Una leggenda su quattro ruote
L’idea di riproporre con successo la serie di Burnout su PSP, alla luce soprattutto dei traguardi tecnici raggiunti con l’ultimo episodio, poteva sembrare davvero una follia, visti gli ovvi limiti tecnici del gioiellino Sony rispetto alle più massicce console casalinghe. Niente di più sbagliato, dato che il lavoro svolto da Electronic Arts si è dimostrato davvero fenomenale, e le caratteristiche che hanno reso così popolare la serie sono presenti immutate: si parte dalla gestione delle collisioni e la fisica, in grado di regalare incidenti incredibilmente spettacolari e realistici, senza perdite apprezzabili rispetto a Burnout 3, fino alla straordinaria sensazione di velocità, se possibile ancora più accentuata a causa dello ridotte dimensioni dello schermo della console.
Le modalità presenti spazieranno tra race, time attack, ,crash, road rage, pursuit e legends, tutti derivati dai precedenti capitoli tranne l’ultimo, in cui dovremo sfidare uno per uno gli11 veicoli “leggenda”, presi tra i più potenti della serie (ad esempio la Pace Car). Le altre modalità non hanno bisogno di troppe presentazioni: le prime due sono classicissime, crash ci porterà a dover cercare di ricreare incidenti il più devastanti possibile sfruttando incroci o brevi segmenti di percorso, in road rage l’obbiettivo non sarà quello di arrivare primi, ma quello di distruggere il maggior numero di avversari possibile, mentre in pursuit ci dovremo focalizzare su una vettura sola, seguendola e speronandola fino alla distruzione.
Anche il sistema di controllo è stato ben adattato a PSP, a patto però di utilizzare la croce direzionale, dato che lo stick analogico a questo livello di sviluppo non sembra riuscire a garantire la precisione necessaria per i frenetici movimenti richiesti dal gioco.
Incidenti nel palmo di una mano
Dal punto di vista puramente grafico, la versione da noi visionata assomigliava in maniera marcatissima a Burnout 3 per PS2, presentando texture piuttosto definite ed una buona complessità poligonale, impreziosita da tutti quegli effetti, come il motion blur per simulare il turbo, le scie particellari che accompagnano gli incidenti, o ancora gli splendidi riflessi sulle carrozzerie delle macchine, che lasciano davvero a bocca aperta. Il frame rate si attestava sui 60 fps, tuttavia erano presenti fastidiosi rallentamenti in occasione degli incidenti, soprattutto quelli più distruttivi, che però, a detta degli sviluppatori, dovrebbero venire eliminati prima del debutto del gioco sugli scaffali. Da segnalare anche qualche lieve problema a livello di visibilità del traffico, dovuto al fatto che a causa delle ridotte dimensioni dello schermino le macchine diventano chiaramente identificabili soltanto da vicine, riducendo così lo spazio di reazione necessario per evitarle.
Poco distante dal suo “fratello maggiore” Burnout Revenge, nel cuore della sezione dello stand Sony dedicata a PSP, faceva bella mostra Burnout Legends, adattamento portatile che si presenta fondamentalmente come una sorta di raccolta dei primi 3 episodi della serie, includendone tutti i tracciati e le vetture, oltre a qualche succosa novità per ingolosire anche i fan più esigenti. Noi di multiplayer non potevamo ovviamente farcelo scappare…