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Nostalgiche illusioni

Topolino arriva su 3DS con un titolo che strizza l'occhio al classico Castle of Illusion

RECENSIONE di Fabio Palmisano   —   28/11/2012

Coloro che hanno vissuto l'epoca delle console a 16-bit non possono non ricordarsi del meraviglioso Castle of Illusion sviluppato da Sega per Mega Drive nel 1990, ai tempi acclamato per l'eccezionale qualità audiovisiva e tutt'oggi ricordato come uno dei platform meglio riusciti del periodo. Inevitabile dunque che l'annuncio di questo Disney Epic Mickey: Il Potere della Magia accendesse le speranze dei nostalgici di rivedere il proprio beniamino in un'avventura degna del suo glorioso passato: merito anche di un sottotitolo volutamente allusivo nella sua versione internazionale (Power of Illusion) e soprattutto del coinvolgimento di un team come DreamRift, che con l'ottimo Monster Tale su DS aveva ampiamente dimostrato la propria competenza con il genere. Insomma, la strada sembrava spianata verso un successo assicurato. E invece...

Dipingere fra un salto e l'altro

Disney Epic Mickey: Il Potere della Magia si ricollega vagamente all'opera di Warren Spector per ciò che concerne la trama.

Nostalgiche illusioni

Topolino viene infatti richiamato da Oswald a Rifiutolandia - il luogo in cui finiscono i personaggi dimenticati- dove si è materializzato il castello della malvagia strega Mizarbel: questa ha rapito e rinchiuso le più famose creature dell'universo Disney con l'obiettivo di assorbirne l'essenza e tornare nel mondo dei cartoni, ed ovviamente sta a Topolino fermare i suoi diabolici piani. Armato del suo pennello magico, il nostro eroe dovrà dunque affrontare livelli pieni di nemici, ostacoli e qualche puzzle, salvando personaggi provenienti da film d'animazione vecchi e nuovi. Queste le premesse di un platform game dallo stampo classico, che tenta di coniugare il fascino e le atmosfere del vecchio Castle of Illusion con una reinterpretazione in salsa touch delle meccaniche legate all'utilizzo di pittura e solvente tipiche di Epic Mickey.

Nostalgiche illusioni

Belle intenzioni che purtroppo però rimangono tali solo sulla carta, viste le notevoli lacune riscontrabili nel titolo DreamRift. I mugugni più grandi vengono provocati proprio dalla maniera in cui gli sviluppatori hanno inserito il ruolo di pittura e solvente nell'economia di gioco: nel corso delle sue peregrinazioni nei vari livelli, l'utente si troverà spesso di fronte alla necessità di ricorrere al potere speciale di Topolino, visualizzando sulla mappa che occupa lo schermo inferiore gli oggetti che possono essere sottoposti al lavoro del pennello magico. Un tocco sull'elemento desiderato e si passa ad una schermata in cui -stylus alla mano- bisogna ripercorrerne i bordi della silhouette o eliminarne il contenuto per fare in modo che questo appaia o scompaia dal quadro di gioco. Si tratta di un espediente che viene a noia dopo pochissimo tempo, e che può diventare persino esasperante per la frequenza con la quale si è costretti a disegnare, molto spesso anche a sproposito per colpa di discutibili scelte di design. E poco conta il fatto che svolgere un buon lavoro in tali frangenti premi Topolino con oggetti migliori, scorte extra di pittura o temporanei bonus alla velocità dei suoi movimenti: l'attività rimane tediosa, invasiva e soprattutto si dimostra colpevole di spezzettare eccessivamente il normale ritmo di un platform che, preso a sé stante, sarebbe tutto tranne che malvagio.

L'effetto 3D

Trattandosi di un platform game bidimensionale, il senso di profondità non è dirompente come nelle migliori produzioni 3D, anzi: alzando lo slider al massimo si può apprezzare un maggiore stacco fra il piano di gioco ed i diversi strati di parallasse del fondale, ma niente di più. Si può tranquillamente giocare disattivando l'effetto senza timore di perdersi nulla di eclatante.

