Vi siete mai chiesti come ha fatto Golden Sun, uno dei più apprezzati JRPG di sempre e fiore all'occhiello per Nintendo ai tempi del Game Boy Advance, a essere ignorato dal publisher giapponese e dimenticato dalla stragrande maggioranza del pubblico?
Era il 1990 quando sotto l'ala di SEGA muoveva i primi passi un nuovo team di sviluppo chiamato Consumer Development Studio 4 (CD4). Aiutato da Climax Entertainment, CD4 dà alla luce il primo JRPG per Mega Drive, Shining in the Darkness, che fa anche da apripista per una fortunata serie di videogiochi di ruolo che hanno riscosso un discreto successo in Giappone. Circa cinque anni più tardi la software house cambia nome in Camelot Software Planning e prosegue per la sua strada, da un lato continuando a realizzare nuovi capitoli della sua serie di punta (sempre per console SEGA), dall'altro incrociando il suo percorso con Nintendo e iniziando a lavorare ad alcuni dei più importanti videogiochi sportivi a tema Mario. Sono infatti firmati Camelot tutti quei titoli di Mario Golf e Mario Tennis apparsi sulle più svariate piattaforme Nintendo, incluse le ultime e più recenti uscite su Switch.
Proprio per questo si tende ad associare il team di sviluppo quasi esclusivamente alla carriera sportiva di Mario, un po' perché la serie Shining non ebbe lo stesso successo fuori dal territorio giapponese (tant'è che non tutti i capitoli videro la luce fuori in occidente), e un po' perché, in effetti, negli anni sono state proprio le pubblicazioni sportive dell'idraulico baffuto a creare rumore attorno al loro nome. Eppure Camelot si è fregiata anche dello sviluppo di uno fra i più apprezzati e affascinanti giochi di ruolo giapponesi: a vent'anni di distanza parliamo quindi di Golden Sun, di quello che ha rappresentato e che rappresenta tutt'ora e del perché, all'alba del ventennale della serie, Nintendo dovrebbe decidersi a riesumare in qualche modo il franchise.
Le origini di Golden Sun
Pubblicato per Game Boy Advance l'1 agosto 2001 in Giappone, il 12 novembre dello stesso anno in America e il 22 febbraio del 2002 in Europa, Golden Sun ha avuto una genesi piuttosto particolare: concepito inizialmente per Nintendo 64 si è visto catapultato sulla nuova portatile di Nintendo nel momento in cui la casa nipponica ha annunciato il suo GameCube, sancendo quindi la fine del ciclo vitale della console a 64 bit. Proprio questo cambio di rotta in corso d'opera rappresenta una delle prime peculiarità del titolo, con lo sviluppo durato un anno e mezzo, un tempo più lungo rispetto a quello solitamente richiesto all'epoca da un gioco per console portatili. Vista la scarsa capacità di memoria delle cartucce, Camelot si è trovata a dover effettuare una divisione piuttosto netta dei contenuti di gioco, confezionando a breve distanza l'uno dall'altro i primi due capitoli della serie: Golden Sun e Golden Sun - L'era Perduta, che vede la luce solo due anni più tardi.
L'idea di dividere l'avventura in due parti nasce da un'idea già sviluppata da Camelot con la serie Shining Force: la possibilità di vivere la stessa storia sia dal punto di vista dei buoni che da quello dei cattivi. Ecco, quindi, che Golden Sun 2, figlio di un'idea che gli sviluppatori ritenevano estremamente valida, ci mette nei panni dei "cattivi" (o quasi) della storia del primo capitolo riuscendo ad arricchire in maniera intelligente il contesto narrativo e allo stesso tempo ad ampliare e raffinare un sistema di gioco che aveva già fatto innamorare i giocatori con Golden Sun. Il risultato finale non sembra assolutamente "castrato" rispetto all'idea originale di pubblicazione su Nintendo 64 e, anzi, riesce a trarne un giovamento e delle migliorie che, probabilmente, non ci sarebbero state altrimenti.
Golden Sun aveva un fascino tutto suo, e al lancio venne accompagnato da uno spot televisivo estremamente intrigante e originale. C'è un'orchestra intenta a suonare "In the Hall of the Mountain King" quando tutto, nel teatro, inizia a sgretolarsi e prendere vita attaccando i musicisti che continuano a suonare quella melodia incalzante. Anche il lampadario si anima divenendo un imponente e meraviglioso drago entrato a far parte così tanto dell'immaginario collettivo dei fan che gli sviluppatori decisero di inserirlo come nemico nel terzo capitolo. Lo spot si conclude con un semplice Game Boy Advance in cui è riprodotto Golden Sun. Cosa c'entra questa pubblicità con il gioco? Assolutamente niente, ma è così bella, raffinata e potente che semplicemente guardandola si è incuriositi ad approfondire il gioco che viene presentato. Punto a favore per Golden Sun, non trovate?
