Chi ben comincia..
La dimostrazione comincia con una scena ambientata all’interno di un bar all’americana, con tanto di barista indaffarato a pulire il bancone ed avventori dell’ora tarda, fra cui ci siamo anche noi. Improvvisamente una finestra esplode andando in mille pezzi ed un raggio di luce verde penetra portando caos in quello che fino a pochi istanti prima pareva uno scenario totalmente tranquillo.
Altri raggi appaiono e si muovono all’interno della stanza, come se fossero degli scanner in azione; le lampadine esplodono e la luce scompare lasciandoci proiettati nel buio più totale che improvvisamente comincia a rischiararsi ad intermittenza grazie alla luce proiettata da degli effetti di energia simili a quelli del film The Matrix che mostrano una versione ipertecnologica delle strutture principali dell’edificio. Delle persone cominciano a fluttuare nell’aria ed a sparire nel nulla, suggerendo che qualcosa di paranormale se li stia portando via, proprio come se si trattasse di un rapimento in atto da parte di alieni sconosciuti.
A questo punto, con un taglio netto, comincia il gameplay vero e proprio di Prey. La visuale è in prima persona e l’arma che imbracciamo è composta da un mix bio-tecnologico. Ed in effetti non è l’unica arma di questo tipo, anzi, possiamo stare tranquilli che tutte le armi che utilizziamo sono state create con un design simile. Una delle più interessanti è quella che assomiglia ad un animaletto con tre zampe che viene tenuto in pugno dal nostro personaggio ed a cui è possibile staccare le zampe per utilizzarle come granate.
A prima vista si tratta sicuramente di un FPS a tema fantascientifico, anche se ci si rende conto che probabilmente Prey è molto più complesso di quello che sembra. Il primo livello che ci viene mostrato è ambientato in quella che sembra una stazione spaziale, con tanto di passerelle magnetiche su cui è possibile camminare anche a testa in giù, ignorando completamente la gravità, un po’ come in Doom 3.
A crearci i primi problemi sono dei mostri di varia natura, che si teletrasportano utilizzando dei portali. Il bello di questi portali è che rimangono aperti per qualche secondo ed è possibile spararvi attraverso, oppure addirittura entrarvi ritrovandosi all’interno di tutt’altre zone della mappa di gioco. Questo utilizzo particolare dei portali permette un’azione di gioco piuttosto imprevedibile dandoci la possibilità di uscire da situazioni difficili in modi diversi. Tra i mostri che abbiamo potuto vedere, spunta ancora una volta la componente bio-tecnologica che si può ormai definire un marchio di Prey. Dovremo scontrarci con mostri che assomigliano a demoni che imbracciano enormi mitragliatrici, creature obese con una falce al posto del braccio ed altro ancora.
Prey non si concentra solamente sul lato più prettamente d’azione. Ci sono alcune situazioni in cui bisogna agire d’astuzia o, semplicemente, trovare il modo giusto per superare certi ostacoli. Per farlo abbiamo a disposizione una modalità in cui abbandoniamo temporaneamente il nostro corpo e ci muoviamo solamente con il nostro spirito indiano, armati di arco e frecce. In questa modalità non vediamo più i nemici ma possiamo passare attraverso le porte chiuse, azionare leve ed interruttori o vedere ambienti a cui normalmente non avremmo accesso.
In alcuni casi, Prey, ha anche un certo sapore horror. Un esempio è la scena in cui vediamo due bambine al di là di una vetrata che non è possibile aprire. Una delle due piange, mentre l’altra cerca una via di fuga. In pochi istanti una specie di spirito prende possesso di una delle due che solleva da terra l’altra e la scaglia contro delle strutture metalliche impalandola. Inutile dire che si tratti di una scena particolarmente violenta e con sangue in abbondanza. E’ facile pensare che non sia l’unica scena di questo tipo.
Un altro livello che è stato mostrato ci vede, invece, all’interno di una capsula spaziale che si muove intorno ad una serie di asteroidi su cui si trovano dei nemici che fanno di tutto per cercare di abbatterci. Noi, con la nostra navetta, possiamo muoverci ed abbiamo a disposizione un’arma che è molto simile alla “gravity gun” di Half-Life 2 e che ci permette di raccogliere e spostare oggetti e di utilizzarli anche come armi per scagliarli contro chi non ci vuole troppo bene. La gravità ha un ruolo importante anche all’interno di altre ambientazioni, in particolare una in cui ci sono dei corridoi sbarrati con dei cancelli che occupano solo la parte inferiore dello schermo e che non è possibile oltrepassare. Utilizzando degli interruttori, la gravità viene completamente invertita, ritrovandoci così completamente sottosopra ed in grado di superare l’ostacolo.
Uno degli elementi più innovativi, anche se non si può dire che qualcosa di simile non si sia già visto in Soul Reaver, è il modo in cui viene gestita la morte. A quanto pare, morire, è qualcosa di veramente difficile. Quando il nostro corpo viene ucciso, in realtà perdiamo solo il nostro guscio mortale e prendiamo, invece, il controllo del nostro spirito. Armati dei nostri fidi arco e frecce dobbiamo, a questo punto, farci largo fra altri spiriti volanti per riuscire a riconquistare le nostre spoglie mortali uccidendoli e riguadagnando energia vitale.
Il motore che fa girare Prey è lo stesso di Doom 3, ovviamente rivisto, corretto ed ottimizzato per le schede grafiche ATI. La versione che abbiamo potuto ammirare girava su uno schermo di almeno 40 pollici con una risoluzione altissima, il tutto senza scatti o rallentamenti di sorta. Non ci è dati di sapere le specifiche dell’hardware, anche se possiamo pensare che sicuramente a dare la spinta a Prey c’era una scheda ATI di ultima generazione. E’ notevole anche il fatto che siano stati mostrate delle ambientazioni all’aperto, peraltro quasi completamente inesistenti in Doom 3, ed anche in questi casi il motore grafico pareva non risentirne. E’ stato anche implementato un motore fisico che viene utilizzato per tutti gli oggetti con cui è possibile interagire, comprese le strutture dei livelli stessi. Infatti, nelle sezioni in cui è possibile invertire la gravità, tutti gli oggetti che non sono in qualche modo bloccati, cadono durante il processo di inversione, urtando fra loro esattamente come ci si aspetterebbe nella realtà.
Nonostante siano passati quasi dieci anni dal primo annuncio, gli elementi fondamentali della trama di Prey sono rimasti pressoché invariati. Il personaggio principale, di cui ora conosciamo il nome, Tommy, è un meccanico di origine indiana della tribù dei Cherokee. La storia è basata in buona parte sulla mitologia degli indiani d’America, esattamente come era stato annunciato ai tempi, ed addirittura sono stati implementati i “portali” proprio come se ne parlava già nel primo comunicato stampa. Prey è sicuramente un titolo da tenere d’occhio e che promette faville, anche se la data di uscita non è proprio dietro l’angolo; si parla di un non meglio precisato periodo del 2006. C’è anche da dire che lo sviluppo sta procedendo in parallelo su PC ed Xbox 360 e sarà quindi molto probabile che le due versioni escano in contemporanea.
Era il lontano 1997 quando 3D Realms annunciò Prey proprio durante l’E3 di quell’anno. Poi, a solo un anno di distanza, venne cancellato per dare spazio allo sviluppo di Duke Nukem Forever, che a tutt’ora non è ancora stato pubblicato. Oggi, durante l’E3 2005, a ben otto anni di distanza, Prey è stato finalmente mostrato in azione presso lo standi di ATI.