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Riot Games, dipendenti in sciopero per protestare contro le molestie sul luogo di lavoro

Sono circa 150 i dipendenti di Riot Games in rivolta per la politica aziendale in tema di discriminazione sessuale. I lavoratori chiedono l'eliminazione dell'arbitrato forzato.

NOTIZIA di Davide Spotti   —   08/05/2019

I dipendenti di Riot Games, creatori del celebre MOBA League of Legends, hanno organizzato uno sciopero per protestare contro il modo in cui sono state gestite le azioni legali in tema di molestie e comportamenti sessisti avvenuti sul luogo di lavoro. Si tratta dell'episodio più eclatante mai avvenuto finora nel settore dei videogiochi.

Come riferito da Kotaku, all'iniziativa hanno preso parte circa 150 dipendenti presso la sede di Los Angeles. I lavoratori parlano di un ambiente di lavoro sessista e ostile, e denunciano il fatto che la società abbia consigliato di firmare accordi di arbitrato per dirimere le controversie in materia.

Cinque dipendenti o ex dipendenti stanno attualmente intentando azioni legali all'indirizzo di Riot Games per molestie sul posto di lavoro, discriminazione e violazione dell'Equal Pay Act della California. Un portavoce dell'azienda ha dichiarato che la società metterà fine all'arbitrato forzato per i nuovi dipendenti in arrivo una volta risolti i casi in corso. I partecipanti allo sciopero vedono tuttavia questa soluzione come inadeguata.

"Chiediamo ai leader di Riot Games di mettere fine all'arbitrato forzato in caso di molestie o discriminazioni in tutti i contratti passati, attuali e futuri per tutti i dipendenti, inclusi i collaboratori. Ciò include il ritiro della mozione per l'arbitrato forzato nelle cause attive", affermano i dipendenti.

Ulteriori azioni sono previste dopo il 16 maggio, data del prossimo meeting aziendale. A marzo la compagnia aveva assunto Angela Roseboro, ex responsabile della diversità e dell'inclusione di Dropbox, proprio per migliorare la gestione di queste problematiche.