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Per Warren Spector il feticismo della violenza nei videogiochi si sta sempre più rivolgendo agli adolescenti

Anche se impropriamente si parla di contenuti maturi

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   14/06/2012

Il tema che più di tutti sta facendo discutere dell'E3 2012 è quello della violenza presente nella maggior parte dei filmati mostrati in fiera, soprattutto durante le conferenze. Il problema ovviamente non è di tipo morale, ma contenutistico. Non è difficile affermare che se hai solo sgozzamenti ed elicotteri che scoppiano da mostrare, i tuoi prodotti potrebbero nascondere un vuoto pneumatico di creatività che non compenserai certo con gli schizzi di sangue. Ma in fondo l'industria videoludica si è data come modello Michael Bay, il che non poteva portare che sulla strada della decadenza totale.

Negli ultimi giorni sono emersi dei dissensi a questa situazione. Non ultimo quello autorevole di Warren Spector, veterano dell'industria cui dobbiamo capolavori come Deus Ex. Il nostro non ce l'ha con la violenza in sé, di fatto presente nei suoi titoli più famosi e da sempre presente nei videogiochi, ma con il "feticismo della violenza" che sta emergendo negli ultimi titoli tripla A. Insomma, la violenza, come poi la sessualità, viene trattata in forme adolescenziali, con impalamenti e sgozzamenti in slow motion che servono solo a dare un po' di gioia agli adolescenti frustrati.

Per Spector è probabile che questo modo di trattare i contenuti si rivelerà un danno per l'industria sul lungo periodo e causerà dei problemi. Non dice quali ma, leggendo il resto, crediamo di capire che tema la ghettizzazione del medium, come è avvenuto negli ultimi anni per altre forme espressive.

Se volete leggere l'intervista completa, che tratta molti altri argomenti: Games Industry