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Diario del capitano

DIARIO di La Redazione   —   25/01/2001

Diario del capitano

In questi ultimi mesi stanno cadendo come castelli di carte quelli che sono stati per mesi (alcuni, anni) punti di riferimento per la nostra navigazione. Sto parlando di Snowball, C|Net Gamecenter Alliance, UGO, BarrysWorld. All'inizio della crisi (ottobre), quando il fallimento di Snowball mandò a picco anche Express.com (ex Gamecave) coinvolgendo nel buco anche la non floridissima Eidos che aveva investito nel gruppo, si pensò ad una mala gestione dell'affare. Decine di siti del network Snowball tra cui, ad esempio, Voodooextreme rimasero senza introiti pubblicitari nel migliore dei casi, senza servizio di hosting nella stragrande maggioranza. In quell'occasione molti critici del sistema "spendi spendi che poi riprendi" vigente oggi su Internet fecero notare come lo stesso apparentemente solidissimo Ign.com sopportasse delle perdite clamorose per essere all'altezza della sua fama.
Il peggio però non era ancora arrivato.
Le avvisaglie di qualcosa che nel nostro settore non va bene sono arrivate poi successivamente quando diversi network importanti hanno cominciato a "ristrutturarsi". Dovete sapere che nel gergo quando si dice "ristrutturazione" significa ammettere che le cose non stanno andando bene (o addirittura male) e quindi si cerca di tagliare i rami morti, o quelli poco profittevoli. Dicevo, sono così partite le ristrutturazioni: UGO, con un network di oltre duecentocinquanta siti game oriented ha diviso i suoi siti in figli e figliastri, retribuendo i primi e ospitanto gratuitamente i secondi. C|Net Gamecenter Alliance ha chiuso direttamente il network, lasciando in mezzo alla strada siti del calibro di Counter-Strike.net (non dimentichiamo che C|Net è proprietaria di Gamespot). In questi due casi c'è stato un autentico ripensamento della realtà: non conviene affiliare siti altrui, quindi c'è stato un ritorno alle origini, pochi siti ma buoni. Del resto le lamentele all'interno dei vari network si leggevano ogni tanto qua e là: pochi soldi ricevuti, la maggior parte della pubblicità a pagamento posizionata solo nei siti principali, etc etc. La ristrutturazione è stata dunque una sorta di ufficializzazione di una situazione di fatto. Il discorso cambia invece con BarrysWorld. BarrysWorld era, è, indipendente. Il suo modello di business (ovvero i motivi per cui avrebbe dovuto arricchire i suoi proprietari) è errato. Almeno a sentire il suo fondatore. Per spiegare in altre parole significa che anche nel medio termine i costi sono maggiori dei ricavi. Siti come BarrysWorld che fondano il loro successo nella disponibilità di server per giocare e download, vanno incontro a costi strutturali tecnologici immensi che crescono in modo proporzionale agli utenti. BarrysWorld non ce l'ha fatta ed è stata schiacciata dal peso delle sue spese. La sua unica speranza è che si faccia avanti qualcuno per scongiurarne la sorte, che altrimenti si abbatterà inevitabilmente il 31 gennaio.

P.S.: questo argomento è oggetto di dibattito nel forum già da diversi giorni. Se volete intervenire, cliccate qui.