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FTR #83 - Gore verbinski al D.I.C.E.

Da che pulpito...

RUBRICA di Paolo Simonazzi   —   16/02/2008

Che dice Verbinski al D.I.C.E.? Dice che l'industry non deve prostituirsi, deve rimanere folle e non deve cedere al desiderio di normalizzazione, che poi è fame di soldi, soldi provenienti dalla massa pecora. Bhe, santo cielo, il D.I.C.E. sarà anche un evento trendy, molto fashion, in cui la parola design viene detta almeno tre volte tanto la parola videogioco, ma questo non vuol dire che si possa salire su un palco a sparare ovvietà e passare comunque per dotto. Verbinski non è esattamente un cineasta di rottura, è l'uomo dietro i tre pirati dei caraibi e... bhe... un topolino sotto sfratto... non ha preso le fondamenta del cinema e le ha ribaltate... Comunque non voglio fare l'acido e dargli semplicemente dell'ipocrita, credo anzi che ci sia qualcosa di molto tenero nell'esortazione del regista. E' sua ferma convinzione, a mio parere, che i videogiochi posseggano ancora quel briciolo di libertà che a lui, incastrato nel mondo del cinema, è negata. Lui, da dietro le sbarre delle imposizioni delle major cinematografiche, esorta coloro che sono ancora liberi, i biNbi del mondo dei viggì a non finire nella medesima galera.
Bhe, anche in questo caso, con tutto l'affetto, credo sia un po' tardi...

Venite a vedere i pirati della tana! Al massimo troverete uno scrigno di vecchie strippe!

Gore verbinski al D.I.C.E.

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Clicca fino ai confini del mondo
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