Parto innanzitutto dalle questioni più tecniche. Come è fatto questo SSD di PS5? Perché non si tratta di un semplice SSD di quelli che troviamo ormai da anni sui PC da gioco, anche quelli non necessariamente di fascia top?
In realtà in parte è proprio così visto che comunque la tecnologia, di fondo, è la stessa: chip di memoria flash di tipo NAND collegati tra loro da linee elettriche e gestite da un controller che interpreta le istruzioni di lettura e scrittura. La differenza sostanziale è nei collegamenti tra l'SSD, la memoria di sistema e il SoC, ovvero la CPU e la GPU: essendo completamente custom, fatti su misura da Sony e dai suoi partner hardware per PlayStation 5, possono puntare a prestazioni che non è possibile vedere e sperimentare su PC dove la necessità di formati standard compatibili, livella verso il basso ogni possibilità prestazionale.
I chip di memoria di questo SSD sono interconnessi con un'interfaccia a 12 canali e, in questo modo, l'SSD di PlayStation 5 può raggiungere i 5,5 Gb al secondo di velocità di trasferimento con una capienza di 825 GB. Come mai una dimensione così strana visto che siamo abituati a ragionare per multipli di 256 GB? Perché non un classico disco da 1 TB? Stando alle parole di Mark Cerny, 825 GB è proprio quel valore in grado di sfruttare alla perfezione l'interfaccia a 12 canali e, allo stesso tempo, non far lievitare i costi produttivi della console.
SSD PCI Express 4.0 NVME
In concreto questo SSD si interfaccia con il SoC attraverso un classico collegamento PCI Express 4.0, ma rispetto agli SSD che è possibile acquistare su PC, per PS5 Sony ha realizzato tutta una serie di ottimizzazioni per ridurre qualsiasi tipo di collo di bottiglia nel trasferimento dei dati e, in più, la gestione delle operazioni può avvenire su 6 diversi livelli di priorità, rispetto ai consueti 2 del protocollo NVME. In questo modo lo sviluppatore può scegliere più agilmente e con più precisione quali dati far muovere prima e in che modo.
Ma non è ancora tutto perché sviluppare e installare un controller proprietario ha permesso a Sony di "farcire" questa componente installando, ad esempio, un chip dedicato alla decompressione dei formati più usati dall'industry così da non andare a pesare sul processore principale della console, a differenza di quanto avviene con il PC. In questo modo, l'SSD di PlayStation 5 può raggiungere una velocità ancora superiore, intorno all'ordine degli 8-9 Gb al secondo, senza ripercussioni sulla potenza della console.
E la cosa più importante, stando alle parole di Cerny, è che tutte le operazioni avvengono in modo assolutamente invisibile per lo sviluppatore, senza che lui debba sviluppare chissà quale routine o tenere conto di chissà quale ambito di programmazione: gli basta chiedere i dati e il sistema glieli restituisce a una velocità mai avuta prima in ambito console.
La rivoluzione del gameplay
Ma in concreto, cosa comporta avere un sistema di immagazzinamento dati così veloce? Non si tratta solo di avere dei caricamenti dei salvataggi più brevi oppure vedere il proprio gioco preferito avviarsi molto prima del solito su PS5, ma qui si parla di una rivoluzione che potrebbe modificare le meccaniche e il gameplay di alcuni generi.
Avete presente tutti quegli action e adventure in terza persona che ci costringono a tenere premuto un tasto solo per vedere il protagonista che solleva un tronco o si infila in un cunicolo strisciando per secondi e secondi? Oppure quando capita di infilarsi in un ascensore o un qualche altro ambiente per aspettare qualcosa prima che si apra la porta che ci fa accedere a un nuovo scenario? Ecco questi sono tutti stratagemmi che gli sviluppatori negli anni si sono inventati per mascherare il caricamento del livello che avviene dietro questi muri invisibili. Siccome fino a questa generazione, i dati si sono sempre mossi più lentamente del giocatore, gli sviluppatori dovevano ricorrere alla fantasia per rallentare artificiosamente i player.
