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I segreti (tascabili) di Sony

Progetti segreti, giochi e console in sviluppo per anni nei più reconditi meandri dei laboratori R&D che mai vedranno la luce. I misteri nel mondo dei videogiochi sono tanti, e talvolta qualcosa viene reso di pubblico dominio. E' il caso delle dichiarazioni di Nobuyuki Idei, che indicano chiaramente come Sony sia in realtà al lavoro su una console portatile da ben prima dell'annuncio di PSP...

APPROFONDIMENTO di La Redazione   —   18/06/2003

Anno 1996/97
“Questo Game Boy sarebbe dovuto essere un prodotto Sony”, questa la frase con cui le alte sfere di Sony apostrofarono, alla prima presentazione dell’handheld Nintendo, il team interno responsabile delle device portatili. E’ perciò da sempre altissimo l’interesse di Sony, non per niente inventrice del walkman, nel mercato delle console portatili. E dalle indiscrezioni raccolte dal website inglese Computer and Videogames, risalgono al 1996 – inizio 1997 i primi sforzi di Sony in tal senso. La divisione europea del colosso nipponico all’epoca era al lavoro su una console portatile basata sul chip ARM sviluppato da Argonaut. Il progetto venne però accantonato per cause misteriose e si risolse in un nulla di fatto. E’ però curioso notare come proprio l’ARM divenne il cuore del Game Boy Color.
Prima di passare al piatto forte, l’ET Project, è doveroso segnalare l’esistenza di un altro progetto di console portatile, portato avanti a quanto pare quasi parallelamente all’ET Project e basato sulla tecnologia del palmare Cliè e sul sistema operativo Palm-OS. Ma, anche in questo caso, il progetto non vide mai la luce.

ET Project
Se il cosiddetto ET Project fosse stato portato a termine forse ora la storia del mondo dei videogiochi come noi la conosciamo sarebbe diversa, e al posto del GBA potremmo avere in mano un portatile targato Sony. Lo sviluppo del progetto, segretissimo, iniziò nel tardo ’98, con il 2000 fissato come data di lancio della console. L’handheld, fortemente voluto dal Presidente di Sony Kunitake Ando, venne sviluppato direttamente da Sony e non dalla sua divisione Computer Entertainment capeggiata da Ken Kutaragi, il papà di PlayStation. Kutaragi, a quanto pare, fu tenuto per molto tempo completamente all’oscuro del progetto, che era stato affidato a un tecnico fuoriuscito da SCE e poi rientrato in Sony in seguito a duri contrasti con Kutaragi stesso a proposito dello sviluppo della sfortunata PocketStation.
Lo sviluppo dell’ET Project arrivò in fase decisamente avanzata, tanto che ne furono costruiti prototipi funzionanti e che alcuni sviluppatori nipponici, tra i quali Square e Capcom, iniziarono a lavorare su titoli che avrebber dovuto accompagnare il lancio della console, previsto come già accennato nel 2000. I dettagli tecnici a proposito di ET Project sono ovviamente scarsissimi, ma è pressochè certo che le dimensioni dell’handheld e dello schermo LCD, ovviamente a colori, erano molto simili a quelle del GBA, mentre a fungere da supporto sarebbero dovuti essere gli allora nuovissimi Memory Stick, che potevano essere riutilizzati per scaricare di volta in volta nuovi giochi da appositi chioschi allestiti nei punti vendita specializzati.
L’ET Project non vide mai la luce. A uccidere il progetto fu Kutaragi in persona, che convinse Idei e Ando a non disperdere le forze e a puntare tutto sul lancio di PlayStation 2, una scelta che in seguito si rivelò decisamente azzeccata. Ma, come fa notare una fonte interna a Sony nel report di Nikkei BP, le cose sarebbero state molto diverse se Kutaragi fosse stato coinvolto nel progetto: “L’ET Project sarebbe diventato realtà se SCE e Sony vi avessero lavorato insieme”.
Purtroppo così non fu, e Sony perse probabilmente un’occasione d’oro di mettere i bastoni tra le ruote all’arcirivale Nintendo, colpendola nel momento di debolezza portato dalla transizione tra GBC e GBA.

E ora non ci resta che aspettare PSP, la cui uscita avverrà probabilmente nel 2004. Per saperne di più vi rimando al nostro articolo stilato in occasione dell’E3 2003:

  • Sony presenta PSP, tutti i dettagli tecnici
  • E’ stato l’annuncio dell’E3, l’unica vera sorpresa, e che sorpresa, della kermesse losangelina di quest’anno. Un elettrico Kutaragi ha annunciato l’ingresso di Sony nel mercato delle console portatili con PSP (PlayStation Portable), lanciando il guanto di sfida a Nintendo e al suo Game Boy. In realtà PSP è solo l’ultimo passo di Sony, quello ufficiale, di un lungo cammino sulla strada delle console portatili, costellato di progetti che nel corso degli anni hanno preso vita nei laboratori R&D del colosso nipponico, senza però mai uscirne come prodotti finiti. La rivelazione arriva dal CEO di Sony stessa, Nobuyuki Idei, che ha svelato l’esistenza del cosiddetto ET Project all’agenzia stampa nipponica specializzata in news finanziarie Nikkei BP. Il report è stato immediatamente ripreso dal magazine Famitsu e da lì ha fatto il giro del mondo. Ma c’è ben altro, e a quanto pare sono almeno tre I progetti di handheld portati avanti da Sony nel corso degli anni. Si parte dal lontano ’96…