Bello senz'anima

Fra le cose migliori di Disney Epic Mickey: Il Potere della Magia rientra a pieno titolo una realizzazione grafica orgogliosamente bidimensionale, che magari non sfrutta appieno l'effetto 3D della console ma che è una vera delizia per gli occhi: sprite curati ed animati alla perfezione si muovono su fondali colorati e ricchi di dettagli, ispirati ai cartoon più celebri della casa di Topolino. Anche sul fronte sonoro le citazioni si sprecano, con temi orchestrali tratti da vari film d'animazione e persino alcune cover di musiche di Castle of Illusion che faranno scendere una lacrimuccia ai più nostalgici. Gli omaggi al materiale originale Disney si legano in qualche modo anche al gameplay, visto che i personaggi incontrati da Topolino all'interno degli stage trovano tutti rifugio in una fortezza che funge da collante fra un livello e l'altro, e dove è possibile interagire con Peter Pan, Aladdin, Paperino e compagnia bella: parlando con la maggior parte di essi si accede a quest secondarie che spesso prevedono di tornare sui propri passi in schemi già affrontati, mentre altri (come Zio Paperone) consentono di spendere i biglietti raccolti durante l'avventura per migliorare alcune caratteristiche di Topolino.

Nostalgiche illusioni

Si tratta di elementi potenzialmente interessanti, ma che sembrano essere stati buttati nel calderone senza troppa convinzione al solo scopo di tirare acqua al mulino di una longevità davvero risicata: il titolo è composto da soli tre mondi, ed il percorso principale si può completare senza problemi in appena un paio d'ore, nonostante un'ingiustificata impennata di difficoltà nel finale. A voler dirla tutta, giocando a Disney Epic Mickey: Il Potere della Magia si ha come l'impressione che DreamRift non abbia avuto il tempo materiale di inserire con la dovuta cura tutti i contenuti che si era prefissata, con evidenti ripercussioni sulla solidità di alcune sfumature ludiche: l'esempio più lampante è quello dei bozzetti, oggetti speciali richiamabili a piacimento tramite il minigioco di pittura che dovrebbero teoricamente fornire un valido aiuto a Topolino, ma che risultano superflui al punto tale che è facile dimenticarsi persino della loro esistenza. Gli indizi in questo senso sono tuttavia molteplici, dalla totale mancanza di ispirazione per ciò che concerne gli scontri con i boss alla ridondanza dello spendere risorse per migliorare le stanze della fortezza in cui risiedono i personaggi tratti in salvo da Mizarbel. Insomma, Disney Epic Mickey: Il Potere della Magia è un prodotto valido solo nella sua essenza di platform, ma deficitario sotto tutti quegli aspetti che avrebbero dovuto dare un sostegno al gameplay.

Conclusioni

Multiplayer.it
6.0
Lettori (28)
7.0
Il tuo voto

Disney Epic Mickey: Il Potere della Magia parte dall'ottimo presupposto di rendere omaggio allo splendido Castle of Illusion, ma le sue indubbie qualità in ambito audiovisivo lasciano ben presto spazio ad un platform fortemente sbilanciato nelle sue componenti: particolarmente negativa risulta l'implementazione dell'utilizzo di pittura e solvente tramite touchscreen, attività noiosa e ripetitiva che finisce per deprimere l'esperienza ludica anziché arricchirla. Elementi di contorno abbozzati ed una longevità piuttosto scarsa fanno il resto, per un titolo che con un periodo di lavorazione più lungo avrebbe avuto certamente qualcosa di meglio da dire ma che così com'è si rivela un'occasione mancata.

PRO

  • Grafica e sonoro molto curati
  • Tanti personaggi Disney tutti insieme
  • Valido come semplice platform...

CONTRO

  • ...ma deludente negli elementi di contorno
  • Avventura molto breve
  • Ritmo di gioco troppo spezzettato