Annunciato a settembre dello scorso anno, il thriller fantascientifico in prima persona The Invincible, sviluppato Starward Industries, ha attirato l'attenzione grazie a un art design affascinante. Avrebbe dovuto uscire quest'anno ma, come sappiamo da tempo, non ce la farà. Ad aprile gli sviluppatori di Starward Industries hanno annunciato il rinvio al 2022 per avere modo di completare la loro visione e la cosa non ci addolora più di tanto. D'altronde abbiamo visto fin troppi titoli eccellenti uscire incompleti e, talvolta, correre il rischio di sprecare irrimediabilmente un gran potenziale.
Tra i titoli che hanno deluso le aspettative in tempi recenti c'è senza alcun dubbio Cyberpunk 2077, completo solo a metà seppur forte di un design cittadino in grado di ridefinire i parametri degli open world, ma lo chiamiamo in causa in questa sede per altri e più interessanti motivi. Lo studio di sviluppo Starward Industries è infatti composto da ex dipendenti di CD Projekt RED tra cui il fondatore Marek Markuszewski, project manager di The Witcher 3: Wild Hunt - Blood and Wine, che in qualità di CEO ha raccolto sotto la sua guida anche qualche ex di Techland, altra software house polacca di spessore, mettendo assieme un bel bacino di talenti che si sono radunati a Cracovia per confezionare un'esperienza narrativa estremamente coinvolgente.
Ne parliamo nella nostra anteprima di The Invincible, in arrivo il prossimo anno su PC, PS5 e Xbox Series X.
Dal romanzo al videogioco
The Invincible, ispirato all'omonimo romanzo di Stanislaw Lem, è nelle mani di un piccolo team di 12 persone che nasce guardando al segmento dei titoli AA. Lo sguardo quindi è rivolto verso produzioni dal buon tenore tecnico, ma senza perdere di vista il budget (come risulta evidente dall'organico). Non è detto che il team nel frattempo non si sia allargato, ma non parliamo certo di una produzione da centinaia di dipendenti. Ciononostante si ispira a titoli piuttosto complessi come Prey, lasciandoci immaginare un gioco di ruolo in prima persona capace di combinare azione, abilità e gadget. Non a caso nello stesso annuncio si è fatta menzione di una tecnologia analogica, base di un titolo retro-futuristico che vuole rievocare l'era della corsa allo spazio, ma abbastanza avanzata da poterci mettere a disposizioni droni e robot.
Ma tra le inevitabili promesse con cui è presentato ogni titolo, quella di The Invincible che ha attirato maggiormente la nostra attenzione è l'ambizione di regalarci un'esperienza più "olistica e credibile" rispetto ai titoli a cui si ispira, grazie a uno storytelling dinamico integrato direttamente nell'azione. A detta degli sviluppatori sarà possibile dialogare e compiere scelte decisive senza interrompere l'azione, che in alcuni casi costringerà a effettuare decisioni entro un tempo limite. Sembra quindi sottintesa la promessa di un'esperienza dal ritmo cinematografico, ma questa impostazione non dovrebbe comportare, come visto in altri casi, una longevità limitata.
Gameplay: cosa ci aspettiamo
Difficile parlare di meccaniche quando tutto quello che si ha in mano sono un pezzo della colonna sonora, comunque decisamente suggestiva, e una manciata di immagini. Ma qualche informazione su quello che potremmo trovarci davanti l'abbiamo. Sappiamo infatti che The Invincible guarda a Prey e Bioshock e ci aspettiamo quindi un "immersive sim" in prima persona, pensato sia per accogliere azione che elementi da gioco di ruolo.
Inoltre gli sviluppatori hanno menzionato la longevità parlando di una campagna principale lunga diverse ore e arricchita da almeno due ore di contenuti extra, ma anche finali multipli che dovrebbero garantire una certa rigiocabilità, sempre che il gameplay sia all'altezza delle aspettative. Di questo sappiamo poco, se non che dovrebbe godere di alcune delle caratteristiche principali dell'Unreal Engine 5.
Lo stesso team ha citato infatti la distruttibilità ambientale e il meteo dinamico, esaltando al contempo il sistema di illuminazione Lumen in grado di reagire a qualsiasi cambiamento ambientale, illuminando in tempo reale anche i detriti più piccoli. Non è chiaro se il team sia intenzionato a usare anche il sistema Nanite, in grado di gestire milioni di poligoni e di poter implementare quindi in un gioco asset ad altissima risoluzione realizzati con la fotogrammetria; è chiaro però che, parlando di corsa allo spazio e pianeti alieni, una tecnologia del genere potrebbe dare una marcia in più all'ambientazione.
Regis III: ambientazione di gioco
Il luogo in questione è il pianeta Regis III, un mondo all'apparenza desertico ma che sembra aver inghiottito completamente l'astronave Condor. Da qui l'ordine alla Invincible, la nave gemella, di indagare sul tragico accaduto e su cosa si possa nascondere su un pianeta che sembra totalmente privo di qualsivoglia forma di vita. Tutto intorno, invece, una guerra fredda interplanetaria.
D'altronde il team ne ha definito i contorni e lo stile prendendo a piene mani dal genere atompunk, tra le branche più inquietanti ma al contempo suggestive della fantascienza. Basti pensare a Fallout, che incarna perfettamente il contrasto tra le pubblicità a cartoni sulla minaccia atomica, la cieca propaganda nazionalista e l'effettivo rischio corso dall'umanità di finire in una nuvola di polvere radioattiva.
Ci aspettiamo quindi rimandi, grandi scritte e un sacco di propaganda, anche se in chiave diversa. D'altronde si basa sull'opera di Stanislav Lem che parla di esplorazione e parla di un diverso tipo di rischio derivato dalla tecnologia. La storia non è particolarmente complessa ma è coinvolgente, non si fa mancare un classico colpo di scena da fantascienza classica e ha un buon ritmo, elemento che a quanto pare premo molto a Marek Markuszewski, a capo del progetto The Invincible oltre che CEO di Starward Industries.
Non a caso il designer ha sottolineato come il libro sia una sceneggiatura cinematografica comprensiva di dinamiche strutturate tra l'equipaggio della nave, esplorazione e la potenza descrittiva di un romanziere il cui immaginario ha influenzato pilastri del videogioco come Will Wright e Hideo Kojima. Perfetto quindi come fonte di ispirazione per un team che singolarmente può contare su una grande esperienza, ma è nato da poco. Anche da qui la necessità di prendere una storia in grado di essere tradotta facilmente in un gioco, in modo da concentrare l'attenzione del team su contenuti, grafica e meccaniche.
The Invincible strizza l'occhio a tutti gli appassionati di fantascienza classica, Urania, Star Trek, misteri spaziali e immaginari retro-futuristici in genere, promettendo un'esperienza ad alto coinvolgimento e di buona longevità grazie al talento di un team composto da veterani di CD Projekt RED e Techland. La sfida è ambiziosa e il team piccolo, ma le idee sembrano chiare, la fonte d'ispirazione è eccellente e l'immaginario ci ha già catturato.
CERTEZZE
- Una sceneggiatura già pronta
- Scenario intrigante
- Un team di veterani che sembra avere le idee chiare
DUBBI
- Del gioco vero e proprio è stato detto molto poco