protagonista: Alan Wake. Scrittore di romanzi horror in crisi, Alan si ritroverà coinvolto nei misteri di una cittadina alla Twin Peaks (e questo è già di buon auspicio), e i Remedy promettono trama e coinvolgimento unici! Vedremo se sarà un degno successore del povero Max.
Vivendi
Se EA si è accaparrata i diritti per lo sfruttamento del Padrino, Vivendi non è stata da meno, pagando Al Pacino per avere il suo volto nella trasposizione videoludica di Scarface, una delle pellicole meglio interpretate dal grande Al. Tony Montana è sicuramente una figura dal grande impatto emotivo: violento e cattivo, ma dotato di un fondo di umanità. E la novità assoluta è che la storia comincia dalla fine del film, offrendo un’affascinante visione alternativa del dopo-finale (non diciamo altro per evitare spoiler a chi non ha ancora visto questo capolavoro), in un ambientazione anni ’80 che vedrà il giocatore impegnato a ricostruire l’impero decaduto del criminale cubano più famoso del cinema. In sostanza un anti-GTA, che promette delle interessanti novità a livello di gameplay, e che si basa su una storia ed un protagonista interessantissimi!
Vivendi
Di recente, un'altra ottima licenza cinematografica era finita nelle mani di Vivendi, quella di Chronicles of Riddick, basata sulle gesta del criminale interplanetario interpretato da Vin Diesel. Ennesimo personaggio dotato di un carisma senza pari, Richard B. Riddick è un altro antieroe che ha fatto centro: grosso, cattivo quanto basta, ma sotto sotto dotato di una coscienza. Una buona interpretazione di Diesel, che ha saputo dare vita ad un protagonista non solo muscoli e niente cervello, ma anzi, un sopravvissuto incattivito ma capace di dare un aiuto quando serve. L’anno scorso il gioco ad esso dedicato “The Chronicles of Riddick: Escape from Butcher’s Bay” si è rivelato un vero successo in ambito PC e Xbox, visto che oltre ad avere grande grafica e giocabilità, racconta la storia di Riddick prima di quanto visto nei due film, regalandoci dei succosi retroscena della vita di questi (ad esempio come ha ricevuto lo sguardo notturno!). Vin Diesel (co-fondatore di Tigon Games, che ha programmato il titolo) ha parlato di un ritorno videoludico dell’antieroe ma per il momento non si hanno notizie precise. Speriamo bene!
Ubisoft
Anche in casa Ubisoft è previsto il ritorno di un altro grande (anti)eroe: Sam Fisher, lo Splinter Cell di turno, arriverà nei prossimi mesi nella sua quarta reincarnazione, che promette di essere qualcosa di sconvolgente. Fisher è un soldato particolare, addestrato per affrontare missioni impossibili per salvare il paese dalle minacce terroristiche. Fa il suo dovere “a costo di uccidere pochi per la salvezza di molti”. Già dal terzo capitolo si intravedeva un cambiamento nella psicologia del soldato, che diventava più aggressivo nelle sue azioni, ma per il quarto si preannunciano grandi tragedie. Il titolo non a caso è sottotitolato “Double Agent”, infatti il gioco vedrà Sam finire in galera per agganciare dei malavitosi, giocando sporco per sopravvivere e per sconfiggere i nemici. Questo è un chiaro segno di come Ubisoft (ma anche gli altri publisher) stia puntando su personaggi maggiormente incattiviti, operando delle trasformazioni caratteriali perché sono i “più arrabbiati” ad attirare il pubblico. E’ stato anche il caso di Prince of Persia, tornato alla ribalta con “Le Sabbie del Tempo”. Dapprima un principe eroe, che però nei due capitoli successivi (Spirito Guerriero e I Due Troni) si trasforma in un personaggio molto più dark, fino ad assumere una doppia personalità poco benevola. Di certo una scelta azzeccata (fatta soprattutto per rinfrescare il gameplay) che comunque fa a pugni col protagonista proposto inizialmente in “Le Sabbie del Tempo”. Per il momento la trilogia si ferma qui, ma non ci sarebbe da stupirsi se all’E3 saltasse fuori qualcosa di nuovo…
Atari
Tra le file di Atari, si annovera la serie di Driver, che ha posto le basi per giochi come GTA. Dopo l’ultimo capitolo purtroppo mal riuscito, i Reflections sono usciti con la quarta puntata, che pare aver fatto tesoro degli errori commessi. Se nei primi tre capitoli impersonavamo Tanner, poliziotto sotto copertura che si infiltrava nell’ambiente della malavita automobilistica (e paradossalmente, era costretto a infrangere la legge per catturare i criminali) stavolta si cambia protagonista: TK, ragazzo di campagna che andrà a New York in cerca di fortuna. Caratteristica principale della trama è che questa prevede due ambientazioni: 1978 e 2006, quindi si comincerà poco prima del 1980 per poi ritrovarsi ai giorni nostri, in cui TK uscirà di galera in cerca di chi lo ha tradito. Si può notare come anche qui si è passati dall’usare un poliziotto ad un criminale. Quando le idee scarseggiano si può sempre varcare la soglia no?
Altra new entry è Mark Ecko, “artista” realmente esistente e game designer di Getting Up: Contents Under Pressure. Immerso in una città fittizia, il giocatore dovrà dedicarsi all’arte dei graffiti affrontando bande rivali e poliziotti, facendo uso di bombolette spray e di svariate tecniche di combattimento. Il titolo ha già scatenato l’ira di alcuni politici, dicendo che istiga a deturpare gli ambienti urbani. Tralasciando la questione morale ecco l’ennesimo protagonista che dovrà farsi avanti a suon di pugni per diventare famoso.