Lo stesso vale anche per gli open world: non è un caso che le varie cavalcature, i mezzi volanti, le macchine quando giocate ai vari The Witcher, Assassin's Creed, GTA e così via, abbiano sempre velocità molto limitate oppure, nel momento in cui le utilizzate, il mondo intorno a voi peggiori graficamente o si impoverisca di persone ed elementi su schermo: il motore deve caricare i dati mentre vi spostate e se vi spostate troppo velocemente, non riuscirebbe a far apparire edifici, foreste e nemici con adeguata rapidità. Avvengono i vari fenomeni di pop up e pop in: ovvero gli elementi letteralmente appaiono su schermo invece di avvicinarsi dall'orizzonte.
Come espandere l'SSD di PS5?
Ma nel momento in cui in ogni console venduta è incluso un SSD che rende il caricamento dei dati istantaneo, ecco che gli sviluppatori, all'improvviso, si trovano con un problema enorme in meno.
E allora ci possiamo immaginare open world in cui il protagonista potrebbe viaggiare a velocità virtualmente infinite, o teletrasportarsi in un attimo da un punto all'altro della mappa. Altro che viaggio rapido che obbliga all'immancabile schermata di caricamento. Il viaggio rapido potrebbe diventare un potere speciale da utilizzare in qualsiasi momento e con risultati immediati, oppure potremmo non dover più ricaricare un salvataggio perché, in caso di morte, il gioco ci farebbe ripartire istantaneamente da dove eravamo pochi attimi prima. Per non parlare di quei giochi di ruolo dove siamo obbligati ad aspettare degli attimi prima di poter vedere il rendering grafico di un pezzo di equipaggiamento montato sul nostro protagonista oppure quei giochi di guida e quei picchiaduro dove la selezione di un combattente o di una vettura non è mai istantaneo, ma bisogna sempre aspettare del tempo per vedere effettivamente quell'elemento apparire su schermo.
Ecco, tutto questo, da un momento all'altro sparirà. Se non vi sembra rivoluzionaria una roba del genere, davvero non so cosa possa sembrarlo. Tra l'altro, Cerny e Sony sembrano aver pensato davvero a tutto, persino alla questione dello spazio su disco esaurito. In un modo che, personalmente, reputo anche migliore e più attento al consumatore rispetto all'idea della simil memory card proprietaria di Xbox Series X.
PlayStation 5, oltre a supportare gli hard disk esterni con collegamento USB 3 solo per immagazzinare dati e per far partire giochi della generazione PlayStation 4, avrà anche uno slot di espansione tradizionale NVME PCI Express 4.0. Nessun formato proprietario o attacco speciale. Il giocatore potrà andare in un qualsiasi negozio di informatica, online e su strada, e comprare un qualsiasi SSD a patto che questo non abbia dimensioni eccessive, magari a causa di qualche dissipatore esagerato o qualche led luminoso e garantisca un certo grado di prestazioni che dovrà essere superiore, di qualche punto percentuale, rispetto ai 5,5 Gb al secondo dell'SSD saldato sulla scheda madre di PlayStation 5.
Come vi dicevo all'inizio infatti, gli SSD tradizionali hanno solo 2 livelli di priorità e ovviamente hanno il loro controller per la gestione dei dati e per questo motivo dovranno essere più prestanti: probabilmente si parlerà di dischi da almeno 6 o 7 Gb al secondo, per compensare la diversa gestione delle priorità.
Ovviamente aspettiamoci una sorta di certificazione ufficiale PS5 che cominceremo a vedere apparire sulle confezioni degli SSD o magari una lista aggiornata costantemente da Sony sul sito ufficiale della console ma, in concreto, ci potrà essere una concorrenza e soprattutto il giocatore potrà scegliere marca e capienza senza che sia invece il produttore della console a imporre il suo standard.
Ma è davvero tutto così bello e promettente? Beh, in realtà, secondo me, sì. E sono davvero curioso di vedere cosa si inventeranno gli sviluppatori nei prossimi 2-3 anni per sfruttare l'SSD di PlayStation 5. Nell'attesa che questo avvenga, come sempre, vi invito a commentare il video per farmi sapere se anche voi reputate interessante questa introduzione o se da una nuova generazione vi aspettate ben altro.