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Bayonetta 3: il caso Hellena Taylor fa discutere, ma è difficile da giudicare

Cerchiamo di capire perché il caso di Hellena Taylor e del suo mancato doppiaggio di Bayonetta 3 sia più complesso di quanto sembri e difficilmente giudicabile.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   18/10/2022

Ha fatto molto discutere in questi giorni il caso Hellena Taylor, con le accuse mosse alla produzione di Bayonetta 3, quindi a PlatinumGames e Nintendo, di averle offerto pochissimo per doppiare Cereza, la protagonista. La Taylor ha finito per rifiutare il lavoro e ha deciso di denunciare pubblicamente l'accaduto.

La vicenda è stata ampiamente raccontata. Sappiamo che qualcuno ha subito preso le parti dell'attrice, che a quanto pare versa in condizioni economiche molto difficili, ma c'è da dire che mancano davvero troppi elementi per giudicarla assennatamente, al di là della simpatia per la persona e della comprensione umana per il suo stato attuale, che sembra tutt'altro che sereno. Ad esempio sappiamo che il lavoro le sarebbe stato pagato complessivamente 4.000 dollari. Pur volendo fidarci dell'esattezza della cifra riportata (non abbiamo motivo per dubitare delle sue parole, ma sempre di fronte a un atto di fede ci troviamo, mancando ogni possibilità di verifica), quello che non sappiamo è effettivamente quanto sia questo lavoro (la Taylor parla di compenso inadeguato, ma non quantifica la cosa).

Per inciso: non potendo sapere quante ore avrebbe dovuto lavorare, è difficile giudicare se i 4.000 dollari fossero adeguati o meno. Stando a quanto emerso, la paga rientrava nelle cifre minime stabilite dagli accordi con i sindacati di categoria. Probabilmente sono queste ultime a essere troppo basse. Nel caso, però, staremmo parlando di una situazione generale dell'intero settore, che richiederebbe proteste organizzate da parte degli attori per arrivare a dei cambiamenti.

Qualcuno affermerà, giustamente, che 4.000 dollari per il ruolo della protagonista del nuovo capitolo di una serie famosa sono un cifra misera. Conveniamo anche noi, ma qui si apre un problema non da poco: nel caso il suo ruolo fosse stato pagato di più, perché a quel punto gli altri doppiatori avrebbero dovuto accettarlo senza protestare a loro volta? Inoltre, perché la sua sostituta, Jennifer Hale, lo ha trovato un compenso adeguato, pur essendo un'attrice di grande esperienza e dal curriculum notevole?

Qui viene un altro nodo da sciogliere: il mondo del cinema paga di più i doppiatori di quello dei videogiochi. Sicuramente è vero, ma c'è dire che mancano davvero troppi elementi per capire quale sia la dimensione di questa discrepanza. Non conosciamo l'entità della produzione di Bayonetta 3, come di solito non conosciamo quella della maggior parte dei videogiochi. Produrre un videogioco, però, è molto diverso dal produrre un film. Nelle produzioni cinematografiche il budget per gli attori è spesso una delle voci di spesa più elevate. Immaginiamo che sia elevatissima anche in alcune tipologie di videogiochi (pensate ad alcuni titoli di Naughty Dog), ma nella maggior parte dei casi non lo è perché, per quanto il doppiaggio sia sicuramente un valore aggiunto, chi non dispone di cifre considerevoli opta senza problemi per delle soluzioni alternative (semplici scritte a schermo, ad esempio). Non che Bayonetta 3 sia una produzione piccola, ma conoscendo un po' come funzionano titoli di questo tipo, è giusto chiedersi quanto avrebbe gravato sui costi di sviluppo pagare i doppiatori come le major pagano gli attori che doppiano film e serie TV.

Cerchiamo di chiarire: non stiamo dicendo che sia stato giusto da parte di PlatinumGames o Nintendo offrire quella cifra, ma solo che, ribadiamo, mancano moltissimi elementi per determinare effettivamente di cosa si stia parlando. D'altro canto non sappiamo nemmeno chi abbia gestito la faccenda, se editore o sviluppatore, non sappiamo l'importanza del doppiaggio nel gioco, non sappiamo come sia stato contrattato il lavoro. Non sappiamo praticamente niente.

Per questo simpatizzare con la Taylor in questa fase equivale a provare della semplice pietà per lei, mossi da un sdegno da social network che, come facilmente intuibile, si risolve in uno sterile esercizio di umoralità che non risolve niente, a parte fare un po' di pubblicità negativa a Bayonetta 3.

Parliamone è una rubrica d'opinione quotidiana che propone uno spunto di discussione attorno alla notizia del giorno, un piccolo editoriale scritto da un membro della redazione ma che non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.