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Zombi infernali

Spin off zombi. Ne è valsa la pena?

RECENSIONE di Matteo Santicchia   —   21/03/2012

Iniziamo col solito refrain che ogni release occidentale di Yakuza è costretta a subire. Ad un anno, anzi a nove mesi dall'uscita giapponese che come tutti sanno è stata posticipata per i tragici eventi del terremoto del Tōhoku, ecco arrivare lo spin off declinato alla sparatutto in terza persona delle avventure di Kazuma Kiryu e soci, impegnati questa volta non con tamarri tatuati ad ogni angolo di strada, bensì con una vera e propria apocalisse zombie.

Zombi infernali

Un vero e proprio spin off, per un titolo che si scorda del tutto le fasi picchiaduro per immergerci in uno shooter di grana grossa, che purtroppo fallisce su tutta la linea. Le vicende, pur non mettendo in un angolo intrighi mafiosi, vendette e giochi di potere, sono maggiormente focalizzate sulla piaga che sta trasformando i civili in zombie e mutanti - che corrono, scalciano e brandiscono armi - assetati di sangue, frutto non di qualche strano virus, ma di esperimenti militari portati avanti da spietati trafficanti di armi velatamente transgender. Con tanto di mega pistolotto finale su chi sia realmente vivo in tempi interessanti come questi. Insomma nulla di nuovo, e cosa peggiore si arriva stancamente alla fine, in circa quindici ore di gioco, poco interessati alla soluzione finale.

Zona rossa o a luci rosse?

Uno spin off che condivide in parte le meccaniche dei precedenti episodi. La prima differenza, come scritto in apertura, è che sono del tutto scomparsi i combattimenti casuali nelle strade di Kamurocho. Le fasi in cui si passeggia per il quartiere servono solamente come "hub centrale" per missioni secondarie, per portare avanti alcuni passaggi legati alla storia principale e più in generale per rifornirsi, comprare e vendere armi e per modificare tutto il proprio arsenale utilizzando gli oggetti che gli zombie rilasciano.

Zombi infernali

Lo stratagemma narrativo che ha permesso agli sviluppatori di dividere Dead Souls in due zone distinte e separate è particolarmente efficace. Kamurocho non è tutta infetta. Alcune zone (che aumenteranno esponenzialmente con la progressione nel gioco) sono state chiuse dall'esercito mediante enormi carri gettaponte, ma attraverso le fogne è possibile andare e venire a piacimento, sia seguendo la storia sia portando a compimento tonnellate di obiettivi secondari che ci vedono impegnati a salvare delle persone, a ripulire alcuni negozi o semplicemente ad entrare per uccidere gli zombie col solo scopo di accumulare esperienza per salire di livello, andando quindi a migliorare le proprie caratteristiche e abilità. Il grinding "casuale" è quindi scomparso, sostituito da possibilità del tutto facoltative e opzionali, fortunatamente non necessarie per arrivare alle fasi finali debitamente preparati. Non mancano poi tutte le attività ricreative che da sempre contraddistinguono Yakuza, come ad esempio le sale giochi, il karaoke, hostess club, i casinò, la pesca e il golf. Il tutto poi giocabile anche singolarmente dal menù iniziale.

Zombi infernali

Al pari di Yakuza 4 si impersonano quattro personaggi differenti, ognuno dotato di un'arma peculiare particolare. Oltre a Kazuma Kiryu, così stolto da entrare nella "zona rossa" disarmato, si uniranno tre vecchie conoscenze della serie, ovvero Goro Majima, benda sull'occhio e enorme fucile a pompa, Ryuji Goda, di ritorno da Yakuza 2, con tanto di enorme mitragliatrice a canne rotanti innestata sul braccio e lo strozzino dal cuore d'oro Shun Akiyama con doppia pistola stile John Woo. La storia segue le vicende dei quattro protagonisti, dividendo le storyline in compartimenti stagni sin troppo sigillati ermeticamente, che solo alla fine andranno a confluire, ma resta la sensazione che il tutto sia poco organico e francamente pretestuoso, messo su schermo più per esaltare le singole personalità che per coronare una storia corale come abbiamo visto nel quarto capitolo del franchise.

Problemi di base

Yakuza: Dead Souls è quindi uno sparatutto in terza persona, un po' Dead Rising, un po' Smash Tv, che però non funziona per una serie di motivi che penalizzano pesantemente la fruizione. Il primo, e forse il più grave, è il metodo di controllo. La mira è totalmente automatica, i protagonisti dovrebbero agganciare automaticamente lo zombi più vicino davanti a loro, ma il più delle volte basta che ci sia uno scarto millimetrico tra il fondale, il posizionamento del corpo e l'obiettivo per fare cilecca e colpire tristemente a vuoto. Possiamo quindi aggiustare la telecamera con lo stick destro, peccato che spesso e volentieri si impalli dietro a ostacoli e oggetti e che soprattutto sia di una lentezza impressionante nella rotazione, tanto che quando siano inseguiti è meglio fuggire e sparare alla cieca verso la base dello schermo senza tentare di inquadrare gli avversari, sperando che il lock funzioni.

