Guardando la storia dei primi due capitoli si poteva pensare che A Plague Tale fosse un raro caso di serie difficile da tramutare in una trilogia, considerando come la narrazione si sia perfettamente sviluppata e poi conclusa alla fine del secondo, ma non bisogna mai sottovalutare la creatività spinta dal successo di un franchise videoludico. L'annuncio di Resonance: A Plague Tale Legacy è giunto dunque come una totale sorpresa, piacevolissima quanto inaspettata, considerando che l'esperienza sembrava essersi ben espressa ed esaurita con quanto avevamo visto finora, ma siamo ben contenti di essere rimasti spiazzati da questo nuovo titolo.
Considerando l'impossibilità di recuperare l'epopea di Amicia e Hugo, a meno di non ricorrere a forzature che avrebbero snaturato tutta la storia originale, l'unico modo di tornare in quel mondo era attraverso uno spin-off, o se vogliamo un prequel in termini cronologici, ma con un aggancio ben radicato nella trama.
L'anello di congiunzione è rappresentato da Sophia, l'affascinante piratessa che abbiamo conosciuto in A Plague Tale: Requiem e che ha rappresentato una parte importante sia della narrazione che del gameplay del secondo capitolo. Il fatto che si trattasse già di un personaggio piuttosto sviluppato e profondo ha fornito un collegamento funzionale per costruire una nuova storia che potesse risultare subito interessante, ma un nuovo gioco interamente incentrato su Sophia potrebbe anche chiarire alcuni aspetti di Requiem.
Un buon punto di partenza
Restano tanti dubbi sull'effettiva capacità di un terzo capitolo slegato da Amici e Hugo di funzionare a dovere, ma non si può dire che il punto di partenza scelto da Asobo, ovvero Sophia, non sia interessante e meritevole di un approfondimento.
In A Plague Tale: Requiem la vediamo come una donna navigata, esperta e grande combattente, ma ci sono tanti elementi oscuri del suo passato che incuriosiscono, a partire proprio dalle sue capacità in combattimento, dal modo in cui accoglie i due protagonisti credendo alla loro strana storia e dal fatto che non esiti a schierarsi dalla loro parte, tranne qualche comprensibile resistenza iniziale. È un personaggio carismatico, ma anche enigmatico, che merita di essere approfondito e rappresenta probabilmente il miglior punto di partenza per uo spin-off.
La storia di Resonance: A Plague Tale Legacy si svolge quindici anni prima degli eventi di Requiem, quando Sophia fa ancora parte di una banda di saccheggiatori a tempo pieno. Non sappiamo ancora come ma, tra i suoi viaggi, si ritrova nel cuore della mitica isola del Minotauro, in una situazione di minaccia soverchiante, ma decisa a vendere cara la pelle.
La protagonista è visibilmente più giovane e meno esperta, forse alla ricerca di sé stessa in una fase indubbiamente burrascosa della sua esistenza, ma le sue esplorazioni la portano all'interno di un enorme enigma sovrastato da uno scontro impossibile: quello che sembra essere a tutti gli effetti il mitologico labirinto del Minotauro. Riprendendo un elemento costante della serie, anche qui la realtà storica tracima nel fantastico, con Sophia che sembra sbalzata da situazioni di guerra più o meno consuete a incontri totalmente fuori dal tempo.
Un sistema di combattimento tutto nuovo
Al contrario di Amicia, estremamente determinata grazie all'amore per il fratello, ma giovane e inesperta nel combattimento, almeno inizialmente, Sophia è una guerriera nata e questo si riflette anche nel gameplay, che in Resonance sembra puntare maggiormente sullo scontro classico.
La fionda lascia spazio a spade e pugnali, con un sistema di combattimento che si preannuncia totalmente diverso e un'azione generale meno imperniata sullo stealth e gli scontri a distanza. Asobo parla in questo senso di meccaniche costruite da zero e incentrate su parate, contrattacchi e mosse sorprendenti in un sistema dinamico che si arricchisce anche grazie a oggetti ed equipaggiamenti che si possono trovare in giro sull'isola.
Il combattimento è insomma considerato "una componente inedita" costruita apposta per Resonance, ma non è certamente l'unica sfida: come si conviene alla tradizione della serie, ci sono anche enigmi e prove di vario tipo da affrontare, avanzando fra i segreti di un'antica civiltà minoica perduta. In base a quanto riferito dagli sviluppatori, il destino di Sophia è legato al misterioso eroe dall'armatura d'oro che vediamo nel trailer mentre entra in quella che sembra essere un'antica arena per gladiatori e che ha combattuto sulla stessa isola 4500 anni prima di lei.
Luce, ombra e il filo di Arianna
Nelle profondità dell'isola, dove verosimilmente il level design labirintico prende il sopravvento e probabilmente troveremo la maggior parte di enigmi e misteri, tra le rovine di un'antica civiltà dobbiamo muoverci seguendo anche gli appunti che si trovano in giro, cercando tracce e punti di riferimento su come proseguire.
In qualche modo, il grande mistero dell'isola è legato a una manifestazione oscura della macula, la malattia che ha colpito Hugo e che Sophia infatti sembra conoscere in qualche modo nel momento del loro incontro. Nell'oscurità che avanza, la sfida si giocherà tra luce e ombra, spiegando probabilmente la particolare abilità che abbiamo visto anche in Requiem e che consente alla protagonista di rifrangere la luce per farsi strada nel buio.
L'idea è che la meccanica base degli enigmi possa avere a che fare con questo contrasto fra luce e ombra, e non è da sottovalutare quel filo luminoso che ricorre come un elemento fondamentale nel trailer: il filo di Arianna, si direbbe, considerando che ci si trova al cospetto del Minotauro. Proprio tutta la componente da avventura con puzzle è la parte che incuriosisce maggiormente di Resonance: A Plague Tale Legacy, considerando che le abilità di Sophia, al di là del combattimento, sono ancora in gran parte sconosciute. Quelle viste nel capitolo precedente rappresentavano giusto elementi diversivi a supporto delle caratteristiche principali dei protagonisti, ma in questo caso gli sviluppatori dovrebbero aver escogitato qualcosa di completamente nuovo anche sul fronte dei puzzle.
L'altro elemento che risulta ancora misterioso è la manifestazione del sovrannaturale nel mondo di gioco, e come la macula possa avere un impatto nella storia di questo personaggio, che si prospetta come una sorta di racconto delle origini dall'ottimo potenziale. C'è ancora molto tempo per tornare a parlarne, con Resonance: A Plague Tale Legacy che è atteso per il 2026 su PC, PS5 e Xbox Series X|S, disponibile peraltro al lancio direttamente nel catalogo di Game Pass.