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Ho scelto la serie A

Dopo due anni, Firenze festeggia il ritorno nella massima serie di calcio

DIARIO di Antonio Jodice   —   21/06/2004

Firenze, la mia città, è un posto strano, d’estate è quasi magico. Passare sui Lungarni con le luci dei lampioni che si riflettono nell’Arno è uno degli spettacoli più suggestivi a cui sia possibile assistere, ma poche parole non bastano per rendere le emozioni di una cosa del genere. In quel fiume scorre la storia di una città intera, su quelle rive si è alternato il susseguirsi delle vicende di un popolo. Sembra quasi che i fiorentini, quando hanno qualcosa da festeggiare, si diano appuntamento lì a vedere quant’è bella la loro città che si specchia in quelle acque, a dire il vero un po’ torbide, e a ricordarsi quanto possono essere memorabili certe nottate in questo periodo dell’anno. Questa è la settimana di San Giovanni, Santo patrono, e il prossimo 24 Giugno, dopo aver assistito alla prima partita del calcio storico in piazza Santa Croce, i fiorentini si riverseranno ancora sul loro fiume a guardare i fuochi d’artificio che celebrano l’evento. Già ieri sera, però, c’era un bel via vai di macchine e motorini che partiva dai viali, che cingono tutto il centro storico, per arrivare fino a piazzale Michelangelo, dove la copia del David pareva rifulgere di un bel colore viola, mentre guardava sorniona quel fuggi fuggi di sciarpe e bandiere. Furgoncini con i tifosi appesi ovunque, ragazzi in quattro sugli scooter che strombazzavano coi clacson e pedoni che si lanciavano sulle auto per farle ondeggiare fortemente e festeggiare tutti insieme la fine di un’avventura durata due anni. Quella che ha visto la Fiorentina risalire dalla C2 per arrivare fino alla A, dopo aver vinto lo spareggio con il Perugia. Quest’evento desta scalpore per le tante vicende di una squadra che è giunta sino alla massima serie, saltando uno dei campionati cadetti, nei meccanismi di un calcio che segue logiche sempre più criptiche. I fiorentini ieri sera si godevano uno spettacolo popolare di quelli da ricordare per anni, forti della convinzione che, se le regole fossero davvero uguali per tutti, la Fiorentina di Cecchi Gori non avrebbe dovuto fallire o, al contrario, avrebbe dovuto farlo in compagnia di almeno un altro paio di squadre anche più blasonate. Questo diario, un po’ anomalo a dire il vero (ma le alte sfere mi dicono che si usa scrivere un po’ di tutto su queste pagine), serve per segnare il ricordo di una bella serata di prima estate, che per chi legge potrà aver significato poco, ma per chi scrive ben di più. Me ne torno alle cose del mondo dei videogiochi, nella speranza di avervi fatto passare dieci minuti diversi dal solito, ma con l’avviso che forse ci si leggerà nuovamente per parlare d’altro tra le pagine del Diario.

Salut’em UP!

Antonio "BaronKarza" Jodice - email