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Death Trash: un brillante (e orrido) GDR indie in Early Access

Death Trash, GDR sviluppato in larga parte da una sola persona nel giro di oltre cinque anni, sfida i canoni del genere, con un'ambientazione a dir poco atipica.

PROVATO di Aligi Comandini   —   19/08/2021

Risulta seriamente difficile definire Death Trash. L'opera di Stephen Hövelbrinks (sviluppata in anni di fatiche con ben poco aiuto esterno) ha radici piuttosto chiare, e prende a piene mani dall'immaginario post apocalittico che ha invaso gran parte del medium; bastano però pochi minuti di gioco per rendersi conto di come questo GDR voglia ribaltare i canoni classici, con un misto di humor nerissimo, un immaginario tra lo splatter e il cyberpunk, e una narrativa ben più stuzzicante di ciò che il degrado e la violenza generale dell'ambientazione dovrebbero poter supportare.

Beh, questa stramba opera magna di un singolo sviluppatore visionario è in early access da un po', e l'abbiamo così provata per farci un'idea più concreta del progetto. Considerando la "forza lavoro" potrebbe volerci ancora molto prima di vedere completato Death Trash, ma quanto visto finora ha saputo impressionarci.

Gameplay e struttura: questo non è Fallout

Death Trash: forse non è Cthulhu, ma sicuramente un suo lontano cugino
Death Trash: forse non è Cthulhu, ma sicuramente un suo lontano cugino

Si legge spesso paragonare Death Trash ai primissimi capitoli di Fallout, ma sebbene ci siano alcuni aspetti in comune - in primis il non prendersi esageratamente sul serio e i sistemi correlati alle radici del genere - le similitudini finiscono praticamente lì. Death Trash è un GDR, sì, con sviluppo delle caratteristiche (e delle abilità), inventario, narrativa strutturata e scelte multiple nelle quest legate ai dialoghi, tuttavia si tratta di un gioco in tempo reale privo di pausa tattica, dove il combattimento è piuttosto basilare (ma funzionale) e l'avanzamento marcatamente più libero e imprevedibile.

Per dire, al di fuori di una fase iniziale introduttiva (particolarmente utile per insegnare le meccaniche fondamentali), la mappa del mondo è esplorabile in piena libertà, con tanto di eventi casuali che possono mettervi i bastoni tra le ruote mentre gironzolate in cerca di nuove zone da svelare. La quest principale, ovviamente presente, funge da guida a grandi linee, facilitando l'avanzamento a chi non vuole sperimentare eccessivamente, eppure è tranquillamente ignorabile per lunghi periodi di tempo, o recuperabile lateralmente dopo aver visitato prima del tempo edifici e mappe avanzate piene di curiosi personaggi e strani segreti. Non bastasse, in questa versione Early Access la missione principale si interrompe brutalmente dopo neppure un paio d'ore di progressione, pertanto ignorarla a un certo punto diventa praticamente obbligatorio. Anche quando sarà completa, ad ogni modo, riteniamo che le deviazioni dalla storia rappresenteranno comunque uno dei fattori più affascinanti di Death Trash, dato che alcune delle situazioni più spassose le si incontra proprio vagando a casaccio.

Il tutto viene infine valorizzato con forza dalla già citata ambientazione del titolo: un pianeta alieno (esatto, il gioco non si svolge sulla terra) zozzo e praticamente invaso da una misteriosa massa organica, dove sacro e profano si fondono in un groviglio di carne, metallo e... vomito.

Narrativa: un delirio di carne e caos

Death Trash: un uomo nudo, e molto fiero di essere nudo
Death Trash: un uomo nudo, e molto fiero di essere nudo

Death Trash, in verità, non è particolarmente verboso: i dialoghi sono piuttosto semplici e tendono ad arrivare dritti al punto. Uno stile perfettamente adatto a un mondo allo scatafascio, dove il protagonista viene esiliato da una non meglio descritta "società universale" apparentemente controllata da automi per via di una misteriosa contaminazione. Si tratta in generale di un punto di partenza più originale del solito, che esula dalla tipica perdita di memoria (sfruttata come si deve solo in alcuni grandi classici, e poi abusata a livelli indegni), e porta la storia di Death Trash a svilupparsi in modo a dir poco inaspettato.

Il pianeta dove l'avventura si svolge va dopotutto ben al di là dello "strano": le sue terre sono invase da ammassi di carne parzialmente senziente - che anche se mangiata cruda dà nutrimento a chiunque lo desideri - e sembra connessa a delle enormi creature organiche senzienti. Mutanti ed esiliati popolano qualunque zona anche solo lontanamente abitabile, dando vita a insediamenti che vanno dal relativamente tranquillo all'assolutamente mortale senza soluzione di continuità. E in questo mix delirante vi sono robot desiderosi di esplorare la coscienza umana, altri che invece preferiscono disintegrare le persone, meccanismi che richiedono rigurgito per funzionare, nudisti, e un enorme umanoide in uno stagno di sangue che chiede disperatamente il vostro aiuto. Sì... è un bel casino, ma di quelli davvero capaci di incollare allo schermo.

Death Trash: non toccare i cadaveri, sono in ordine
Death Trash: non toccare i cadaveri, sono in ordine

Tanto ben di dio (specie se si considera il numero di sviluppatori alle redini) viene parzialmente sminuito solo da un elemento: gli scontri. Le battaglie in Death Trash non sono spiacevoli, per carità: si parla di basilari combattimenti che passano con naturalezza dal corpo a corpo alla mira a distanza, dove la principale manovra difensiva è una goffa schivata, e alcune abilità speciali donano un po' di varietà al tutto. L'intelligenza artificiale è però estremamente limitata e facile da aggirare, e quindi per offrire un po' di sfida il buon Stephen ha puntato tutto su una discreta diversificazione degli avversari, munendo certi mutanti di tecniche e caratteristiche a dir poco fastidiose (tra cui scatti istantanei dal danno esagerato, o armi esplosive che spesso vengono utilizzate a distanza troppo ravvicinata). Persino l'uso delle abilità per il momento è piuttosto limitato, e sembra legato soprattutto alla possibilità di ottenere oggetti aggiuntivi nelle varie mappe; quest'ultimo elemento, però, può indubbiamente venir migliorato ritoccando le missioni del gioco e i dialoghi, cosa che riteniamo sarà abbastanza automatica durante lo sviluppo.

Tali mancanze, per capirci, non sono bastate a renderci spiacevole il tempo passato con il gioco. Death Trash è indubbiamente un GdR con del gran potenziale, e se il suo sviluppatore riuscirà a portarlo avanti a dovere potremmo trovarci tra le mani una piccola gemma. Una gemma sporca di sangue e varie sostanze non meglio definite, ma comunque una gemma.

Sporco, spassoso, ricco di umorismo, e privo di freni, Death Trash è un GdR con un'ambientazione che forse non andrà giù a tutti, ma che è riuscita a catturarci al 100% con i suoi deliri e la sua genialità. Non si preannuncia un titolo perfetto, certo, ma è comunque un piccolo miracolo se si considera che è il sogno di un singolo sviluppatore, e ha seriamente potenziale da vendere. Anche se è difficile pensare che lo vedremo completato a breve, per noi si tratta già di un gioco vincente.

CERTEZZE

  • Ambientazione brillante e senza freni
  • Background narrativo affascinante e ricco di spunti dal grande potenziale

DUBBI

  • Meccaniche in battaglia legnosette e limitate