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Perché l’emulazione di Wii U e The Legend of Zelda: Breath of the Wild è interessante, a prescindere dal discorso pirateria

Wii U è una console particolare ma poco venduta, che probabilmente potrà salvarsi dall'oblio proprio grazie all'emulazione

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   13/03/2017

The Legend of Zelda: Breath of the Wild è il gioco più chiacchierato del momento, c'è poco da girarci intorno: vuoi per la fama della serie, vuoi per la sua qualità complessiva, vuoi perché è il titolo di lancio di una nuova console e così via. Insomma, i motivi del richiamo che esercita su stampa e pubblico sono innumerevoli.

Per molti il fatto che sia in fase avanzata di emulazione la versione Wii U significa semplicemente poterci giocare gratis, ne siamo consapevoli, come siamo consapevoli del fatto che il gioco è già eccezionale di suo, senza bisogno dei 4K o di altri effetti avanzati. Perché allora parlarne?

Chiederselo non è peccato e in un certo senso eravamo pronti a sentirci accusare di voler foraggiare la pirateria. In realtà non è così. Il fatto che Breath of the Wild sia stato emulato così velocemente è, semplicemente, una notizia. Ovvio che gli autori dell'emulatore, il CEMU, stiano concentrando gli sforzi su un gioco così famoso soprattutto per far crescere i contributi al loro Patreon (una forma di mecenatismo o crowdfunding per cui si possono versare soldi mensilmente a qualcuno, ovviamente in cambio del suo lavoro, qualsiasi esso sia), ma rimane il fatto che si tratta di un'impresa notevole. Lo avessero emulato tra tre anni non se ne sarebbe curato nessuno (l'emulazione di Demon's Souls, sempre molto recente, è passata in sordina sui siti specializzati), ma così a ridosso dell'uscita è normale che faccia scalpore.

C'è anche un altro motivo per cui l'emulazione del nuovo Zelda, e più in generale di Wii U, è interessante. Come saprete la penultima console di Nintendo è stata un sonoro insuccesso, al punto che è stata ritirata in fretta e furia dal mercato e sostituita da Switch. Sostituita in questo caso significa non solo che è stata rimpiazzata sugli scaffali, ma anche che Nintendo ha abbandonato tutta una serie di caratteristiche che aveva sviluppato in origine con Wii, integrandole e ampliandole con Wii U. Insomma: sono andate perdute nel passaggio generazionale.

Per ora di Wii U si trova ancora tutto (o quasi) cercando tra l'usato, ma tra qualche anno diventerà un oggetto per collezionisti, cui sarà difficile accedere. Se non ne saranno realizzati dei port, titoli come Bayonetta 2, The Wonderful 101, Pikmin 3 e Xenoblade Chronicles X, per citare qualche nome celebre, diventeranno semplicemente non fruibili, in virtù anche del secondo schermo. Qui arriva l'emulazione che può compensare questo distacco naturale dal mercato e permettere di preservare la memoria di una macchina sfortunata, che però ha molto da dire dal punto di vista videoludico. Certo, le versioni emulate non daranno mai le stesse sensazioni di quelle originali, però sono sicuramente meglio dell'oblio.