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Per ovviare a questa situazione possiamo spingere il tasto L1, con la telecamera che si sposta bloccata alle spalle del protagonista o peggio è possibile, tramite L2 fermarci e colpire con precisione in soggettiva. Peccato che si utilizzi lo stick sinistro per puntare con la solita lentezza, costringendoci a contorsioni con le dita mai viste in uno sparatutto in terza persona. Una situazione che nelle fasi più caotiche viene esacerbata da una criminale gestione delle collisioni. Quando da circa la metà del gioco Dead Souls getta nella mischia tutta la fauna a disposizione, ovvero non solo zombie caracollanti, ma anche non morti corridori, mutanti pattinatori e karateca assatanati, per non parlare di arpie sputazzanti e mid boss di vario genere, la norma è finire a terra circondati e riempiti di mazzate. Al partire dell'animazione che ci vede schizzare in piedi è costante tornare ad essere colpiti per finire di nuovo a terra, fino a quando non si azzecca il timing di evasione nel millimetrico "corridoio" di uscita o si abilità la spazzata bassa. Il tutto poi all'insegna della telecamera che ci nasconde chi ci è alle spalle o che non ci mostra gli attacchi dalla distanza. Una situazione questa che si ripete all'infinito visto che Yakuza: Dead Souls non brilla certamente per varietà e level design e anzi ricicla costantemente le fasi di approccio ai numerosi boss di fine capitolo, in un costante e ripetitivo back tracking per una Kamurocho sempre più devastata e ingombra di macerie che ci spinge a combattere in stretti budelli, corridoi, uffici e solo raramente ci spinge a "ariose" fasi in piazza o sui tetti. Per ovviare a questa nefasta congestione di zombie gli sviluppatori hanno inserito un sistema per mettere a segno dei veri e proprio colpi ad area per ripulire in tutta fretta spazi brulicanti di corpi in putrefazione.

Trofei PlayStation 3

Yakuza: Dead Souls premia il giocatore con 49 trofei che ci impegnano in tutte le attività del gioco. Quelli "normali" si ottengono con la semplice progressione nel gioco, completando i vari capitoli, mentre quelli più complicati ci vedono sottostare a particolari condizioni, come uccidere un certo numero di zombie con colpi alla testa o utilizzando l'heat Snipe, modificando una o più armi, dedicandosi alle attività secondarie, ma anche combattendo insieme ad una hostess.

E non solo

Il sistema chiamato Heat Snipe ci dà la possibilità, una volta riempita una barra posta vicino a quella della salute (che si riempie semplicemente alzando la conta delle kill), di sparare a particolari oggetti con esiti decisamente pirotecnici previo il solito quick time event. Non solo bidoni esplosivi, ma anche cabine elettriche, autobotti pieni di benzina, tubi pericolosamente in bilico e molto altro. Il tutto generosamente segnalato a schermo. Peccato solo che subendo danni la barra decresce, tornando quindi alla problematica delle collisioni assassine esposta poco sopra. Possiamo però utilizzare le bevande energetiche per ripristinare salute e Heat Snipe, facendo attenzione però a non intasare il poco spazio a disposizione nell'inventario, soprattutto quando si combattono i numerosi boss. Boss che oltre ad essere del tutto generici e poco ispirati, nonostante i molti pattern di attacco, in alcuni frangenti acuiscono tutte le problematiche della combo telecamera/metodo di controllo. Gli esempi non mancano, basta citare quando in uno spazio strettissimo ci viene chiesto di colpire precisamente i tentacoli occhiuti di un mostro marino schivando attacchi poco visibili o peggio quando si è costretti ad usare L2 per cecchinare un mostro svolazzante mentre a terra decine di zombi tentano di farci la pelle. E' un vero peccato che tutte le buone idee gettate nella mischia vengano poi rese frustranti da problematiche di base come il controllo e la telecamera. In tal senso la parte "ruolitistica" è un buon antidoto alle deficitarie meccaniche shooter.

Zombi infernali

Ci impegna a scegliere con cura come spendere il denaro e quali abilità extra acquistare, non solo per abilitare un head lock in teoria più efficace, per "imparare" schivate o spazzate basse, ma anche per aumentare la capienza del nostro inventario, per rendere gli upgrade alle armi e alle armature più efficaci. A livello tecnico Yakuza: Dead Souls non si discosta molto da Yakuza 4. Il motore è quello vetusto che tutti conosciamo, che dà il meglio con i modelli e le animazioni dei protagonisti del gioco, mentre palesa tutta la sua vecchiaia negli elementi di contorno, con texture poco definite e a una risoluzione certamente non al top. Non mancano alcuni buoni effetti speciali, e come al solito è strepitoso il motion capture durante le lunghe fasi dialogate che narrano gli snodi più importanti. Un deciso pollice verso per il frame rate che per metà del gioco, quando cioè zombie e mutanti sono relativamente pochi si muove con scioltezza, ma quando la situazione peggiora, quando Yakuza: Dead Souls butta in strada senza soluzione di continuità e con una ripetitività preoccupante tutti gli infetti possibili va spesso in crisi, calando drasticamente e vistosamente. Chiudiamo con la localizzazione. Come da prassi l'audio è nella lingua del Sol Levante mentre le tonnellate di testo sono tutte in inglese.

Conclusioni

Multiplayer.it
5.5
Lettori (33)
7.3
Il tuo voto

Yakuza: Dead Souls è un prodotto fallato. Il suo problema risiede tutto in un metodo di controllo che semplicemente non funziona, insieme a una telecamera e a un sistema di collisioni che rendono la fruizione ancor più difficoltosa. Anche la storia, da sempre punto di forza del franchise, è ben poca cosa, mentre da non sottovalutare è l'estrema ripetitività del tutto. Un esperimento non riuscito, tante idee interessanti purtroppo mal realizzate.

PRO

  • Quattro personaggi ognuno con un suo stile
  • Le attività ricreative non mancano
  • La parte "ruolistica" funziona

CONTRO

  • Pessimo metodo di controllo
  • Collisioni e telecamera frustranti
  • Poca varietà e ripetitività
  • Graficamente datato e con problemi di frame rate