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Vietcong

Multiplayer.it si spinge fino nel lontano continente asiatico per raccontarci le novità sul fronte degli shooter tattici.
I ragazzi del Pterodon Team, insieme ai più famosi Illusion Softworks, producono un titolo che si vuole porre a metà fra un'attenta ricostruzione storica ed un'entusiasmante esperienza dal sapore molto cinematografico.
Seguite la nostra anteprima e scoprite con noi se ci troviamo di fronte ad un Apocalypse Now in prima persona!

ANTEPRIMA di Luca Paladino   —   09/04/2003
Vietcong
Vietcong

Una versione quasi definitiva: una prima impressione.

Ebbene si, le nostre spie sono riuscite a farci avere una versione quasi definitiva del gioco, talmente "quasi definitiva" che è già localizzata. Ecco una prima succosa notizia tutta per voi: il gioco è completamente localizzato in italiano, voci comprese! Direi che partiamo bene, no? Anzi, voglio sbilanciarmi: il doppiaggio è fatto dannatamente bene e risulta molto più credibile e coinvolgente di tanti altri più blasonati lavori. Ok, l'ho detto.
Dopo un piccolo qui pro quo in fase di installazione (l'eseguibile pensava fossi una spia russa, ma alla fine l'ho ingannato dicendogli che sono una spia bulgara), riesco finalmente a lanciare il gioco.
La prima cosa che mi ha colpito è stato il menu principale, molto curato ed elegante, e l'interfaccia decisamente precisa ed amichevole con cui ho potuto personalizzare i vari controlli e le impostazioni video. Tutto molto facile e funzionale, complimenti.
Prima di lanciarmi nella campagna single player ho preferito gettarmi direttamente nella mischia e testare subito il motore di gioco, così mi fiondo a capofitto nel menu di azione istantanea, imposto le numerose variabili di gioco e parto con l'unico scenario ancora presente. Livello difficile, ovviamente (per il livello Vietnam non mi sentivo pronto).

Vietcong
Vietcong

Una versione quasi definitiva: una prima impressione.

La giungla è avvolta dalle ombre della sera ed offre uno spettacolo surreale, quasi spettrale, mentre io e la mia squadra ci dirigiamo lungo il sentiero che ci porterà al fiume. I nostri passi disturbano la quiete e nell'aria si sente solo il ronzio di qualche insetto, oltre il rumore dell'erba calpestata, così decidiamo di procedere più silenziosamente, raggruppati per disperdere eventuali nemici. Strisciando, finalmente superiamo il grosso masso che ci occlude la visuale della riva e cominciamo a prendere posizione dietro alcuni tronchi.
Morto.
Un cecchino da lontano m'ha freddato mentre mi sdraiavo accanto ad un tronco. Mapporc...
Riproviamoci.
Riavvio la missione, stavolta procedo con più cautela e quando arrivo nella "zona calda" mi tengo più al coperto, lasciando che i miei compagni, senz'altro più esperti di me, affrontino la fase iniziale dell'ingaggio. Striscio dietro un masso, mi sporgo ed osservo la folta vegetazione. Il crepitare delle armi è tutt'intorno, i miei compagni combattono bene e tirano giù qualche maledizione di tanto in tanto, i proiettili sibilano e rimbalzano contro la pietra, la giungla è impenetrabile e di nemici neanche l'ombra. Mi chiedo come sia possibile che i miei compagni riescano a vedere i Vietcong mentre io non ne scorgo nemmeno uno, così mi sporgo di più. Niente. La foresta è ancora impenetrabile, così cambio posizione ed i proiettili cominciano a piovermi addosso mentre mi sposto per raggiungere un tronco nei pressi. Eccolo! Un Cong, lì... dietro un cespuglio, ma allora esistono davvero! Prendo la mira (c'è un bel mirino giusto al centro dello schermo, come in ogni fps) e sparo. Nulla, lui spara contro di me e mi ferisce. Miro di nuovo, ma stavolta uso la modalità secondaria di sparo, quindi il mirino sparisce ma il fucile si allinea con la mia visuale, permettendomi una visione più chiara ed una mira più precisa. Il Cong è di nuovo visibile, sporge la testa dai cespugli ed io sparo. Niente, sono una pippa.
Mentre rifletto sul significato profondo dell'universo, il dannato muso giallo mi fa fuori. Perfetto, stavolta ho resistito quasi un minuto, wow!

