Secondo un recente report del New York Times, la rottura dei rapporti commerciali tra Activision Blizzard e NetEase sarebbe dovuta in parte al fatto che l'amministratore delegato di ABK, Bobby Kotick, si sarebbe sentito "minacciato" dalla compagnia cinese.
Il New York Times ha dettagliato ciò che sarebbe accaduto tra Activision Blizzard e NetEase prima dell'annuncio della separazione tra le due società. Secondo il rapporto, a ottobre si è svolta una riunione tra Activision Blizzard e NetEase per discutere il futuro della loro partnership che durava da 14 anni, ma entrambe le parti hanno lasciato la riunione con "interpretazioni drasticamente diverse di ciò che era stato detto", secondo quattro persone vicine alla situazione e sulla base di un documento che il NYT ha visto.
Di conseguenza, da gennaio World of Warcraft non è più disponibile in Cina perché le due compagnie non sono riuscite a trovare un accordo. Il report segnala che le tensioni tra le due società si erano sviluppate prima del rinnovo del contratto, con i dirigenti di NetEase che ritenevano che Kotick avesse fatto "richieste irragionevoli" nel corso degli anni. Inoltre, nel 2018 NetEase ha investito 100 milioni di dollari in Bungie per la realizzazione di giochi diversi da Destiny, cosa che a quanto pare non è piaciuta a Kotick, visto che Bungie era in ritardo sulla realizzazione dei contenuti di Destiny.
Nella telefonata di ottobre Kotick ha parlato con l'amministratore delegato di NetEase William Ding e con altri dirigenti in merito alle autorità antitrust che stanno indagando sulla potenziale acquisizione di Activision Blizzard King da parte di Microsoft e, a quanto pare, a un certo punto della conversazione che si è svolta tra traduttori i dirigenti di Activision hanno ritenuto che Ding abbia "minacciato" Kotick.
I dirigenti ritenevano che NetEase potesse influenzare il governo cinese - che in quel momento stava esaminando l'acquisizione - e spingerlo a bloccare l'affare, a seconda dell'esito di eventuali accordi di licenza tra Activision Blizzard e NetEase. Alexandru Voica, portavoce di NetEase, ha negato che Ding abbia minacciato Activision.
Activision Blizzard ha poi offerto a NetEase un accordo per estendere il contratto, ma quest'ultima ha rifiutato, affermando: "Considerando le condizioni ineguali, ingiuste e di altro tipo legate alla cooperazione, le due parti non sono riuscite a raggiungere un accordo alla fine".
Attualmente i giocatori in Cina non possono giocare a nessun gioco di Activision Blizzard - a parte Diablo Immortal, che ha un accordo separato - anche se l'azienda sta progettando di tornare nella regione ed è in trattative con altre aziende cinesi per distribuire i suoi giochi.