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Mega Man 2 fu sviluppato in soli 3 mesi e uno degli autori svela come andò con Capcom

Mega Man 2 venne sviluppato a una velocità record, facendo pensare a una forzatura da parte di Capcom, ma uno degli autori ha recentemente svelato i retroscena del lavoro svolto.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   24/03/2025
L'illustrazione giapponese di Mega Man 2
Mega Man 2
Mega Man 2
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Mega Man 2 venne sviluppato a velocità davvero da record, e a distanza di anni il suo creatore, Akira Kitamura, ha voluto svelare alcuni retroscena che spiegano come andò la questione all'epoca in Capcom e perché i lavori avvennero così in fretta.

Il primo Mega Man arrivò su NES nel 1987 colpendo pubblico e critica con la sua formula da platform sparatutto carismatico, ma praticamente subito dopo fu già il tempo di Mega Man 2, arrivato a distanza di pochi mesi nel 1988 e al termine di un processo di sviluppo veramente velocissimo.

Ci vollero circa 3 mesi per sviluppare il secondo capitolo, un tempo che venne considerato da record già all'epoca, quando comunque le tempistiche standard erano relativamente veloci e ovviamente lontanissime da quelle a cui siamo abituati nell'industria odierna.

Una ferrea volontà del team

Diversi giochi famosi del passato sono stati sviluppati in periodo di tempo relativamente brevi: in base a quanto riportato da varie fonti, Final Fantasy 6, GTA: Vice City 9 mesi e The Legend of Zelda: Majora's Mask hanno ognuno circa un anno di sviluppo, in certi casi grazie anche al riutilizzo di asset già costruiti in precedenza, ma 3 mesi resta un periodo alquanto strano per una produzione del calibro di Mega Man 2 nell'epoca in cui è uscito.

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Potrebbe far pensare a una qualche forma di crunch estremo o pressione imposta agli sviluppatori, ma Akira Kitamura, uno degli elementi chiave tra gli autori del gioco, ha smentito queste ipotesi, spiegando che tale risultato venne ottenuto soprattutto grazie alla grande passione degli sviluppatori.

A quanto pare, le vendite del primo Mega Man non si rivelarono positive e Capcom aveva intenzione di cancellare la serie. A rendere difficile la sua situazione era anche il fatto di essere una proprietà intellettuale completamente nuova, mentre Capcom solitamente si affidava a serie arcade già note e portate su console.

Mega Man era un titolo completamente nuovo e creato appositamente per le console da un piccolo team composto principalmente da 6 sviluppatori, tra i quali anche Keiji Inafune, dunque aveva davanti una missione veramente difficile.

Per cercare di evitare la cancellazione della serie, gli autori cercarono di giocare d'anticipo e costruire le basi per un franchise bruciando un po' le tappe e lanciando subito un secondo capitolo. In questo modo, peraltro, avrebbero ridotto le spese di produzione rendendo meno giustificabile la cancellazione.

"Non è stata una cosa che l'azienda mi ha costretto a fare", ha detto Kitamura, ribadendo che "non ci è stato detto di fare Mega Man 2 dall'azienda, piuttosto è stata una cosa che abbiamo voluto fare noi". L'intenzione era anche perfezionare quello che non funzionava nel primo capitolo, a partire dal level design, sui si concentrarono particolarmente in Mega Man 2.

Inoltre, gli sviluppatori vennero spinti anche dalla risposta di parte del pubblico: nonostante vendite non sconvolgenti, il primo Mega Man colpì positivamente molti giocatori e il personaggio entrò subito nell'immaginario comune.

"Ho ricevuto tante cartoline inviateci dai bambini e le ho lette alla squadra", ricorda Kitamura. "Ancora oggi ricordo questo episodio commovente. È stato un momento in cui abbiamo sentito che stavamo facendo un lavoro molto importante e abbiamo preso coscienza delle nostre responsabilità". Questo ha aiutato la giovane squadra a rimanere concentrata e a non impantanarsi nel rendere le cose eccessivamente complesse. "Grazie a questo, siamo riusciti a creare un gioco di alta qualità in un breve periodo di tempo".