Vietcong
Vietcong

Una versione quasi definitiva: una prima impressione.

Riprovo, ma adesso abbasso la difficoltà a normale.
Stavolta non mi soffermo a camminare silenziosamente, i Cong sono lì: io lo so e loro lo sanno, punto. Arrivo in prossimità della zona di fuoco, mi lancio dietro un tronco e dò un'occhiata in giro. Oramai sono più scafato e mi sto facendo un'idea di come stanarli. Loro, ovviamente, sono più invisibili di un conto svizzero, ma con un po' di attenzione riesco ad individuarli. Si nascondono dietro ogni sorta di riparo ma si muovono in continuazione, coprendosi a vicenda. Sono piccoli e insidiosi, sono pericolosi come il morso di un serpente, ma adesso sono a difficoltà normale (!) quindi posso sporgermi dal mio riparo e sparare. Dopo qualche tentativo, finalmente riesco a seccarne uno prima di terminare il mio viaggio in questa valle di lacrime, freddato dal solito cecchino ovviamente.
Dunque, il primo approccio è stato drammatico e frustrante, ho riportato una sonora sconfitta e la mia partita, per di più, è durata davvero poco.
In base a questa considerazione, ho capito che avevo sbagliato l'approccio, credendo di trovarmi di fronte ad un clone di SoF2, mentre in realtà era qualcosa di molto diverso. In secondo luogo, mi sono reso conto che avevo lasciato completamente in disparte l'aspetto grafico. La molla primaria che mi aveva spinto a provare l'azione istantanea era, diciamocelo, la curiosità di vedere questo motore grafico, così essenziale ed antiquato, all'opera. Invece, sin dal primo momento mi sono lasciato trascinare nel vortice della missione al punto tale da non soffermarmi sul dettaglio visivo. In pochissimi minuti di gioco, questa "versione quasi definitiva" mi ha insegnato molte cose.
Senza addentrarmi in ulteriori dettagli, ho preso di petto la campagna single player, affrontandone una consistente parte, ed ho continuato la prova di questo interessante titolo.

Vietcong
Vietcong

Una versione quasi definitiva: il lato tecnico.

Ma non dilunghiamoci in chiacchiere: voi vorrete sicuramente sapere qualcosa di più di questo motore grafico, non è così?
Bene, in effetti la grafica è datata, nel senso che i modelli sono spigolosi e le texture sono sgranate, inoltre ogni tanto si possono notare i soliti problemi di compenetrazione dei poligoni. Eppure, nonostante questa forte limitazione, il gioco risulta molto appagante da un punto di vista visivo. La ricchezza dei dettagli, il design molto verosimile delle mappe e, più in generale, una notevole dovizia di particolari, riescono a rendere bello quello che a prima vista poteva apparire brutto.
La giungla, così come ogni altro ambiente, è viva, si "sente" mentre respira attorno a noi e si avverte una forte sensazione di immersione negli scenari. La vegetazione si muove per il vento... o forse sono loro, i "Charlie", che fanno frusciare le foglie. Le cime degli alberi si intrecciano sulle nostre teste mentre un rumore dietro di noi ci fa voltare di scatto: è solo una rana che saltella beata, una piccola maledetta rana che ci ha quasi fatto vuotare un caricatore intero.
Insomma, la grafica è essenziale ma fa egregiamente il suo dovere.
Ma non saremo sempre nella foresta, il nostro tempo passerà anche all'interno della base dei marine, al campo di Nui Pek. Il campo è costruito su di una collina, su cui svetta una torretta di guardia, una bandiera americana e qualche tetto di legno. Il resto è sotto terra, all'interno di bunker scavati fra le trincee, ed è qui che troveremo il nostro alloggio, in uno di questi piccoli, stretti e dannatamente accoglienti bunker.
Ogni cosa è riprodotta in maniera quasi maniacale, da rendere partecipe il giocatore, e ben presto impareremo a conoscere e fare amicizia con i vari personaggi presenti, principalmente con i nostri compagni di squadra.

