Diario del Capitano
Oggi vorrei dedicare il diario a un argomento che è stato frutto di un piacevole scambio di opinioni qualche tempo fa, sulla qualità dei giochi che troviamo ogni giorno sugli scaffali.
Perchè "qualità" è una parola che si presta a molteplici interpretazioni. Se io dovessi affermare che "la qualità dei giochi si è alzata nell'ultimo anno" probabilmente molti insorgerebbero, a ragione (basti vedere le valutazioni medie di quest'anno per farsi un'idea). Perchè si associa il concetto di qualità a tutte quelle doti che rendono un titolo piacevole, giocabile, coinvolgente. Ma c'è un altro aspetto del termine "qualità" che non deve essere sottovalutato, secondo il mio parere. Non sto parlando del packaging, che richiederebbe ancora un'altra disquisizione a parte, ma della cura che i creatori del gioco hanno dedicato agli aspetti di contorno: menu, interfaccia out-game, caricamenti.
Tutti aspetti assolutamente secondari, su questo non ci sono dubbi, ma che fanno percepire all'utente finale, il giocatore, la cura che è stata riposta nella realizzazione di quello che compare sul nostro monitor. E bisogna dire che negli ultimi tempi, complice probabilmente un avvicinamento a una politica di mercato più 'matura', dove tutti gli aspetti del prodotto sono importanti, il livello del contorno nei giochi si è alzato notevolmente. In particolar modo nella fascia generalista, quella dei prodotti maggiormente di massa, si nota questa attenzione al dettaglio, al particolare. Un modo hollywoodiano se vogliamo, di non far trasparire nulla di quello che sta dietro le quinte. Un modo se vogliamo più 'corporativo' di produrre videogame, più commerciale, ma tutto sommato non negativo, in quanto implica una maggiore attenzione all'utente finale, al giocatore. Una sorta di forma di rispetto, a prescindere poi da quello che è la qualità (in senso stretto questa volta) del gameplay.
Massimiliano Monti, responsabile editoriale area PC.
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