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I migliori compositori della storia dei videogiochi

Musica e videogiochi, un binomio di successo: vi presentiamo dodici dei più grandi compositori che hanno segnato la storia dei videogame dal punto di vista del sonoro.

SPECIALE di Massimo Reina   —   17/07/2020

Tagliamo subito la testa al toro: scrivere un elenco dei migliori compositori della storia dei videogiochi nello spazio esiguo di un articolo, è un'impresa titanica. Lo spazio è quel che è, rispetto al numero di artisti che meglio hanno saputo scrivere una pagina col loro nome e la propria musica nella storia del gioco elettronico. Noi ci abbiamo comunque provato, e a fatica ne abbiamo scelti una dozzina basandoci su alcuni semplici fattori, dalla figura autoriale del singolo all'influenza esercitata dallo stesso nel settore, dal nostro gusto personale, al segno lasciato nella nostra memoria da un particolare suono o motivetto.
Il tutto senza un ordine preciso e la presunzione di stilare "la classifica definitiva" nel campo degli addetti ai lavori che, lo ribadiamo, è sterminato e vario, come potete leggere nel paragrafo speciale alla fine di questo articolo.

Oggi parleremo di musica e videogiochi, alle 19 su Twitch, in un evento speciale nel contesto del nostro UltraPop Festival.

Chris Hülsbeck

Se di autori di musica videoludica si può parlare, il primo nome che viene in mente di utilizzare per attribuire un statuto di autorialità al settore è quello di Chris Hülsbeck. Autore delle colonne sonore di oltre una settantina di giochi, soprattutto per Commodore 64, l'artista tedesco è meglio conosciuto per quelle di Turrican e Turrican 2. Brani capaci di spremere hardware limitatissimi come quelli di un C64 verso miracolosi risultati compositivi, dalla qualità audio sorprendente e dallo stile inconfondibile, influenzato da artisti contemporanei. La fama di Hülsbeck, a sua volta fonte di ispirazione e citazioni per altri artisti del suo tempo, va però oltre il novero degli entusiasti di videogiochi o dei compositori di musica per gli stessi, visto che si iscrive nella storia della musica elettronica anni '80, in un filone che oggi gode di un nucleo di entusiasti, di collezionisti e persino di un piccolo mercato di album, riedizioni, remix e compilation. Il merito maggiore di Hülsbeck è certamente quello di aver dotato l'universo videoludico di una identità sonora elettronica, emergente dai suoi stessi chip, e non imitativa. Un'identità che non scimmiottava generi musicali del tutto estranei alla natura profonda del videogioco, e che non a caso sarebbe passata in eredità a generi e stili ludici lontani dal casual gamer.

Jeroen Tel (e i Maniacs of Noise)

Il Commodore 64 ha rivestito un'importanza straordinaria per la storia dei videogiochi, fungendo da "nave scuola" per moltissimi sviluppatori e compositori. Tra i pionieri dell'epoca c'era Jeroen Tel, un ragazzone olandese capace di spremere a fondo il chip audio del Commodore 64 (SID) come pochi nella storia. Il talentuoso Jeroen, che a volte si firmava con il nome in codice WAVE, non è conosciuto però "solo" per la sua bravura nell'utilizzare il synth, ma anche per essere il co-fondatore dei Maniacs of Noise assieme all'amico Charles Deenen. Questo gruppo realizzerà tantissime composizioni musicali per videogiochi tra la fine degli anni '80 e gli inizi degli anni '90, tra i quali Myth: History in the Making, Flimbo's Quest, Turbo Out Run e Bad Blood. E anche dopo l'addio nel 1991 di Deenen, il team continuerà a comporre, fino ai giorni nostri, musiche per videogiochi e per i siti Web di film hollywoodiani.

Rob Hubbard

Un altro autore considerato tra i "grandi" del SID del Commodore 64, Rob Hubbard incarna il concept primordiale della musica videoludica. Ispirandosi ad artisti del calibro di Pink Floyd, Rob ha letteralmente stravolto in pochi anni tutti i parametri delle colonne sonore per personal computer, lavorando a grandi "classici" del tempo come Commando, International Karate, Skate or Die! e Monty on the Run. Eppure, nonostante le limitazioni tecniche del tempo riuscì a tirar fuori delle splendide sonorità rock progressivo nei videogiochi, rielaborando vari generi, e realizzando brani spesso estremamente complessi per il tempo. Il tutto sempre però al "servizio" del gameplay, creando cioè sonorità che avevano la capacità di essere dinamiche e cambiare in tempo reale, supportando le diverse fasi e ritmi di gioco.

