Sono ormai molte le voci dell'industria videoludica a essersi schierate contro il bando temporaneo dell'immigrazione da alcuni paesi islamici voluto dal neo presidente Donald Trump. Non crediamo che il motivo sia strettamente politico, ma più pragmatico: le software house sono da sempre tra le società con la maggiore mobilità di dipendenti in assoluto. Soprattutto le più grandi si avvolgono del lavoro di persone provenienti da tutto il mondo. Quindi per loro certi limiti possono rappresentare un grosso danno e, se ampliati, possono portare a ritardi nella lavorazione dei giochi. Va anche detto che se dirigi un'azienda e vivi a stretto contatto con alcune persone per mesi o anni, è anche giusto che tu ti faccia partecipe dei loro problemi.
A quanto pare anche Blizzard si è schierata fortemente contro il bando. Una nota interna del CEO Mike Morhaime, inviata da un anonimo a Polygon, ha infatti espresso solidarietà verso i dipendenti che ne sono stati colpiti, offrendo loro supporto legale e tecnico, per gestire il difficile momento.
La nota dice inoltre: "L'ordine eseguito è in netto contrasto con i valori su cui è fondata la nostra società. Noi siamo, e sempre saremo, una compagnia che mira all'inclusione, che abbraccia le diversità e che tratta tutti con rispetto. Queste sono le fondamenta che rendono grande non solo la nostra azienda, ma l'America."
Insomma, si tratta di una condanna netta, contro un ordine che paradossalmente colpirà più chi è già negli Stati Uniti, costretto a rimpatriare nonostante abbia un posto di lavoro, che chi si trova nei paesi banditi, che al limite dovrò soltanto rimandare la partenza alla fine del provvedimento.