Completezza e accuratezza
Partiamo dal database (e sfoderiamo la prima persona plurale di rito… che credevate? Che avrei scritto tutto l’articolo in prima persona singolare? Illusi… noi redattori utilizziamo il plurale majestatis come facevano i papi e i sovrani e come fa oggi il mago Othelma). Mai visto un lavoro così esaustivo. Anche se abbiamo avuto modo di provare solo una versione preview del gioco, non abbiamo potuto fare a meno di rimanere sbigottiti davanti alla mole di dati che sono stati inseriti all’interno del prodotto. Qualcosa di veramente enciclopedico. Vabbé, potrà pensare qualcuno, non è che i giochi si acquistano per il database che contengono. Non vi sta bene mai nulla, diciamo noi. Ovviamente c’è anche il gioco vero e proprio, che sfrutta tutti questi dati rendendoli parte attiva del gameplay!
In effetti, uno dei dubbi maggiori riguardanti la produzione, è quello inerente a come saranno stati simulati tutti i vari veicoli presenti. Mirare in alto può portare a grosse cadute e voler simulare nello stesso ambiente navi, sottomarini, aerei, elicotteri e chi più ne ha più ne metta, può sembrare un’ambizione troppo grande che potrebbe risolversi in qualcosa di sciapo incapace di soddisfare chiunque. Insomma, controllare una fregata da cui far partire un elicottero e gestire il cambio in tempo reale può rivelarsi un’esperienza impareggiabile se ben gestita, ma anche un’esperienza da dimenticare se qualcosa va storto. Fortunatamente, sembra che Dangerous Waters sia un’esperienza del primo tipo (per quelle del terzo, se volete, facciamo mettere online un filmato del Rubbini appena sveglio che striscia verso il suo bagno Newyorkese), almeno stando alle prove preliminari fatte con il gioco e ai commenti di chi, oltreoceano, ha provato la versione definitiva. Potrete così controllare all’interno di vasti scenari di guerra la Fregata Oliver Hazard, il sottomarino SSN 688(I) o il Seawolf SSN 21, stando dalla parte degli americani, mentre, stando dalla parte dei russi, potrete guidare il Kilo o l’Akula, tanto per fare dei nomi che gli appassionati conosceranno sicuramente.
Il problema principale di questo genere di giochi è la difficoltà che si prova ad entrare appieno nelle loro meccaniche. Non è facile in effetti, riuscire subito a capire cosa fare e come muoversi fra i moltissimi comandi disponibili. Per venire incontro ai novizi è stato aggiunto un lungo video tutorial che spiega nel dettaglio cosa bisogna fare per riuscire a guidare al meglio i vari veicoli (il video dura circa un’ora… immaginate quanto complessa possa essere questa simulazione). Se questo non bastasse, il manuale (che al momento non sappiamo se verrà tradotto in italiano e se sarà cartaceo o solo in versione elettronica) è composto di circa 500 pagine piene di dettagli e di spiegazioni minuziose. Certo, la sua mole spaventerà più di un giocatore (soprattutto quelli abituati a non considerare nemmeno come reale l’esistenza dell’oggetto “manuale”), ma possiamo considerare questo tomo come un compendio utile e necessario per non perdersi nella complessità del titolo; capire tutte le interfacce (sono svariate per ogni veicolo) e imparare a muoversi fra i menù il più velocemente possibile non sarà facilissimo e, un supporto esterno che funzioni anche solo da reminder, è sempre gradito.
All’inizio infatti, il senso di spaesamento è abbastanza marcato. Soprattutto perché non è facile capire a cosa servono tutti i sensori presenti nel gioco. Non avendo Dangerous Waters alcuna ambizione arcade, questo può essere considerato sicuramente un pregio (se volete sparare come forsennati senza curarvi di null’altro che della scorta di munizioni non crediamo che questo sia il gioco che fa per voi).
Tecnica e aspettative
Anche dal punto di vista tecnico, l’ultima fatica dei Sonalysts, si presenta con ottime credenziali. Nonostante la grafica conti relativamente in questo genere, fa piacere vedere una grafica 3D ben fatta e adeguata. Certo, qualcuno potrà storcere il naso davanti a qualche modello che sembra avere pochi poligoni, e altri potranno contestare che gli effetti non sono ai massimi livelli. Ma è veramente così importante che un gioco di questo tipo abbia un motore grafico come quello di DooM 3? Soprattutto in questo caso, in cui ci si trova fra le mani un'IA accuratissima (altro che quella degli FPS, verrebbe da dire), mille cose da gestire, decine di schermate riepilogative e molto altro, conta veramente poco il fatto che ci siano o meno le ombre dinamiche.
Insomma, un prodotto dalla fisionomia ben delineata che non potrà che fare gola agli appassionati del genere rimasti all’asciutto di titoli a loro dedicati. Aspettiamo una versione finale dell’edizione italiana per esprimere un giudizio definitivo su questo promettente simulatore.
Chiariamo subito
Dangerous Waters? Jeff Minter ha fatto un gioco in cui bisogna combattere contro delle pericolosissime tazze del water? Ah no, gli sviluppatori sono i Sonalysts, quelli di Jane’s Combat Simulations: 688(I) Hunter Killer, Jane’s Combat Simulations: Fleet Command e Sub Command, titoli che pochi di voi conosceranno ma che rappresentano il meglio per quel che riguarda il genere delle simulazioni di sottomarini e navi da guerra; e anche Dangerous Waters fa parte della famiglia dei simulatori di sottomarini e affini (però un po’ ci speravo nel poter combattere contro dei cessi mutanti, sarà dai tempi del C64 che non lo faccio… vabbé, sarà per la prossima volta)!
Uscito già da qualche tempo oltreoceano, l’ultima fatica (e non esiste parola più adatta, vista la cura nei dettagli che caratterizza ogni loro produzione) dei ragazzi di Sonalysts, si presenta come il simulatore del suo genere più accurato che sia mai stato realizzato (non è che ne esistano moltissimi, in realtà, solo l’ottimo Silent Hunter III può tenergli testa), anche in virtù della possibilità degli sviluppatori di accedere ai dati precisissimi della US Navy per cui hanno realizzato dei simulatori appositamente dedicati (per giocarci non dovete fare altro che arruolarvi nella marina americana… facile no? Vi pagano anche…). Fatta questa doverosa premessa riguardante il background del gioco (e dei suoi sviluppatori) e ricordandovi che la distribuzione italiana avverrà grazie a BlackBean (che si sta specializzando nel distribuire titoli di nicchia veramente interessanti e ben fatti, vedete il recente Gary Grigsby’s World at War), passiamo a parlare del gioco vero e proprio.