Tim Follin

Quella del C64 è stata un'epoca dove l'industria dei videogiochi non era ancora ben definita, ed era quindi ancora possibile sperimentare, soprattutto in ambito computer. E in un contesto simile una singola persona poteva fare davvero la differenza, arrivando a creare dei lavori originali e interessanti. Tim Follin è una di queste: iniziò a lavorare a 15 anni presso Insight Studios, grazie al fratello maggiore Mike, che gli insegnò a programmare per lo ZX Spectrum, dove realizzò il suo primo lavoro, la colonna sonora del gioco The Sentinel. Anche se la sua fama inizierà a prendere forma con l'arrangiamento di classici cabinati Capcom, come Ghouls 'n Ghosts, di cui arricchirà la colonna sonora perfino con delle composizioni originali, e Bionic Commando. La sua voglia di sperimentare lo porterà nel tempo a utilizzare un approccio programmatico al posto dei classici strumenti per la composizione musicale, in quanto asserì che esso gli permetteva di lavorare con "una maggiore apertura mentale." Un esempio concreto di questo metodo l'abbiamo in Solstice per il Nintendo a 8-bit, con le sue meravigliose musiche medievaleggianti.

Koji Kondo

In una lista come questa non potrebbe mancare neanche volendo un'icona come Koji Kondo, storico artista giapponese legato a doppio filo a Mario e Zelda. Considerato giustamente il compositore simbolo di Nintendo, vanta fan del calibro di Paul McCartney e una carriera ancora in attivo costellata di successi indimenticabili. Sue sono infatti le musiche che hanno segnato la storia dei franchise (e dei videogame in generale) di Super Mario Bros e The Legend of Zelda, per non parlare di Starfox 64. Kondo ha contribuito come nessun altro all'idea della musica videoludica come refrain contagioso, come motivetto indimenticabile la cui forza melodica riesce tranquillamente a superare il pregio nell'esecuzione. Brani come l'Overworld theme sono rimaste impresse nella memoria di ogni videogamer anche per questo. Nel corso della sua lunga carriera all'interno di Nintendo, il suo stile è rimasto immutato seppur evolvendosi principalmente dal punto di vista tecnologico: l'ammodernamento dei supporti audio ha infatti determinato le possibilità per una svolta decisamente sinfonica dei suoi lavori, ma i suoi motivetti semplici e orecchiabili o delle sue colonne sonore talvolta solenni è rimasta intatta.

Nobuo Uematsu

Tra gli autori di musica per videogiochi più versatili e prolifici, Nobuo Uematsu è uno dei nomi più famosi del settore, non solo per il suo enorme contributo dato alla serie Final Fantasy di Square (ora Square-Enix), ma anche perché rappresenta il ponte ideale tra la figura del musicista e il compositore di videogiochi. C'è un motivo per cui Uematsu è stato definito "il John Williams del videogioco", ed è che con lui il videogame assume una connotazione da grande epos prima riservata solo al cinema, con predilezione per grandi temi maestosi e sonorità capaci di sconfinare dalle eteree atmosfere classicheggianti o ambient, misteriose e soffuse, a pezzi di elettronica percussivi e dai ritmi elevatissimi. Il valore delle sue opere è attestato sia dalle numerose esecuzioni da parte di ensemble filarmonici che dagli apprezzamenti di artisti di ogni genere. Tuttavia Uematsu è sempre stato convinto che pure nell'epoca dei DVD e della fine delle limitazioni tecniche, non bisogna dimenticare che in un videogioco la musica deve sempre rimanere al servizio della dinamica e globale esperienza ludica.

