Daigo "The Beast" Umehara è un giocatore leggendario della serie Street Fighter, capace di imprese davvero memorabili come la vittoria all'EVO 2004, diventata uno dei momenti più significativi della scena esport mondiale. In una recente intervista ha parlato dell'incredibile impatto avuto da Street Fighter II sull'industria dei videogiochi nei primi anni '90. Secondo lui non abbiamo più assistito a nulla di simile. Il primo Street Fighter, uscito nel 1987, non ottenne un successo clamoroso. Ma il seguito, Street Fighter II: The World Warrior, riuscì a vendere oltre 200.000 cabinati arcade e 15 milioni di copie per i sistemi casalinghi, 6,3 milioni delle quali solo su Super Nintendo. È il gioco che ha sdoganato i moderni picchiaduro a incontri. Inoltre, quella Street Fighter è una proprietà intellettuale ancora viva e vegeta, di cui in anni recenti è stato lanciato il sesto episodio.
Nuovi fenomeni
Parlando del fenomeno Street Fighter 2, Umehara ha ricordato: "Ecco quanto è stato grande il boom. Street Fighter 2 era così popolare che la gente lasciava il proprio lavoro per aprire sale giochi. Tutto quello che dovevi fare era averlo e avresti guadagnato... I supermercati ce l'avevano, i bagni pubblici ce l'avevano, le librerie, i negozi di giocattoli, i negozi di video, le lavanderie a gettoni e i negozi di dolci. Tutti lo avevano."
Tuttavia, ci ha tenuto a precisare che il boom non è durato molto a lungo: "è durato solo due anni circa. All'epoca mi sembrò molto perché ero un bambino. Non ho mai dimenticato quel fervore. Ho continuato a giocare, chiedendomi se avremmo mai avuto un altro boom del genere."
Quando gli è stato chiesto dell'arrivo del boom seguente, Umehara ha risposto che non ce n'è mai stato uno. "Sono serio. Non ce n'è stato uno," ha risposto. Secondo lui nemmeno l'enorme successo di Street Fighter IV è comparabile. Lo stesso Street Fighter 6, per quanto abbia rivitalizzato la serie, è distante dall'avere la stessa risonanza.