Only a Game
Phantasy Star Online pur essendo per certi aspetti un gioco di ruolo, non presenta di certo una storia complessa. In verità la storia è solo una scusa per giocare, ma se avete un GameCube non dovrebbe essere una situazione nuova… In soldoni, degli scienziati avevano inviato un’astronave, tale Pioneer 1, per esplorare un pianeta su cui trasferirsi ed insediarsi. Questa nave dopo alcuni accertamenti cadde nell’oblio, e nell’impossibilità di comunicare dalla stazione spaziale venne lanciata la Pioneer 2, che aveva il compito di investigare sulla scomparsa della sua antenata. La ricerca non fu lunga, il pianeta, Ragol per l’esattezza, pullulava di animali trasformati in mostri (mai letto Cujo?) e di Pioneer 1 non c’era più nessuna traccia. L’insediamento non era quindi più facile come sembrava all’inizio, perciò lo studio spaziale affidò il compito di “ripulire” Ragol agli Hunter, che impersonerete voi. Come, quando e quale Hunter giocare lo deciderete tramite un ottimo sistema di creazione del personaggio, e da questo momento in poi PSO è solo un gioco, niente più storia, niente più video.
Prima di passare ad analizzare la solida struttura di PSO, spieghiamo il perché del suffisso 1&2 della versione GameCube. In questo nuovo disco si potrà scegliere l’Episodio 1, uguale a quello apparso nella prima edizione per Dreamcast, ed Episodio 2, con i livelli comparsi per la prima volta in PSO v1.2 sempre per DC con l’aggiunta di altri due bellissimi stage, sicuramente i più riusciti del gioco, totalmente inediti e con una grafica nettamente superiore al resto. Ovviamente si può sviluppare il proprio personaggio fino a livello 200, ma farlo sarà veramente una missione lunga ed impegnativa…
Dopo aver scelto se giocare offline o online, e di quest’ultima modalità ci occuperemo dopo perché stramerita un capitolo a parte, verrete chiamati a creare il vostro personaggio, operazione divertente ed emozionante. Innanzitutto potrete scegliere tra tre tipologie principali di combattenti: Hunter, forti in mischia, divertenti e facili da controllare, Ranger, tiratori scelti, richiedono un po’ più di addestramento per essere padroneggiati a dovere, e infine i Force, i “maghetti” della situazione, la classe più difficile da interpretare. Queste tre classi si dividono a loro volta in altre quattro sottoclassi, in cui si potrà scegliere se creare un guerriero umano, elfo o robot, ognuno ovviamente con le proprie peculiarità. Una delle poche cose dell’editing che non mi sono piaciute è l’impossibilità di scegliere a proprio piacimento il sesso del personaggio: ad esempio non si può fare una donna guerriero. Le classi e i sessi sono perciò un pacchetto unico.
Fatto questo, sarà la volta di modellare a vostro piacimento il pargoletto. Sceglierete la corporatura, mingherlino o robusto, il taglio e il colore dei capelli, il colore e il tipo dell’armatura (anche questo in pacchetto unico purtroppo), il tipo e il colore della pelle e degli occhi e, infine, il nome. Quest’ultimo, in base ad un codice, vi donerà un simbolo che caratterizzerà il personaggio, in tutto sono una decina. Non sono lì solo per bellezza, ma influenzeranno il ritrovamento di alcuni oggetti rispetto ad altri durante le vostre missioni.
E’ Ora di Partire, Destinazione Ragol!
