Schermaglie pericolose
Chi ha già giocato online con qualche RTS non si stupirà certo per questa modalità skirmish, non molto originale a dire il vero. Tuttavia abbiamo potuto apprezzare, già in queste fasi preliminari, l’equilibrio raggiunto che rende le partite avvincenti e molto combattute. All’inizio si hanno poche risorse, un edificio di comando, un costruttore e una truppa militare. Le tattiche possibili sono le stesse viste altrove: chiudersi in difesa per mettere da parte un grosso esercito o partire all’attacco puntando tutto sull’effetto sorpresa in modo da soverchiare le acerbe difese nemiche (il cosiddetto “rush”). Comunque si scelga di agire, le prime cose da fare sono cercare di accumulare risorse ed esplorare la mappa, di cui inizialmente è visibile soltanto una piccola porzione.
Le risorse sono di tre tipi: materiale grezzo, cibo e tecnologia. La prima e la seconda servono per tirare su edifici, costruire truppe e sviluppare la tecnologia dell’epoca corrente, la terza serve per cambiare epoca. Per ottenere le varie risorse bisogna costruire dei magazzini nei pressi delle fonti estraibili, che accelerano di molto il processo di accumulo. Oltre ai magazzini, ci sono altri edifici da costruire per arricchire la propria civiltà: il porto, che consente la costruzione di navi da pesca, da guerra e da trasporto, e il mercato, che permette lo scambio di merci con le altre civiltà.
Quando si hanno abbastanza risorse, è possibile costruire i primi edifici militari con cui produrre truppe di fanteria, di cavalleria e artiglieria. Ogni settore può essere migliorato investendo in piccole ricerche tecnologiche, che rendono più forte l’esercito.
Le mappe sono divise in regioni, più o meno ampie a seconda della conformazione del terreno. Più regioni si riescono a conquistare, costruendoci sopra un centro di comando, più è possibile ampliarsi. Vince chi riesce a sbaragliare gli avversari distruggendone i centri di comando (non è necessario conquistare tutti i territori).
Un ottimo modo per velocizzare la propria ascesa verso l’onnipotenza è, almeno nelle prime fasi di gioco, quello di razziare alcuni siti dove sono depositate delle risorse. Per farlo basterà mandarci sopra una truppa cliccando con il tasto destro del mouse.
Un’altra possibilità di potenziamento iniziale è rappresentata dagli edifici indigeni che permettono la realizzazione di truppe a bassissimo costo. Poco utili sulla lunga distanza, sono la scelta giusta per chi vuole partire alla carica il più presto possibile, oppure per chi vuole difendersi rapidamente senza spendere troppo.
Cronache dal basso impero
Dopo aver creato il proprio esercito è possibile partire alla conquista dei territori occupati dai nemici. Anche qui non ci si discosta molto dagli schemi classici del genere ed è possibile riassumere la maggior parte delle battaglie in: esercito più grosso spezza in due esercito più piccolo, a meno di strategie particolarmente geniali. Non potendo però verificare l’evolversi del gioco nelle epoche tecnologiche successive, non possiamo dare per scontata la mancanza di varianti che rendano più profonda l’azione. Anzi, probabilmente l’evoluzione storica delle truppe consentirà tattiche differenziate a seconda delle situazioni, come poi avveniva con gli altri episodi. I combattimenti hanno mostrato qualche incertezza in più rispetto alle altri fasi, soprattutto per colpa di alcuni elementi non ancora ben rifiniti. Ad esempio si sono verificati numerosi blocchi delle truppe che si incastravano nel terreno e diventavano inutilizzabili (è successo sia con truppe da battaglia che con i costruttori). Ovviamente si tratta di bug che possono starci in una alpha e quindi non minano la fiducia che abbiamo nei confronti di Mad Doc (gli sviluppatori) e del loro lavoro. Prendeteli come fatti di cronaca che vanno riportati perché si sono verificati ma che per ora non contano nulla.
I fan della serie saranno contenti (o forse no) di sapere che l’interfaccia è stata snellita in modo da essere più semplice e intuitiva. Uno dei maggiori difetti dei precedenti capitoli era proprio una certa macchinosità dell’interfaccia, dovuta più che altro alle molte variabili da considerare. È anche vero, però, che i giocatori hardcore hanno adorato quella maggiore complessità rispetto alla media del genere.
Tirando le prime somme, Empire Earth III ci ha favorevolmente colpiti. In realtà bramiamo di giocarne una versione più corposa, ma anche con questa abbiamo potuto saggiare l’ottimo lavoro svolto dal punto di vista grafico e da quello del gameplay. Il multiplayer pare essere molto equilibrato e, anche con diverse prove, non si sono verificati squilibri tali da favorire un giocatore piuttosto che un altro. Certo, il tutto andrà verificato quando il gioco sarà immesso sul mercato, quando tutte le civiltà e le mappe saranno disponibili e, insomma, quando i giocatori potranno darsi battaglia online affollando i server.
Le potenzialità per un capolavoro ci sono tutte, riusciranno gli sviluppatori ad esprimerle al massimo?
Abbiamo finalmente potuto provare una versione alpha di Empire Earth III, attesissimo terzo capitolo di una delle più rinomate saghe di strategici in tempo reale apparse sul mercato. Le modalità che abbiamo toccato con mano sono due: lo skirmish in single player e lo skirmish in multiplayer. Le mappe testabili erano tre, due con ambientazione rupestre e una desertica. Di civiltà selezionabili ce n’era una e, purtroppo, non ci è stato possibile provare il sistema di avanzamento tecnologico, perché non ancora implementato.
Insomma, vi starete chiedendo, cosa siamo riusciti a carpire da questa alpha di Empire Earth III?
Costruito il campo di battaglia, inseriti alcuni giocatori della CPU e selezionato il livello di difficoltà, abbiamo iniziato a giocare. Il motore grafico, non ancora ottimizzato al 100%, ci ha dato qualche problema di fluidità ma, abbassando il dettaglio, siamo riusciti a farlo andare con un framerate piuttosto buono. Sarete felici di sapere che è molto scalabile, cosa che renderà possibile giocare anche su macchine non proprio recentissime. Al dettaglio massimo sarà possibile apprezzare raffinati effetti di luce, texture definitissime e piene di dettagli, un ambiente realistico e ben definito arricchito dagli shader 3.0, che contribuiscono pesantemente nel definire lo stile grafico. Da segnalare la splendida rifrazione dell’acqua, realizzata in modo magistrale.