Arkane Studios, la talentuosa software house finita sotto i riflettori dopo i consensi raccolti da Dishonored, ha in realtà una storia molto travagliata. Nata nel 1999, dopo il poco entusiasmante Arx Fatalis, è passata da vari progetti non proprio rilevanti, alcuni dei quali non hanno addirittura mai visto la luce, come The Crossing. Gli anni successivi sono stati spesi a farsi duramente le ossa aiutando prima Activision con Call of Duty e poi 2K Marin nella realizzazione di Bioshock 2.
Una dura gavetta che però è finalmente stata ripagata da un titolo che ha saputo dimostrare la bravura del team francese. Lo stesso Dishonored è un progetto che ha richiesto anni di sviluppo e sudore ed è diventato una realtà grazie alla produzione di Bethesda. Tutto è bene quello che finisce bene, e dopo Dunwall Trials è giunto il momento del primo DLC a proporre una nuova storia, tanto da essere diviso in due parti (la seconda uscirà entro fine anno). Dishonored: Il Pugnale di Dunwall lascia quindi il carismatico Corvo per focalizzare l'azione sull'assassino Daud, il responsabile dell'uccisione dell'imperatrice Kaldwin. L'idea di impersonare un personaggio antitetico rispetto al protagonista non è certo nuova ma rimane sempre affascinante, così come è elevato il rischio di compromettere il delicato equilibrio di uno stealth così peculiare.
Freddezza e stile
La storia come detto ci permette di approfondire la vicenda dell'impassibile Daud, che, senza precipitare in spoiler per chi non avesse ancora giocato Dishonored, sappiamo avere un ruolo piuttosto importante nell'economia dell'avventura prinicipale. In questo caso ci troviamo ad affrontare una vera e propria side quest suggerita poco sorprendentemente dall'Outsider, lungo tre livelli dei quali solo il primo risulta inedito, gli altri due recuperano locazioni già viste nella campagna. Non è difficile terminare il contenuto in un tempo inferiore alle cinque ore, anche meno utilizzando un approccio basato sulle uccisioni, eppure Arkane è riuscita ad aprire una parentesi stimolante, introducendo una serie di novità che alterano piacevolmente la formula di gioco.
Daud possiede una serie di poteri che differiscono da quelli di Corvo, in primis la capacità di evocare un altro assassino, caratteristica che guarda indubbiamente alla saga di Assassin's Creed. Questa possibilità si rivela utile in più di un'occasione, ma sono i vari gadget messi a disposizione a rubare la scena, come le mine di prossimità e un set di bombe fumogene che agevolano eleganti fughe. Non ultima la caratteristica di fermare il tempo durante il teletrasporto, una mossa particolarmente comoda per esplorare al meglio le mappe, e non solo. Tutto sommato il sistema di controllo non si discosta radicalmente da quello a cui siamo abituati, una scelta comprensibile in fin dei conti, e si sente la mancanza di qualche potere del Corvo, come la Possessione, ma il risultato è a ogni modo soddisfacente e riesce a conferire un giusto senso di novità. Meno riuscito, francamente, lo sviluppo caratteriale del personaggio, basato su cliché piuttosto standard, ovvero quelli di un "cattivo" risoluto, opportunista e cinico che opera sulla base dei propri interessi e della confraternita. Magari qualcuno potrà rimanere anche affascinato da una figura così algida e bidimensionale, ma personalmente avremmo gradito un qualche sviluppo emotivo in grado di coinvolgere maggiormente, anche se resta da valutare la seconda parte di questo DLC per eventuali cambi di rotta della storia. In linea di massima non aspettatevi fuochi d'artificio sul versante trama.
Obiettivi Xbox 360
Dishonored: Il Pugnale di Dunwall presenta dieci nuovi obiettivi per un totale di 220 punti giocatore. Per conquistarne una larga parte occorre affrontare l'avventura in entrambi i livelli di difficoltà proposti, agevolando al massimo l'approccio a basso profilo, in fin dei conti stiamo parlando di uno stealth game. Buona fortuna!
Guardati le spalle
Nonostante il riciclaggio degli scenari dobbiamo fare un plauso ai programmatori per la resa di quello inedito, ambientato in un mattatoio, che riconferma il deciso carattere artistico di questo progetto. La stessa Dunwall non smette mai di affascinare con le sue atmosfere decadenti e corrotte, un valore aggiunto che riesce quasi a sopperire, almeno in questo particolare caso, alla mancanza di una trama solida. Gli sviluppatori hanno optato anche per un aumento considerevole del tasso di sfida, approfittando delle nuove mosse di Daud per allestire situazioni che richiedono una attenta pianificazione, non ultima la presenza di nemici più aggressivi e armati fino ai denti, in grado di rendere particolarmente difficoltosa la missione del nostro elegante assassino.
Per tali motivi la struttura tende verso una formula trial and error in grado di creare potenziale frustrazione ai meno perseveranti, anche se la chiave di volta risiede sempre nella giusta interpretazione e il pieno sfruttamento delle risorse fornite. Come già accennato la durata oscilla dalle tre alle cinque ore in base al tipo di approccio utilizzato, ma un prodotto come questo presenta un'alta rigiocabilità e i numerosi segreti vi inviteranno a tornarci sopra più volte. Arkane ha quindi fatto un buon lavoro che ci sentiamo di consigliare, proponendolo a un prezzo non troppo elevato, ricordate solo che essendo un progetto in due parti la vicenda rimarrà volutamente aperta. Per chi semplicemente desidera un'altra dose di Dishonored, o ha voglia di perdersi ancora nelle affascinanti strade di Dunwall, ma con regole leggermente diverse, può procedere tranquillamente all'acquisto.
Conclusioni
PRO
- Interessanti le nuove caratteristiche
- Sfida stimolante
- Ci tornerete sopra
CONTRO
- Personaggio poco incisivo
- Storia inconsistente
- Trial and error talvolta snervante