Il giocatore rimane inizialmente un po’ spaesato dalla vastità dei menù. Da qui si può vedere la lista delle armi raccolte, il vostro equipaggiamento, le vostre magie, il vostro status con le caratteristiche del personaggio e, infine, il vostro Mag. Sicuramente una bella idea, questa del Mag, partorita dalle menti del Sonic Team probabilmente mentre si sollazzavano col Tamagotchi: questo esserino che vi svolazzerà intorno infatti dovrà essere accudito, nutrito tramite le vostre preziose pozioni e medicine e tenuto sempre sott’occhio in modo che non si stanchi di voi. In cambio lui aumenterà le vostre caratteristiche in base a cosa gli darete da mangiare, vi proteggerà e aiuterà in certi frangenti… e, lasciatemelo dire, vederlo cambiare aspetto mano a mano che avanza di livello è davvero divertente. Peccato non si possa portare in giro col GameBoy Advance. Emm…
Dopo che avrete preparato i vostri bagagli e le vostre armi, che sono veramente un’infinità ma non tutte ovviamente utilizzabili sin dall’inizio, sia perché non sono in vostro possesso sia perché troppo potenti per voi, partirete all’avventura. E qui vi renderete conto per la prima volta che Phantasy Star Online non è un gioco di ruolo, del GDR ha solo l’evoluzione del personaggio, ma una specie di picchiaduro a scorrimento vecchio stampo. In effetti la struttura è molto lineare e ripetitiva: apri la porta, sconfiggi i nemici, guadagna i punti esperienza, apri le casse, raccogli gli oggetti, apri la porta, sconfiggi i nemici, ecc… E, nonostante la lista dei nemici esistenti su Ragol sia abbastanza lunga e varia, la maggior parte di questi soffrono di estrema Deficienza Artificiale, ovvero si fanno picchiare senza opporre molta resistenza. A presiedere ciascun livello c’è un boss finale, realizzato molto bene, le cui tipologie vanno da dragoni a vermi giganti, da mech ad immensi ippogrifi.
La struttura di gioco come abbiamo detto è lineare e abbastanza banale, e non sono migliori gli enigmi ed il level design, fatta eccezione per rari casi. Una volta terminata l’avventura principale, che si può affrontare in quattro diversi livelli di difficoltà (Normal, Hard, Very Hard ed Ultimate) ovviamente non tutti accessibili da subito, si potranno scaricare da internet delle quest per affrontare nuove missioni. Ma qui entra in ballo la rete, che prenderemo in considerazione più tardi.
Oltre alla modalità di gioco normale ce ne sono altre due, chiamate Battle e Challenge. La prima pone tutti i personaggi partecipanti a livello 0, e questi utilizzando le sole armi disponibili nell’arena dovranno abbattere gli ex compagni in uno scontro fratricida. Buona l’idea, non altrettanto buona la realizzazione: le arene sono troppo grandi, trovarsi è difficile e il fattore fortuna incide troppo sull’andamento della gara. Il Challenge consiste invece nella cooperazione tra i giocatori e si svolge all’interno di livelli pensati appositamente per questa modalità.
Ma tornando all’avventura principale, come fa un gioco banale, lineare, ripetitivo ad essere così apprezzato dal pubblico? Del resto se così tante persone hanno perso tante ore della loro preziosa vita dedicandole a PSO un motivo ci sarà, non sono certamente tutti pazzi… Finalmente credo di aver trovato la risposta alla mia domanda. In PSO non si giocano i livelli, si gioca il personaggio. Il divertimento non sta nel risolvere un enigma o nel trovare la strada giusta, ma nell’uccidere i nemici e ottenere punti esperienza. Nel trovare le armi rare dopo aver ucciso un boss gigante. Nel vedere il proprio alter-ego virtuale diventare sempre più potente, avere sempre più armi, difese e magie, nell’osservare l’evolversi del proprio mag. Una conferma della mia tesi può essere il fatto che ogni giorno gli Hunters presenti su Ragol rigiocano gli stessi livelli, che ormai conoscono come le loro tasche, sempre con lo stesso entusiasmo e con la stessa voglia di diventare più forti e di confrontarsi col nemico e con sé stessi.
Ma, ovviamente, l’aspetto fondamentale e senza il quale PSO risulterebbe solamente un giochino discreto, è la possibilità di accedere alla comunità Online.