Vietcong
Vietcong

Una versione quasi definitiva: il lato tecnico.

E già, perchè mica saremo soli a combattere i musi gialli, no? Avremo di supporto un'intera squadra, composta da ben cinque persone: una guida locale, un marconista, un medico, un geniere ed un pazzo furioso armato all'inverosimile che non aspetta altro di radere al suolo il mondo intero.
Ognuno di loro ha un ruolo ed il medico curerà le ferite dei commilitoni (pensate: pure le nostre), mentre il marconista ci permetterà di tenerci in contatto col campo base, mentre la guida ci condurrà attraverso i territori ostili e via dicendo. Il ruolo principale di ognuno di loro, comunque, è senz'altro quello di combattere ed essere di supporto nelle nostre operazioni. Inutile dire che ognuno di loro è di vitale importanza ai fini del gioco.
Se da un lato il motore grafico è decisamente "essenziale", dall'altro è estremamente fluido in ogni situazione. Ho provato il gioco su di un AthlonXP 1700 con 512 MB di ram ed una GeForce3 Ti200, a 1024x768x32 con il dettaglio al massimo, senza filtri, e non ho mai avuto rallentamenti vistosi, giusto qualche incertezza di tanto in tanto, ma molto di rado.
Abbiamo parlato dei compagni di squadra, vediamo meglio come si comportano sul campo, visto che ci troviamo.
L'Intelligenza Artificiale è implementata piuttosto bene, i comportamenti sono credibili e le personalità virtuali molto raramente faranno grosse cappellate. Sempre pronti a coprirsi a vicenda e dannatamente difficili da stanare, i Vietcong si rivelano degli avversari molto tenaci e spesso letali. Le routine di IA li spingono ad avere comportamenti diversi in diverse situazioni: durante una fase concitata fra i cespugli, ad esempio, saranno sempre in movimento, passando da un nascondiglio all'altro e dandosi copertura reciproca, mentre quando li troveremo asserragliati nelle loro trincee, cercheranno con ogni mezzo di tenerci lontani e spesso qualcuno si avventurerà in avanscoperta per farci qualche scherzo, ma se saremo più forti di loro, allora li vedremo battere in ritirata, verso una posizione più sicura.
Parlando dei soldati con cui andremo in missione, c'è da dire che sono sempre pronti a gettarsi nella mischia, laddove ce ne fosse bisogno, e sono ottimi a fornire copertura. Sempre tempestivo, il medico porta soccorso a chiunque venga ferito ma quando c'è da imbracciare un fucile è bravo come i suoi compagni. A seconda degli ordini che gli impartiremo, poi, li vedremo reagire in maniera appropriata e si disperderanno o ci copriranno le spalle se glielo chiederemo.

Vietcong
Vietcong

Una versione quasi definitiva: il lato tecnico.

Addirittura, dopo uno scontro, i soldati corrono a saccheggiare i cadaveri dei nemici per rifornirsi di munizioni. Certe volte sono così bravi che lasciano persino me a secco.
L'unico difetto finora riscontrato è che a volte i compagni di squadra tendono a mettersi in mezzo, fra me ed i nemici, beccandosi qualche pallottole dal lato sbagliato.
In definitiva, quindi, possiamo dire che l'IA è convincente e presenta ben poche sbavature, perdonabili oltretutto, rendendo più verosimile e convincente l'esperienza di gioco.
L'aspetto sonoro non è da meno e durante le missioni saremo davvero circondati dai rumori della giungla, soprattutto se attiviamo l'audio posizionale. La colonna sonora è in pieno stile anni '60 e nel nostro bunker potremo persino ascoltare la radio con tanto di dj che commenta i pezzi. La cosa bella è che la trasmissione non si interrompe mai e ci capiterà di ascoltare un sacco di bella musica mentre leggiamo i vari documenti sparsi per la nostra scrivania. Naturalmente, questo aumenta a dismisura l'impressione di trovarsi un metro e mezzo sottoterra e con i Charlie pronti a sbucare da un momento all'altro.
Unica nota negativa, però, il fatto che alcune frasi non siano state tradotte e così, quando diamo ordini ai nostri compagni, ci capiterà di sentire un "engage!", oppure un "ok, quiet", se ordiniamo un atteggiamento aggressivo, o furtivo, mentre non saranno rari i momenti in cui, durante un conflitto, i nostri compagni di squadra tireranno le loro belle maledizioni in inglese. Ma confidiamo che nella versione finale questo piccolo inconveniente verrà corretto.

