La prima domanda che viene da porsi riguarda la bontà della strada intrapresa
Un manipolo di uomini che recitano da eroi
Commandos Strike Force è ambientato nella Seconda Guerra Mondiale e ci metterà nei panni di un gruppo di elite che porta il nome del titolo del gioco. Ovviamente non c’è bisogno nemmeno di specificare che ci troveremo a guidare i migliori soldati dell’esercito americano, capaci di uscire indenni da qualsiasi situazione senza rovinarsi mai la pettinatura.
Ma veniamo a noi. Dicevamo che qualcosa dei vecchi Commandos è rimasta, pur se trasfigurata, anche all’interno di questo spin off. In primo luogo i Pyro hanno tentato di ricreare la necessità di cooperazione che è sempre stata una delle carte vincenti della serie. Così ci troveremo a guidare tre personaggi nettamente differenti tra di loro: un Berretto Verde (avvezzo all’uso delle armi da fuoco, capace di resistere a più colpi rispetto agli altri e decisamente insostituibile nei conflitti a fuoco), un cecchino (il nome dice tutto, spegne sigarette da centinaia di metri di distanza, ma è anche molto abile nel lancio dei coltelli, che sono ottimi per uccidere senza fare rumore) e una spia (il “raffinato” del gruppo, ha in dotazione una pistola con silenziatore, ma ama alla follia utilizzare la garrotta ed è l’unico in grado di travestirsi per infiltrarsi nelle file nemiche senza dare nell’occhio).
Ogni personaggio imporrà il suo stile all’azione, facendo variare il gameplay (le missioni sono disegnate apposta per permettere di sfruttare al meglio le loro caratteristiche), nonostante con i primi due sia evidente un approccio più arcade (sostanzialmente da FPS) mentre con il terzo occorrerà muoversi furtivamente e usare maggiormente il cervello (chi ha detto stealth? Bravi, avete vinto una cena con Pierpaolo pagata da lui) per riuscire ad uscire indenni dalle missioni. In molte occasioni vi capiterà di dover utilizzare più personaggi alla volta (non contemporaneamente, ovviamente), personaggi che saranno selezionabili con la semplice pressione di un tasto; anche se, a dire il vero, nelle missioni provate, solo in una è stato utile (non essenziale) alternarli. Nelle altre siamo riusciti ad andare avanti senza problemi con un singolo uomo.
Si entra in gioco, si ricevono gli obiettivi (generalmente una riga di testo) e si parte all’avventura.
Quando la natura chiama…
Che Commandos Strike Force sia un prodotto prettamente orientato verso l’azione è chiaro sin dal menù: avviando le varie missioni non si ha uno straccio di briefing, nessuna pianificazione, niente di niente. Si entra in gioco, si ricevono gli obiettivi (generalmente una riga di testo) e si parte all’avventura. Per aiutarci nell’orientamento avremo a disposizione un radar posizionato nella parte in basso a destra dello schermo. Questo contiene informazioni essenziali sulla situazione del campo di battaglia intorno a noi: i nemici sono rappresentati da delle frecce di vario colore (verdi se non sospettano della nostra presenza, gialle se sospettano qualcosa, rosse se sono coscienti della minaccia e ci danno la caccia per ammazzarci), gli obiettivi da delle stelle e… basta.
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[/C] Entrati in gioco le impressioni iniziali si rafforzano, il sistema di controllo è mutuato direttamente da titoli come F.E.A.R. e soci; le azioni eseguibili, seppur simili a quelle che si potevano realizzare nei tre Commandos strategici, sono limitate (soprattutto per il Berretto Verde ed il Cecchino) e, sostanzialmente, una bella raffica di mitra o un colpo di fucile piantato in testa, risolvono la maggior parte dei problemi incontrabili durante le missioni.
Sparare o soffocare? Atroce dilemma
Il personaggio più interessante da utilizzare è sicuramente la spia (almeno per il gusto di chi scrive) visto che consente un approccio più meditato all’azione e offre complessivamente più varietà. Così, mentre il Berretto Verde e il Cecchino possono solo sparare e affrontare il nemico a viso aperto (la cosa vale in modo meno marcato per il cecchino che, ovviamente, è più utile quando trova una postazione con una buona visibilità del campo di battaglia), la spia può travestirsi da nazista (ci sono tre livelli di travestimento: soldato semplice, sottufficiale e ufficiale).