Welcome to Ragol
Una volta connessi, dovrete subito scegliere la vostra destinazione: ci sono tante ship dove incontrarsi, divise in tre fasce principali, quella europea, quella statunitense e quella giapponese. All’interno di queste ci sono una decina di navi, divise a loro volta in dieci blocchi, composti da 15 lobby. Detto così potrebbe sembrare complicato, ma in poche sere su Ragol farete subito pratica. Trovare gli amici sarà comunque facile nonostante tutte queste navi, visto che potrete scambiarvi le vostre Guild Card dopo esservi incontrati una prima volta; queste consentiranno di contattarsi ovunque vi troviate, purché ovviamente entrambi gli utenti siano connessi.
Dopo aver scelto gli Hunter con cui andare all’avventura, il gioco offrirà la stessa struttura della modalità Offline che abbiamo visto poco fa, ma con tre amici in più con cui cooperare e con cui preparare strategie belliche. Cosa non da poco insomma, sommate poi la possibilità di scambiare oggetti, magie, armi e avrete il panorama completo di una situazione totalmente diversa da quanto visto con l’offline. A proposito del numero di partecipanti, un team non può essere composto da più di quattro persone.
Nel gioco Online, oltre che all’avventura principale, potrete accedere come detto prima alle famose quest, che varieranno per un po’ la vostra esperienza di gioco offrendo obiettivi e missioni diversi dal solito. Completandole, inoltre, otterrete nella maggior parte dei casi dei bei regali: impossibile dimenticare il disco di Nights da giocare su GameBoy Advance tramite il cavo link, che è solo uno dei tantissimi extra; ci sono anche un vecchio Phantasy Star e l’ormai immancabile Chao Garden. Online avrete, ma questo era scontato, la possibilità di comunicare con gli altri utenti sia digitando con la tastiera sia usando un sistema di icone (Presente anche un rudimentale sistema di traduzione in varie lingue tra le quali, purtroppo, non è contemplato l’Italiano), e di imparare a conoscerli, tanto che su Ragol sono nate addirittura delle amicizie e, perché no, degli amori… Beh, non esageriamo, quest’ultimo fenomeno si è osservato finora solamente tra i malati dagli occhi a mandorla… Come ogni mondo vivo che si rispetti, Ragol verrà addobbato a dovere per ogni festa comandata: da San Valentino, dove tutto sarà pieno di cuori, a Pasqua, pieno di uova, passando per il Natale innevato. Ad accompagnare le novità estetiche spesso ci saranno delle nuove quest preparate per l’occasione e in sintonia con l’atmosfera della festa, ad esempio durante il San Valentino giapponese c’era una missione affrontabile solamente da una coppia. Ma giocare Online è divertente anche per ricercare insieme ai compagni le armi rare e i nemici introvabili, oltre che per tutta una serie di motivi difficili da spiegare razionalmente, ma che capirete benissimo una volta entrati nell’atmosfera del titolo.
Tutto bello, quindi? No, perché, oltre al fatto che il gioco potrebbe stancare dopo molte ore Online e dopo poche Offline, i costi per partire all’avventura sono davvero troppo alti: il gioco più il modem, che fortunatamente è disponibile sia a 56k che come adattatore per la Banda Larga, costa attorno ai 90 euro, senza considerare che se si vuol giocare come si deve Online bisogna acquistare anche una tastiera, che si aggira attorno ai 35 euro, quella della Datel simile allo standard per PC, o addirittura ai 100, quella della ASCII stile portatile con i bordi però che riprendono il controller del GameCube così da non perdere tempo nel passare dal giocare allo scrivere.
Basta? No, certo che no… Ogni mese, tranne il primo gratis, dovrete sborsare 9 euro di Hunter License per poter usufruire dei servizi offerti dalla SEGA, pagabili solamente tramite carta di credito. Se non bastasse, ogni ora passata su Ragol non è né più né meno che come un’ora di connessione col vostro PC, sicché il costo dipenderà dall’abbonamento che avete sottoscritto.