Vietcong
Vietcong

Realismo vs Gameplay.

Essendo un gioco di guerra, e per di più con un approccio orientato parecchio alla tattica, e richiamando, in un modo o nell'altro, titoli appartenenti anch'essi al filone bellico come Operation Flashpoint e Ghost Recon, questo Vietcong potrebbe far nascere l'aspettativa di essere un simulatore militare con i crismi, ma non è così. Al pari di MOH:AA, in Vietcong i combattimenti saranno semplificati rispetto a quelli visti, per esempio, nella serie Rainbow Six e saranno caratterizzati soprattutto da una buona dose di azione, mentre le armi non sono certo riproduzioni fedeli e la balistica non è quella delle armi vere. I fanatici del realismo, allora, saranno sicuramente delusi da questo titolo nel quale, oltretutto, in alto a destra compare un bel radar che indica le posizioni di amici e nemici vicini.
Vietcong, insomma, è un connubio ben realizzato fra l'azione e la tattica, fra l'azione solitaria ed il gioco di squadra e, per quello che ho potuto finora provare, questo mix sembra bilanciato molto bene, ma non è un gioco realistico.
Qualche perplessità, inoltre, m'è rimasta sul sistema di mira che non sempre sembra essere preciso. Vuoi perchè con lo sparo secondario il mirino sparisce, vuoi perchè magari c'è il vento a disturbare la traiettoria della pallottola, vuoi perchè il fucile ha la canna storta, però a volte mi sono trovato a mancare dei bersagli che mi parevano ben allineati con il fucile. Non so se questo fatto sia una caratteristica voluta, certo però riesce a dare un senso di maggiore "rudezza" al gioco, facendo sentire la precarietà del combattimento anche nell'uso impreciso dell'arma. Insomma, quando sparisce il mirino dall'hud (la croce a cui siamo abituati negli altri giochi) e si è costretti ad usare il mirino vero del fucile, allora il discorso si fa più delicato ed è sicuramente meno facile colpire i nemici, soprattutto se sono lontani. Più che in altri giochi mi sono trovato a commutare il mio fucile automatico sul fuoco singolo, per avere più precisione. Devo dire, comunque, che l'impressione generale è molto positiva ed appagante.

Vietcong
Vietcong

Realismo vs Gameplay.

Una cosa importante da aggiungere riguarda il sistema di salvataggi. Come già in altri giochi, sono presenti dei "checkpoint", raggiunti i quali la partita verrà salvata automaticamente. Non sono delle aree fisiche, in alcuni casi il salvataggio scatta al raggiungimento di certi obiettivi ed in altri casi in situazioni particolarmente importanti. Ad ogni modo, questi checkpoint sono gestiti in maniera molto bilanciata e non lasciano mai il giocatore con l'ansia di dover salvare. Ma a questi salvataggi automatici si aggiungono comunque quelli liberi, per cui potremo salvare in qualunque momento ci pare con un comodo sistema di quicksave. Ma dov'è la fregatura? Semplice, i quicksave sono limitati in numero e questo numero varia a seconda del livello di difficoltà.
Certe limitazioni sui salvataggi, sinceramente, le ho sempre odiate e le detesto tutt'ora, però c'è da dire che avere cinque quicksave in modalità normale, o quattro in modalità difficile, più i checkpoint, non penalizza affatto la giocabilità, anzi a volte ho finito delle missioni con quasi tutti i salvataggi intatti.