Il travestimento migliore è quello da ufficiale che rende irriconoscibili dai gradi inferiori, mentre il peggiore è quello da soldato semplice che non permette di passare inosservati nemmeno dagli altri soldati dello stesso livello), può utilizzare granate velenose (i cui effetti nefasti sono annullabili indossando una maschera antigas), può distrarre i nemici con una monetina e, come ultima risorsa, può uccidere utilizzando una pistola silenziata (può raccogliere anche altre armi, in verità, ma non ha senso farlo).
È proprio utilizzando la spia che emergono alcuni evidenti problemi (problemi che si spera vengano risolti nella versione definitiva): il primo, e maggiore, riguarda l’intelligenza artificiale dei personaggi guidati dalla CPU; sia gli alleati (in alcune missioni capiterà di avere con sè una squadra a cui, comunque, non potranno essere imapartiti ordini), sia i nemici, sono, complessivamente, veramente stupidi. Il loro campo visivo è ad esempio estremamente limitato; ci è capitato più volte di riuscire a soffocare un nemico davanti a un paio di guardie naziste che, pur vedendoci distintamente, non si sono mosse di un millimetro perché fuori dal campo visivo utile all’individuazione (rappresentato dal cerchio del radar). In altri casi, pur se scoperti, è bastato correre togliendosi di mezzo e aspettare qualche secondo per far tornare la situazione tranquilla e far riprendere ai nemici il loro giro di ronda come se nulla fosse accaduto.
Non parliamo poi dei cadaveri che, probabilmente, sono invisibili visto che non li nota praticamente nessuno (sempre lo stesso problema del campo visivo illustrato sopra) e che, dopo pochi secondi, scompaiono nel nulla. La spia, ovviamente, accentua un problema evidente anche utilizzando gli altri personaggi: vedere nazisti e alleati che, in uno scontro a fuoco, se ne stanno allegramente in campo aperto mentre decine di coperture rimangono inutilizzate, fa un po’ ridere. Così come vedere nemici e amici che attaccano a testa bassa senza pianificare un singolo movimento, e trovarsi improvvisamente davanti al fucile la testa di un alleato che, non si sa per quale motivo, ha scelto proprio quel posto per piazzarsi e sparare (il risultato è che, al 90%, si becca una pallottola nel cranio), può far venire nel cuore il desiderio che qualcuno sistemi immediatamente gli script che muovono questi soldati intelligenti come le Lecciso.
qualcuno sistemi immediatamente gli script che muovono questi soldati intelligenti come le Lecciso
Tecnicamente parlando
Dal punto di vista tecnico Commandos Strike Force si segnala per molti bassi e qualche alto che possono essere ben illustrati utilizzando le immagini a corredo dell’articolo (o guardando il filmato linkato sotto e realizzato in presa diretta da Multiplayer.it). Dovreste infatti vedere, da qualche parte, uno splendido barile ottagonale (fa tanto Enter The Matrix) che su PC (ma anche su console, se è per questo) fa abbastanza male allo stomaco. Per il resto il lavoro svolto da Pyro sembra solo discreto e, soprattutto per la versione PC, si spera che vengano aumentati i dettagli degli oggetti e delle texture, così come quelli dei modelli poligonali umani che sono piuttosto spigolosi.
Per finire eccovi il link del filmato esclusivo di Multiplayer.it in cui vengono mostrate alcune sequenze (tratte dalla stessa missione e riguardanti tutti e tre i personaggi) per un totale di 6 minuti di gameplay:
Dov’è il mio cursore?
Pur mantenendo la parola “Commandos” nel nome, pur essendo sviluppato dagli stessi che ci hanno regalato i tre episodi della serie strategica capolavoro entrata nel cuore di tanti fan (i Pyro Studios, per chi non li conoscesse), pur avendo mantenuto alcuni elementi della succitata serie, questo Commandos Strike Force è una svolta netta ed evidente rispetto ai canoni a cui eravamo abituati. La prima domanda che viene da porsi riguarda la bontà della strada intrapresa (domanda a cui comunque, solo la recensione darà una risposta definitiva).
Guardando qualche screenshot vi sarete resi conto che della vecchia impostazione di gioco non è rimasto quasi niente. Commandos Strike Force è un vero e proprio FPS con qualche elemento stealth e la necessità di elaborare quel tanto di tattica che basta per non trovarsi circondati da decine di tedeschi (persone piuttosto irascibili) armati fino ai denti e pronti a rovinarci la digestione. La versione preview del gioco a nostra disposizione ci ha permesso di provare qualche livello di questo atteso prodotto (versione PC). Eccovi le prime, approfondite, impressioni riguardo quello che abbiamo visto.