Activision
Ovviamente neppure Activision poteva evitare di avere tra le sue file qualche antieroe. E’ da poco uscito il secondo capitolo della saga di True Crime, che eoni fa era nata col titolo provvisorio di “good cop, bad cop”. Caratteristica principale, la possibilità di agire sia nella legalità (arrestando i criminali e limitando i morti), che con l’abuso di potere, facendo così evolvere la trama a seconda delle proprie azioni. Questa possibilità permette quindi di essere corretti o meno e si presenta anche nel seguito. Da notare che il protagonista è cambiato, diventando un poliziotto di colore, Marcus Reed, che incredibilmente prima di diventare uno sbirro era un criminale(!!!). Non si sfugge al Mass-Market…
Oltre a True Crime, di recente Activision ci ha permesso di interpretare un altro atipico personaggio, Colton White, protagonista di “Gun”. Stavolta saremo nel vecchio west, coinvolti in una trama ben sviluppata, comprendente tutti i clichè del genere, e dotata di una serie di “attori” ben costruiti, penalizzati però in molti casi da un linguaggio volgare e da una violenza praticamente gratuita. Per il resto il titolo offre un protagonista perfettamente in linea con i duri cowboy che il cinema ci ha fatto conoscere, riuscendo così nell’intento di dare qualcosa di più delle semplici sparatorie. Nonostante non sia confermato ufficialmente, è quasi sicuro che vedremo un “Gun 2” nel prossimo futuro. [C]
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“Io voglio il mondo!” – Tony Montana
E stavolta potremmo dirlo noi, quando guideremo il nostro Al Pacino virtuale nella Miami degli anni ’80. Tirando le somme bisogna dire che sono gli antieroi i veri “eroi” dei nostri anni, figure che hanno portato alla creazione di nuovi tipi di gameplay, permettendoci così di impersonare individui che nella realtà magari disprezzeremmo o dai quali ci terremmo lontani. Sicuramente un punto sul quale riflettere, che porta a pensare che sono i cattivi i veri vincitori…
Eidos
Codesta software house, tiene nelle sue mani ben tre brand di successo: Tomb Raider, Hitman e Thief. Anche qui i protagonisti degli ononimi giochi sono persone molto “particolari”: una archeologa poco ortodossa, un killer e infine un ladro. Di certo si può dire come queste figure hanno offerto nuovi ed affascinanti modi di giocare e la possibilità di vedere le cose da un punto di vista moralmente discutibile. Lara Croft è Indiana Jones al femminile, ed è stata la prima vera donna protagonista di un videogioco che ha generato molte altre pulzelle “d’assalto” e il concept di base che “avere le tette” fa vendere. Di certo non è stata creata per essere un personaggio complesso, quanto piuttosto per essere sexy ma comunque forte. E’ appena arrivato l’ennesimo seguito delle sue avventure, “Tomb Raider: Legend”, che offre una storia piuttosto intrigante ed una grafica decisamente discreta, anche se nulla che faccia gridare al miracolo.
Ed ora bisogna spendere un po’ di parole sul vero antieroe di casa Eidos: Hitman. L’agente 47, un clone creato per essere un killer perfetto, vanta un background di vere innovazioni nel campo dei giochi stealth: dall’introduzione dell’occultamento dei corpi agli omicidi silenziosi (che premiano la discrezione); il tutto con un margine di libertà eccezionale (tanto è vero che si possono eseguire gli incarichi come meglio si crede, volendo anche sparando a tutti!). Il pelato individuo scatenò una vera bufera nei media, venendo bollato come il gioco che “ti insegna a uccidere tuo padre” per via dell’ultimo omicidio, in cui si faceva fuori il proprio creatore (anche se parlare di padre fu un’esagerazione). Come al solito fu la disinformazione a farla da padrone, ma si sa che più un titolo fa scalpore, maggiore è l’interesse del pubblico. Purtroppo non è che la trama sviluppasse molto i dettagli sulla vita di 47, e lo stesso discorso è valso per i due seguiti (buono il secondo, deludente il terzo). Un personaggio del genere merita una storia più articolata, che pare sarà il cardine del nuovo, immenente capitolo: i programmatori hanno poi aggiunto un sistema di “notorietà”, che in base alla discrezione ci renderà più o meno riconoscibili dai nemici e la possibilità di investire i soldi nelle armi che più ci gustano. Aspettiamo fiduciosi.
Per ultimo abbiamo lasciato Garret, il mitico ladro medioevale: protagonista di tre titoli che hanno offerto un background storico più che approfondito, che ha reso il mondo medieval-tecnologico in cui si svolge, incredibilmente immersivo. Anche qui le introduzioni fatte dal primo capitolo restano dei must-entry nel campo stealth, soprattutto per il fattore audio: per la prima volta infatti il rumore poteva farci scoprire o mettere in allarme qualcuno! L’ultimo gioco uscito ha risentito leggermente dell’influenza del mass-market, ma è sicuramente uno dei capolavori di fine 2004. Anche qui si può notare come l’uso di una figura poco ortodossa ha portato a nuovi stili di gioco, regalandoci con successo l’emozione di fare “colpi” alla Diabolik. Sfortunatamente per ora non è previsto un nuovo seguito (in quanto le due case creatrici dei giochi precedenti sono entrambe fallite) ma si sa, certi tipi prima o poi ritornano…