Vietcong
Vietcong

Should I Stay Or Should I Go?

Allora, che dobbiamo fare? Dobbiamo attenderlo con ansia questo gioco oppure non ce ne frega niente?
Insomma, l'anteprima l'abbiamo letta e dovremmo aver tratto già le nostre prime conclusioni, quindi: ci piace o non ci piace?
Assodato che se vi piace o no è una faccenda del tutto personale, posso solo limitarmi a dire cosa ne penso io. Vietcong è un gioco che ho trovato superiore a molte altre produzioni recenti, pur non possedendo un motore grafico adeguato agli standard odierni. Il fatto, però, che nonostante la grafica vecchia mi abbia appassionato tantissimo, per me è un grosso pregio e dopo averci giocato intensamente per alcuni giorni, sono giunto alla conclusione tutt'altro che azzardata che siamo di fronte ad un vero e proprio gioiello.
Resta da vedere la modalità multiplayer, che è la vera incognita, dal momento che con la build in mio possesso quando cercavo dei server non ne trovavo. Notevole, però, è il numero di modalità disponibili nelle partite multigiocatore. Si va dal DM classico al TDM passando per CTF, LMS, una specie di Domination e persino Cooperative. Ma di questo ce ne occuperemo meglio nella recensione completa.
Per adesso, direi che possiamo tranquillamente restare sintonizzati in attesa di ulteriori succose novità.
Oh... e naturalmente tenete sempre la testa bassa, prima che i maledetti musi gialli ve la facciano saltare!

Vietcong
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Altre immagini.

Chiudiamo questa ricca preview con una carrellata di screenshot, da gustare nell'attesa (breve) che arrivi il prodotto finito.
Enjoy!

Vietcong
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ARRUOLATO!

Sembra che nell'ambito degli shooter bellici ci sia una specie di trend "storico" che porta gli sviluppatori a visitare un po' tutti gli scenari e le epoche in cui ci sono stati scontri importanti o particolarmente drammatici. Così vediamo giochi ambientati durante la seconda guerra mondiale (MOH:AA e Battlefield 1942 su tutti), durante la guerra del Golfo (Conflict Desert Storm) e addirittura durante la guerra fredda (Operation Flashpoint). Inevitabile, allora, che prima o poi le truppe scelte dei migliori sviluppatori di software approdassero in quei territori dove si è svolto uno dei più crudeli e sanguinosi conflitti della storia: il Vietnam. Ed infatti sono almeno due i titoli ambientati in questo scenario, che arriveranno sui nostri pc, e cioè Men of Valor: Vietnam e questo Vietcong, di cui ci accingiamo a parlare.
Il genere degli shooter bellici, o comunque cosiddetti "tattici", è senza dubbio dominato da nomi importanti, del calibro di Ghost Recon, Operation Flashpoint e MOH:AA. E sarà proprio con questi colossi che dovrà fare i conti questo nuovo venuto, oserei dire un po' alla chetichella, che è Vietcong.
Devo ammettere che ero piuttosto scettico su questo prodotto, soprattutto dopo aver letto un po' di notizie in giro ed aver visto qualche screenshot.
La grafica, dalle foto che avevo visto (e che avete visto sicuramente anche voi), sembrava molto scarna, con texture sgranate e modelli spigolosi. L'impressione che ne avevo ricavato è stata quella di un gioco fallimentare, costruito su di un motore già vecchio e senza mordente. Quando Matt (il nostro boss redazionale) mi ha annunciato l'assegnazione proprio di questo titolo, ho pensato che mi avessero rifilato una sola clamorosa (Io che assegno sole? Naaaaaaaaa, N.d.Matt), ma da buon redattore (evviva lo spirito patriottico-redazionale) ho risposto "certo, lo faccio io!" e nel frattempo piangevo.
Sviluppato dai misconosciuti Pterodon Team, in collaborazione con i ben più noti Illusion Softworks, Vietcong si trova nella spiacevole situazione di essere un minuscolo Davide contro non uno ma tanti enormi Golia. Come se la caverà in questo impari scontro? Seguiteci e lo scopriremo insieme.