Yasunori Mitsuda

Non che le cartucce e la musica MIDI impedissero al videogioco di incorporare musiche altamente epiche, sinfoniche o complesse: la più eclatante dimostrazione, in questo contesto, della immortale lotta tra limitazioni e ambizione, con trionfo della seconda, è la stupenda e amatissima colonna sonora di Chrono Trigger per Super Nintendo, composta dal famosissimo Yasunari Mitsuda, con il supporto proprio di Nobuo Uematsu tra il 1994 e il 1995. Una vera e propria pietra miliare del settore, che spinse quasi al limite il chip sonoro della console di Nintendo. Non è un caso che Mitsuda definisca la realizzazione delle musiche di Chrono Trigger come uno dei suoi momenti più importanti dal punto di vista artistico e professionale. L'apice di una carriera che lo ha visto comporre svariate colonne sonore, da Mario Party a Xenogears, fino a Xenoblade Chronicles 2 e Final Fantasy XV (Episode Ignis), mostrando sempre una certa ecletticità e una fantasia fuori dal comune.

Michiru Yamane

Nella storia dei compositori di musica per i videogiochi, la veterana Michiru Yamane è tra quelli che meglio hanno saputo scrivere, nella grande storia del gioco elettronico, una pagina col proprio nome e la propria musica. In particolare grazie al contributo sonoro offerto alla serie Castlevania, con Castlevania: Symphony of the Night che rimane per la critica il suo capolavoro indiscusso. È proprio in quest'opera, infatti, che l'artista ha forse espresso tutto il suo talento realizzando una serie di brani che da soli rappresentano tutto il suo repertorio stilistico, il quale unisce sapientemente un'anima gotica e rock a sonorità più classiche e jazz. Michiru è famosa anche per il suo grande eclettismo, che la porta a sperimentare nuovi percorsi musicali, anche a costo di deludere il suo pubblico, come avviene con la colonna sonora di Suikoden III per PlayStation 2, o di sorprenderlo positivamente, come col successivo Castlevania: Lament of Innocence in cui abbandona lo stile classico e rock per sceglierne invece uno sinfonico, in cui predominano anche le percussioni e i cori.

Akira Yamaoka

Akira Yamaoka è un artista che non ha bisogno di presentazioni. Il suo nome è legato indissolubilmente alla serie Silent Hill di Konami e alle sue particolari sonorità di genere ambient, industrial, trip-hop e rock. Musiche capaci di catturare subito l'ascoltatore con delle melodie d'atmosfera e dalle sfumature spesso malinconiche, che mutano costantemente seguendo quanto accade sullo schermo, esattamente come i paesaggi e la realtà del videogioco. Di fatto, e nonostante le tante collaborazioni (Contra, International Superstar Soccer ), Akira Yamaoka è uno di quegli artisti che è riuscito a dare una sua impronta netta, indissolubile, a un'intera opera, conferendole un carattere ben specifico. Il suo stile, ispirato ad artisti del calibro di Angelo Badalamenti e Depeche Mode, si è evoluto assieme alla saga. Capitolo dopo capitolo, ha affinato ancora di più le sue tecniche, integrando nuovi modelli sonori frutto di lunghe sessioni di sperimentazione, lavorando sulla fusione fra tracce musicali, rumori ed effetti audio del gioco, e introducendo temi vocali nel franchising.

Motoi Sakuraba

Altro veterano del settore, Motoi Sakuraba è uno di quei compositori che a inizio carriera ha saputo fare di certi limiti imposti dall'hardware, lo stimolo giusto per dare sfogo alla sua fantasia e al suo talento. Spinto a sfruttare fino in fondo ogni possibilità che gli scarsi mezzi a disposizione permettevano, ha saputo aggirare i problemi ed è riuscito ad aprire inaspettate possibilità espressive. Lo si può ascoltare nei suoi primi lavori col mitico Wolf Team, soprattutto nel capostipite della serie Tales of, saga sulla quale continuerà ad apporre il suo marchio di fabbrica anche in appresso, quando diventerà un compositore freelance. Sakuraba combina sapientemente rock progressivo e il genere melodico giapponese degli anni '80, condendo il tutto con sfumature barocche. Ma col tempo continua a sperimentare e amplia i contenuti attraverso ritmi complessi e sonorità particolari, dove vengono esaltati i riverberi, i flauti, i violini, i toni minimali del piano e i cori maschili, come in uno dei suoi capolavori, ovverosia la colonna sonora di Dark Souls. Abile tastierista, Sakuraba è noto anche per i suoi numerosi lavori musicali per serie anime, drammi televisivi e album, oltre che per essere il compositore più prolifico nel settore videoludico, dove continua a produrre in media oltre 250 brani all'anno per conto di Namco, Camelot, tri-Ace, tri-Crescendo e altri clienti.

