Planet Zoo lo abbiamo incontrato a Cambridge, nel bel mezzo dello Science Park fondato dal Trinity College, dopo aver raggiunto l'ultimo piano della base operativa di una compagnia indipendente ben diversa da tante altre. Quando ci riferiamo a Frontier Developments parliamo infatti di un piccolo titano che conta due studi, 450 dipendenti e un lussuoso quartier generale pieno di vetri oscurati che nascondono i segreti dell'azienda. E proprio dietro a uno di questi abbiamo intravisto un David Braben impegnatissimo, ma la nostra attenzione è volata subito verso il protagonista della giornata, un complesso gestionale che trasuda cura per il dettaglio da ogni poro.
Tratti genetici e comportamentali di una fauna tecnologicamente avanzata
La versione attuale di Planet Zoo è quella pre-final e manca di rifiniture la cui assenza, che sarà colmata da qui alla finestra di lancio prevista per l'autunno 2019, ci ha precluso la possibilità di provare con mano il titolo Frontier. Ma la sessione di giocato condotta dagli sviluppatori ci ha rivelato parecchi dettagli che abbiamo approfondito successivamente, guardando diverse meccaniche girare in tempo reale sulle postazioni di lavoro del team. E quanto abbiamo visto, compreso il delizioso trailer che dovrebbe essere ormai pubblico, è stato più che sufficiente per metterci voglia di addentare una preda succosa, un gestionale che in quanto a complessità compie un passo in avanti rispetto ai suoi predecessori, mescolando la libertà di plasmare ogni dettaglio di un intero zoo con una dimensione gestionale decisamente complicata, da una parte di natura economica e dall'altra zoologica. Sono inevitabilmente gli animali, d'altronde, i protagonisti del nuovo titolo di una software house che da Kinectimals a Jurassik Park Evolution ha compiuto una sorta di percorso verso un qualcosa di decisamente più complesso, qualcosa che sembra voler combinare la varietà di uno Zoo Tycon con tecnologie decisamente avanzate. E questo qualcosa è proprio Planet Zoo, un titolo che ci chiede da una parte di costruire biomi perfetti per ospitare gli animali, reattivi sia al clima che al tipo di terreno, e dall'altra di garantire ai visitatori del giardino zoologico la possibilità di godere al meglio della vista dell creature del parco.
Da qui la necessità di valutare con molta attenzione la posizione dei punti di osservazione, di giganteschi acquari con vetrata panoramica, dei passaggi per i visitatori, dei trenini per il trasporto rapido, dei ripari per la pioggia destinati agli animali e delle strutture ricettive, tutti frammenti di un caleidoscopio di elementi che devono intrecciarsi al al meglio per consentire allo zoo di accontentare clienti, conto in banca e animali. Ma il successo non si limita alla fase di costruzione, benché questa sia fondamentale, pretendendo una cura attenta e continuativa. Gli animali non sono attrazioni da luna park e non reagiscono solo al terreno o al clima: hanno un carattere, si feriscono, espletano le loro funzioni, si ammalano, si annoiano e via dicendo. Per tenerli in forma servono giochi, cure, ripari dalle intemperie e pulizie, sia per il cibo che va a male sia degli specchi d'acqua che tra feci e altro possono diventare ricettacoli di malattie capaci di sterminare i nostri preziosi animali. Inoltre è bene tenere conto anche della riproduzione che a sua volta è influenzata dai tratti genetici e dal carattere. Un animale, per esempio, può essere o meno un alpha ed è unico, frutto dei tratti ereditari dei genitori che ne determinano manto, resistenza, e altre caratteristiche che vanno a sommarsi a quelle intrinseche delle oltre cinquanta specie disponibili, alcune portate a muoversi in branco, altre in solitaria e tutte differenziate per abitudini e peculiarità, tutte studiate con attenzione dagli sviluppatori.
