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Daedalic si perde nell'Unreal Engine 4

Il produttore tedesco annuncia un RPG spaziale, basato sulla tecnologia Epic di nuova generazione

NOTIZIA di Stefano F. Brocchieri   —   24/01/2015

Ospiti di Daedalic Entertainment, ad Amburgo, qualche giorno fa abbiamo assistito alla presentazione di The Long Journey Home, titolo ad ambientazione fantascientifica realizzato con l'Unreal Engine 4. Come suggerisce il nome, scopo del gioco sarà quello di ritrovare la strada di casa, dopo che a seguito un ipersalto andato male ci si ritrova sperduti nell'universo. I panni da vestire saranno quelli del comandante della nave e dunque oltre che della propria vita si sarà responsabili anche di quella dei quattro membri del suo equipaggio. Un lato della faccenda "emozionale" che sembra corroborato anche dal tono di un breve teaser che ci è stato mostrato, particolarmente d'atmosfera, grazie a una direzione artistica felice anche se non granché originale (con le tinte che in certi casi virano su quelle tonalità pastello che ormai si tendono ad associare a No Man's Sky) e un accompagnamento musicale delizioso, firmato da Kai Rosenkranz, conosciuto principalmente per la colonna sonora dei Gothic.

D'altronde, secondo le dichiarazioni del produttore tedesco, la narrazione rappresenterà uno dei tre pilastri fondamentali del gioco, assieme all'esplorazione della galassia e alla gestione dell'astronave, mentre ci si confronterà con quattro razze aliene e con la necessità di procacciarsi risorse, arrivando a sbarcare sui pianeti, attraverso il controllo diretto del proprio velivolo. Questi i tratti salienti di un RPG spaziale che non sarà il tipico sandbox sconfinato di esplorazione in soggettiva, di quelli tornati in auge recentemente (quantomeno nella considerazione dei media), e con cui il responsabile del progetto si ritiene fortunato a non doversi confrontare, ma un'esperienza dalla scala più ridotta, focalizzata e "a dimensione umana". Tutto senza dubbio interessante e potenzialmente meritevole, ma allo stato attuale anche evanescente, fluttuante in quello status gassoso e indefinito tipico dei buoni propositi messi per iscritto su un documento di game design. Del resto il gioco si trova tuttora in fase di pre-produzione, con un team di cinque persone formato in seno a Daedalic West che ci sta lavorando da circa due mesi, mettendo a punto prototipi attraverso cui arrivare a definirne in concreto le caratteristiche.