Ormai l'unico modo per trattare questa vicenda appare a chi vi scrive solo quella di percorrere la strada dell'ironia. Tutti sappiamo di che si parla quando si citano Milo & Kate: si tratta del celeberrimo "simulatore di bambino", quell'esempio di realtà virtuale usato per presentare Kinect in quello che ormai sembra davvero tanto tempo fa. E' Alex Kipman, creatore di Kinect per Microsoft, che aggiunge oggi un nuovo capitolo all'eterna vicenda esistenziale: Milo è un gioco oppure no? "Non è mai stato annunciato come un gioco. Milo è un sandbox. In questo mondo di esperienze da creare ho usato voce, gesti ed identità, tutto assieme. Milo era un sandbox che ci permetteva di definire come fare queste esperienze e quel che avete visto era un'esperienza in trasformazione dove hai un livello di connessione emotiva come in null'altro che abbiate fino a quel momento". E fin qua nulla da eccepire. C'è una piccola novità, però, in contrasto con quanto finora noto: "vi dirò che la tecnologia sviluppata in quel sandbox, e fra l'altro noi continuiamo a sviluppare tecnologia in quel sandbox, è migrata in maniera molto vicina a quanto vedete in un gioco chiamato Kinectimals. Kinectimals tratta della creazione di una relazione emotionale e profonda fra voi e il vostro tigrotto. Usa identità, sa chi siete. Reagisce in amniera differente se gli camminate davanti, perchè è la vostra tigre, rispetto a quando io gli cammino davanti, perchè non mi conosce. Usa la voce, in modo che possiate interagirvi e giocarci, usa i gesti ed essenzialmente vi porta nella sua avventura su un'isola in cui dovete scoprire i segreti dei pirati nello stesso modo di un'avventura tradizionale". Insomma, Milo è morto evviva il tigrotto. Fino alla prossima puntata.
Nuovo capitolo della telenovela "Milo & Kate"
In corsa per battere Beautiful