Come si fondono armoniosamente una struttura da GDR a turni, sessioni acrobatiche su skateboard in paesaggi onirici, e una base narrativa presa di peso dall'ormai stranoto Scott Pilgrim? Ah boh, noi di certo non lo sappiamo, ma evidentemente qualcuno nel piccolo team indie di nome Outerloop Games deve aver avuto un'illuminazione, perché il loro ultimo gioco vuol essere esattamente il minestrone di sistemi e meccaniche sopracitato.
Abbiamo provato Thirsty Suitors come parte della selezione di videogiochi del Tribeca Festival. La demo purtroppo ci ha permesso di testare solo la fase introduttiva della campagna, eppure questo curioso titolo ricco d'influenze è in realtà meno schizoide di quanto si possa pensare, tanto che potrebbe rappresentare una curiosa sorpresa nel panorama se gestito a dovere. Vediamo come mai.
Un esercito di ex
Non abbiamo tirato fuori Scott Pilgrim a casaccio, anche se la premessa di Thirsty Suitors è piuttosto diversa da quella del noto fumetto di Brian lee O'Malley. Anche qui, infatti, la protagonista, una ragazza di nome Jala, deve vedersela con un esercito di Ex apparentemente desideroso di tornare nelle sue grazie, ma la cosa non accade per via di un'altra relazione, bensì semplicemente perché Jala decide di tornare nella sua città natale dopo anni di assenza.
Il motivo del ritorno non è del tutto chiaro, o almeno non lo è dalle prime battute: in parole povere la ragazza è appena uscita dall'ennesima relazione finita male e ha deciso di far visita a sorpresa ai suoi parenti per "sistemare" nel frattempo i rapporti in frantumi che si è lasciata alle spalle. Laddove però un altro titolo affronterebbe la cosa a suon di dialoghi e dramma, qui le cose si risolvono... con battaglie a turni degne di un jrpg.
La narrativa del titolo dopotutto ruota interamente attorno ai costrutti mentali della protagonista, dotata di una fantasia tale da creare percorsi acrobatici da superare per completare un semplice test attitudinale, o un clone ideale di sua sorella che le fa da interlocutore durante l'avventura. Questa traslazione dell'immaginario nel reale comprensibilmente dà forma a una miriade di situazioni differenti, che gli sviluppatori hanno furbescamente sfruttato per mettere in campo gameplay piuttosto diversificati.
Avete presente quando parlavamo di skateboard? Beh, è proprio quello il mezzo che dovrete utilizzare nei percorsi appena descritti, con tanto di salti di precisione e acrobazie tra un dialogo e l'altro. Vero, durante la demo abbiamo potuto provare una sola "pista", ma se non altro il test integrato ci ha permesso di personalizzare in parte lo sviluppo della protagonista, dato che le statistiche variano in base alle sue scelte e a come scegliete di caratterizzarla.
È un mix d'idee indubbiamente curioso, e avremmo voluto vedere le sue evoluzioni. Più che altro perché, seppur interessante, abbiamo trovato il tutto un po' rozzo e limitato pad alla mano e bisogna dunque capire se a gioco finito questi livelli a là "Tony Hawk" rappresenteranno effettivamente una gradita variazione sul tema o solo un riempitivo noiosetto. Il potenziale perché il tutto si evolva positivamente, comunque, c'è.
Turni bollywoodiani
La parte più strutturata del gioco sono gli scontri, anche se si tratta a tutti gli effetti di battaglie ricche di umorismo dove dialoghi e attacchi folli avanzano di pari passo. Nella demo era disponibile solo lo scontro con il primo Ex di Jala, un energumeno dalla peluria straordinariamente curata di nome Sergio, eppure è stato più che sufficiente per farsi un'idea delle meccaniche.
Come già accennato, ogni incontro con un Ex è una battaglia a turni con varie mosse utilizzabili e una barra del mana necessaria per utilizzare i poteri speciali della protagonista. La barra dell'energia si riempie utilizzando l'attacco normale, ma questo fa ben pochi danni ed è assolutamente necessario utilizzare le abilità in modo oculato per avere la meglio. Visto che qui non si tratta di combattimenti reali però, bensì di conversazioni trasformate in epici (e demenziali) confronti dall'immaginazione di Jala, le "magie" non sono altro che insulti capaci di amplificare le insicurezze caratteriali degli avversari (come la dipendenza di Sergio dalla madre, per fare un esempio).
Le evocazioni seguono la stessa filosofia: durante una fase d'invulnerabilità del nemico all'interno del suo "palazzo mentale", abbiamo letteralmente dovuto evocare un'immagine psichica della madre della protagonista armata di ciabatta per far tornare le cose alla normalità.
Questa tendenza quasi bollywoodiana a puntare su scene assurde, perlomeno, non sembra privare il gioco di complessità: vi sono status applicabili con gli insulti che aumentano i danni inflitti, oggetti curativi molto potenti (ma all'apparenza piuttosto limitati), ed è chiaro che si vedranno altre meccaniche specifiche durante ogni battaglia con un boss. Sarebbe stato piacevole affrontare almeno qualcun altro dopo Sergio per fare delle valutazioni extra, ma la demo è stata comunque più che piacevole nel complesso. Sembra vi sia anche un interessante sistema da "dating sim" che in base alle scelte fatte nei dialoghi porta gli scontri con gli ex a concludersi in modo "romantico" o "amichevole, e siamo curiosi di capire dove questa scelta andrà a parare.
E per quanto riguarda il comparto tecnico? Beh, Thirsty Suitors non è certo eccelso dal punto di vista grafico, tuttavia il gioco controbilancia parzialmente la cosa grazie ai suoi colori accesissimi e al suo folle mondo. La build da noi provata ci è peraltro parsa molto più rifinita di quanto non fossero i primi video mostrati del titolo, quindi è chiaro come lo sviluppo sia progredito più che degnamente.
Seppur abbastanza rozzo nelle meccaniche e nei sistemi, Thirsty Suitors è un folle mix di umorismo e meccaniche che potrebbe davvero avere il suo perché se gestito con intelligenza dal suo team di sviluppo. Difficile adesso capire fino a che punto saprà evolversi, ma speriamo riesca a sfruttare al meglio il suo potenziale per trasformarsi in una bella sorpresa indie. L'ambientazione e l'idea di fondo sono abbastanza assurdi da supportare la cosa.
CERTEZZE
- Concept assurdo, ma affascinante proprio per questo
- Bella varietà potenziale visto il misto di sistemi
DUBBI
- Le meccaniche al momento sono un po' rozze