Ah, Già…
In mezzo alle tantissime cose che ci sono da dire sul titolo, mi sono scordato brutalmente di commentare la realizzazione tecnica… Partiamo dalle note buone, nel vero senso della parola: il sonoro è fantastico. Oltre al bellissimo motivo cantato che accompagna l’introduzione, tutte le musiche sono ben arrangiate e si adattano sempre ottimamente all’atmosfera del luogo in cui ci si trova.
La grafica invece è brutta. Non inguardabile, ma brutta. Il primo approccio è scioccante: appena si prende in mano il pad sembra di giocare al rallentatore; fortunatamente questa sensazione di disagio si allontana dopo qualche minuto di gioco. I modelli poligonali sono buoni, le texture invece, abbastanza scialbe, no, e gli effetti luce non sono all’altezza. Gli ambienti migliorano esponenzialmente nei livelli creati per il GameCube, con riflessi e colori deliziosi. Seaside e Seadbed, per fare un esempio, sono una gioia anche da vedere.
Inutile dire che la grafica non è il punto di maggior forza di Phantasy Star Online…
Commento
Phantasy Star Online è un gioco dalla doppia faccia. Molto bello e soprattutto terribilmente appassionante Online, abbastanza scialbo offline se giocato solo in single player. Potrebbe annoiare alcuni giocatori dopo qualche ora di gioco: del resto il titolo è solo discreto in sé per sé, a renderlo grande sono l’evoluzione dei personaggi e la cooperazione tra i giocatori. E il mondo Online sempre vivo. Per godere del vero mondo di Ragol, quello in rete, la cifra da sborsare è però troppo alta, accessibile solo ai veri appassionati di videogiochi disposti a sacrificare così tanti soldi per un “semplice” gioco.
Un altro aspetto negativo è che il gioco causa dipendenza. Una volta entrati nel circolo vizioso di PSO non se ne esce più, solo la bolletta sui 250 euro potrà farvi cambiare idea…
In definitiva, personalmente, non reputo Phantasy Star Online un bel gioco, sono sicuro però che sia il gioco che mi ha coinvolto di più, se non di sempre, sicuramente degli ultimi anni. Thank you, Sonic Team!
Pro
- Unica avventura Online
- Incredibilmente appassionante e additivo
- Ottimo sistema di evoluzione, del personaggio come del Mag
- Tantissimi extra
- Cooperazione tra giocatori fondamentale e ben implementata
- Gran sonoro
- Gameplay in sostanza banale e ripetitivo
- Può essere anche troppo additivo…
- Costi troppo alti
- Grafica datata
E ora torno a giocare, devo salire di livello…
Correva l’anno 2000 quando SEGA col suo Dreamcast, la console che aveva già mostrato tutto quando gli altri avevano ancora solo dei progetti, lanciò il primo Phantasy Star Online; non il primo Phantasy Star, poiché come ricorderete, la saga nasce sotto forma di JRPG 2D assolutamente offline, con episodi comunque completamente diversi e col solo nome e qualche ambientazione in comune con PSO.
In ogni caso, Phantasy Star Online seppe appassionare, stregare e divertire milioni di giocatori e, credetemi, milioni di giocatori Dreamcastiani erano davvero un gran risultato. Tanti appassionati non si fecero problemi a pagare una bella sommetta per godersi il nuovo pargolo del mai abbastanza lodato Naka che, non contento, rilasciò una versione aggiornata del gioco, la 1.2, con la possibilità di sviluppare più profondamente il proprio personaggio e con nuovi livelli, nuovi boss e nuove quest. Purtroppo l’infelice storia del Dreamcast non garantì una lunga a vita a PSO, che comunque rimane ancora nei cuori di tantissimi videoplayers: Naka aveva vinto la sfida più difficile della sua carriera, era riuscito in uno dei progetti più ambiziosi dell’intera industria videoludica e sicuramente il più ambizioso del Sonic Team. Perché, lo ricordiamo ai più sbadati, Phantasy Star Online è la prima avventura Online per console.