David Wise

Scrivi David Wise e inevitabilmente finisci per leggere Rare e Donkey Kong Country. La carriera di questo compositore britannico è infatti legata in particolare proprio alla famosa azienda produttrice di videogame fondata nel 1985 da Tim and Chris Stamper, e alla figura del famoso gorillone di Nintendo, di cui ha curato praticamente tutte le colonne sonore, contribuendo al suo successo. Wise, che è noto per il suo stile musicale accattivante, in grado di mescolare suoni ambientali naturali con accompagnamenti melodici ma al contempo ritmati, anche da percussioni, in realtà ha curato le colonne sonore di altre produzioni importanti, quali Battletoads, Battletoads & Double Dragon e Star Fox Adventures, giusto per citarne qualcuno. Ma nell'immaginario collettivo, anche oggi che non lavora più con Rare e fa il compositore e sound designer freelance, è e resterà sempre l'autore di quegli splendidi brani che accompagnavano le avventure del simpatico Donkey Kong e dei suoi amici.

Tim Wright (CoLD SToRAGE)

Molti compositori di musica per i videogiochi, come abbiamo visto, sono spesso anche artisti a tutto tondo. Tim Wright, in tal senso rientra proprio in questa categoria. Oltre a realizzare fin dall'adolescenza brani per l'ambiente videoludico, sponda Commodore Amiga per Psygnosis, nel corso della sua lunga carriera l'artista gallese si è dedicato anche a mille altri progetti, compreso la creazione di software musicali, la progettazione di siti web, album e altre opere multimediali. In ambito videogame, basta citare alcuni dei giochi a cui ha collaborato per farsi un'idea dell'importanza di questo autore: Lemmings, Shadow of the Beast 2 (splendido e riconoscibilissimo il suo tema principale), Shadow of the Beast 3, Leander e Agony, con lo spettacolare main theme classico suonato al pianoforte, tutti su Amiga. E poi i vari Sensible Soccer, Wipeout e Gravity Crash. Conosciuto anche con lo pseudonimo di CoLD SToRAGE, Tim è un artista eclettico, capace di lavorare con qualsiasi strumento, dal Korg M1 al pianoforte classico, componendo in maniera trasversale brani d'ispirazione electro-pop anni '80, new wave, techno e break beat.

I grandi esclusi (ma solo per ragioni di spazio)

La nostra carrellata non poteva da sola esaurire la quantità e la varietà di artisti del settore. Ecco quindi l'elenco di quelli che abbiamo dovuto lasciare fuori da questo articolo, sperando di non fare alcun grosso torto od omissione.

Yuzo Koshiro (Streets of Rage), Kenichiro Fukui (Einhänder), del tedesco Michael Hoenig (Baldur's Gate), di Allister Brimble (Alien Breed), Jeremy Soule (Elder Scrolls), Kenji Yamamoto (Metroid) o del compianto Norman Corbail (Heavy Rain e Beyond: Two Souls). E ancora, del compositore danese Jesper Kyd Jakobson (Hitman, Assassin's Creed e Borderlands), del vincitore del British Academy of Film and Television Arts Award, Jeff van Dyck (Total War), e dello scozzese Grant Kirkhope (Banjo-Kazooie e Perfect Dark). Per non parlare di Chris Hülsbeck (Turrican ), Martin Galway (Parallax), Marty O'Donnell (Halo), Koichi Sugiyama (Dragon Quest) e Chrisopher Tin, l'unico compositore ad aver vinto un Grammy con un brano realizzato per un videogioco (nel 2011 per Baba Yetu-Civilization IV). Infine Yoko Shimomura (Super Mario RPG e Parasite Eve) e Michael McCann (Tom Clancy's Splinter Cell, Deus Ex e Borderlands 3).