Due facce della medaglia
Così come per lo spot, Golden Sun si fregia di intuizioni eccezionali e ben orchestrate: dai combattimenti, con un'inquadratura simil 3D che si pone a tre quarti fra i protagonisti e i nemici, rendendo le battaglie più dinamiche e coinvolgenti. Anche questa idea non è nuova per Camelot, che aveva già sperimentato qualcosa di simile con Beyond the Beyond, tra i primi JRPG pubblicati su PlayStation.
Ma la bellezza degli scontri non stava semplicemente nella loro presentazione, bensì in un sistema di combattimento impreziosito da alcune delle idee più originali e caratterizzanti del gioco: i Djinn. Si tratta in sostanza di creature "catturabili" in battaglia o ottenibili attraverso missioni secondarie e puzzle ambientali, e che rappresentano i quattro elementi. Acqua, Aria, Terra e Fuoco. Ognuna di queste creature può essere associata ai personaggi del proprio party in modo tale da modificare le statistiche, i punti ferita, il tipo di Psienergia (l'energia che permea ogni cosa nel mondo di Golden Sun) e addirittura la classe, offrendo quindi un'enorme varietà di personalizzazione per ognuno dei personaggi giocanti. Non solo, oltre che in battaglia, un Djinn "equipaggiato" può essere utilizzato nel mondo di gioco per risolvere alcuni enigmi grazie alle abilità che conferisce al personaggio a cui è assegnato. Se si pensa, poi, che per ogni elemento esistono sette Djinn differenti si può immaginare quante combinazioni di personaggi, mosse, abilità e classi sono disponibili all'interno del titolo e perché questo tipo di meccanica sia ancora oggi una delle più riuscite meccaniche di crescita viste nel genere.
Se fino a Golden Sun, tendenzialmente, l'utilizzo della magia era una componente prettamente legata alle battaglia, con i Djinn e le abilità fuori dal combattimento, gli incantesimi acquisiscono una dimensione del tutto nuova nell'esplorazione del mondo di gioco. Parliamo di una meccanica non del tutto dissimile da quanto visto con le MN e Pokémon circa quattro anni prima, con la differenza che Golden Sun fa dei puzzle ambientali e dell'utilizzo di tali magie il punto cardine della costruzione del suo mondo di gioco, con una sorprendente varietà di enigmi e situazioni.
Infine, ma non meno importante, è doveroso menzionare il sistema di "trasferimento" dei dati di gioco fra il primo e il secondo capitolo, che permette al party di subire alcuni degli effetti dovuti agli eventi dell'altro gioco. Il trasferimento avviene tramite l'immissione di una stringa di 256 caratteri alfanumerici o tramite il Game Link Cable, strumento già piuttosto diffuso al tempo grazie al dilagare del fenomeno Pokémon. L'idea è un po' la stessa che rende speciali i due capitoli di The Legend of Zelda sviluppati da Capcom per Game Boy Color nel 2001 (Oracle of Age e Oracle of Seasons) anche se, nonostante siano interessanti le modifiche ad alcuni dialoghi e ai livelli di alcuni personaggi, quanto fatto con le due avventure di Link è decisamente migliore sotto ogni punto di vista. Era comunque apprezzata una funzionalità di questo tipo che, ancora una volta, all'interno del genere vediamo davvero di rado e che conferisce, invece, una forte continuità narrativa e una dimensione più interessante alla storia di gioco.
Tempo di un rilancio
Non abbiamo volutamente fatto nessuna menzione alla trama perché il mondo di Golden Sun è decisamente speciale e merita, senza alcun dubbio, di essere vissuto digiuni di qualsivoglia anticipazione. Ai due Golden Sun originali seguì nel 2010 Golden Sun: Dark Dawn per Nintendo DS: al di là delle diverse aggiunte legate al doppio schermo della console, il terzo capitolo non è altro che un piacevolissimo proseguimento della storia. L'autore, Hiroyuki Takahashi, ha raccontato in un'intervista che l'idea per un terzo episodio era nata da una battuta fatta in un momento di ubriachezza, ma è stato probabilmente il voler usare a tutti i costi il doppio schermo e le caratteristiche del Nintendo DS ad averne eccessivamente influenzato il design e la risoluzione dei puzzle.
Golden Sun rappresenta a oggi una serie eccezionale, e di tanto in tanto emergono speculazioni e falsi leak su un capitolo inedito. Chi lo ha giocato lo ricorda ancora oggi come uno dei migliori giochi di ruolo per console portatili, mentre Nintendo ha omaggiato i protagonisti della serie con trofei e spiriti nella serie Super Smash Bros. Sfortunatamente, nel momento in cui scriviamo Nintendo non sembra avere in cantiere nessuna iniziativa legata a un ritorno di Golden Sun, né con un porting degli originali, né tantomento con un remake o un nuovo episodio. Eppure, quest'anno vedrà il ritorno di alcuni grandi nomi apparsi su Game Boy Advance: da Metroid Dread - che concluderà la storia di Metroid Fusion - al remake di Advance Wars, passando per un episodio di WarioWare tutto nuovo. Con Mario Golf: Super Rush ormai messo da parte, chissà che il prossimo gioco di Camelot non sia proprio Golden Sun.