Tecnologia, comparto sonoro e campagna single player
Planet Zoo è un titolo massiccio, tanto da portare gli autori a valutare attentamente determinate possibilità che potrebbero creare qualche complicazione, sia in termini tecnici che di bilanciamento. Gli animali, per esempio, potranno fuggire dalle loro aree, portando scompiglio tra i visitatori, ma sembra che non sia stato ancora deciso se quelli caratterizzati da artigli, denti e da una dieta carnivora potranno attaccare i visitatori. E siamo sicuri che da qui al lancio parecchi altri elementi saranno ridiscussi più e più volte, vista la complessità di un titolo che punta in alto in ogni campo, a partire dall'intelligenza artificiale per arrivare a una componente tecnica di sicuro impatto. In continua evoluzione dal 1988 e già sorprendente, adattandosi senza problemi tanto a Elite: Dangerous quanto a Planet Coaster, il motore grafico di Frontier Developments mette in campo terraformazione, spazi immensi, nubi volumetriche e per la prima volta l'erba tridimensionale e la capacità di cambiare radicalmente quanto abbiamo davanti in base alle condizioni climatiche, con la neve che si accumula gradualmente sul terreno, sulle strutture e sulle foglie degli alberi, in tempo reale. Il tutto mentre decine di animali si spostano, reagiscono e si riproducono seguendo un complessissimo albero comportamentale e gironzolando intorno a grossi specchi d'acqua pieni di riflessi o nel bel mezzo di enormi costruzioni incredibilmente complesse. E tutto questo con un dettaglio impressionante per un titolo che permette di saltare istantaneamente dall'occhio di una zebra a una panoramica di una buona porzione di uno spettacolare zoo popolato da centinaia di visitatori.
Le texture degli animali, nello specifico, sono splendide e si inseriscono in un quadro che emana cura per il particolare in quasi ogni aspetto. Parliamo di svariati asset per il cibo destinato agli animali, per il cibo deperito, per i trenini, per le teche popolate da riproduzioni minuziose di insetti reali e per le numerose decorazioni che vanno dal tribale al moderno e sono state ricreate, come le strutture, studiando gli zoo di maggior successo del mondo. Il tutto sostenuto da un reparto sonoro fatto di decine di campionamenti di altissima qualità, molti dei quali realizzati internamente, che confluiscono in un comparto audio a dir poco curato. Basti pensare che gli effetti sonori degli animali, a decine per ogni specie, sono una piccola parte, appena udibile, di un caos di rumori pensato per essere sempre cangiante, per dare spazio a ogni elemento dello scenario e per evolversi di pari passo con lo zoo. E tutto questo andrà a vantaggio anche di una vera e propria campagna single player, una sorta di modalità carriera che vedrà il giocatore vestire i panni di un manager impegnato a superare una serie di sfide e che, a detta degli sviluppatori, avrà contenuti in abbondanza. Tra l'altro le missioni non si concluderanno automaticamente al completamento, lasciandoci modo di continuare a giocare in uno scenario che potrebbe risultare particolarmente stimolante. Niente limiti, dunque, anche se questa volta la libertà, punto cardine dei gestionali Frontier, dovrebbe essere accompagnata da un livello di sfida più alto, anche se non ci aspettiamo una difficoltà elevata vista l'intenzione degli sviluppatori di evitare qualsivoglia rischio che l'esperienza diventi punitiva.
Planet Zoo è il nuovo gestionale di Frontier Developments, il team del celebre David Braben che torna a mettere piede nel regno animale con un titolo complesso, un simulatore di zoo, in arrivo su PC in autunno, che ci ha colpito per complessità, qualità tecniche e cura per il dettaglio.
CERTEZZE
- Tecnicamente impressionante
- Campagna single player
- Un titolo ricco e complesso
DUBBI
- Non ci aspettiamo un livello di sfida memorabile
- Ottimizzare un titolo tanto complesso potrebbe non essere facile