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Fantasmi all'assalto

Finalmente la recensione di Call of Duty: Ghosts in versione Xbox One

RECENSIONE di Matteo Santicchia   —   12/11/2013

Volge al termine la nostra copertura della coppia di sparatutto "cross gen" più attesi di questi ultimi mesi, e oggi a scadenza di embargo torniamo a parlare per la terza volta di Call of Duty: Ghosts, recensito ora su Xbox One, dopo averne ampiamente parlato in versione PlayStation 4, Xbox 360, PlayStation 3 e successivamente anche PC. Ormai sapete tutto sul gioco, basterebbe in tal senso aggiornare il paragrafo della tecnica, ma comunque un piccolo riassunto su cosa è e com'è il nuovo progetto Infinity Ward è necessario per tutti coloro che si fossero solo ora messi all'ascolto, quindi rompiamo gli indugi e vediamo cosa racchiude il sostanzioso pacchetto messo in piedi dai ragazzi di Infinity Ward.

Call of Duty: Ghosts non riesce a replicare con lo stesso successo la solita formula vincente

La storia (non) si ripete

Campagna, multiplayer, Extinction e Squads: questo in breve il ricco menu di gioco realizzato dai ragazzi americani. La campagna è la vera delusione del gioco. Tutto ha inizio quando l'Odin, il satellite dotato di enormi barre capaci di scatenare solo con l'impatto il potere distruttivo di una bomba atomica, viene abbordato e usato contro il territorio americano. Gli Stati Uniti vengono messi in ginocchio, invasi ma non spezzati, con i resti di quello che era il più potente esercito del mondo che continua la lotta contro l'invasore, rinchiuso in sacche sempre a rischio di annientamento. Ovviamente sta a noi, i fantasmi, guidare la riscossa a stelle e strisce. Dopo un Black Ops II che ha saputo rinvigorire molto il franchise, tra missioni "RTS", ma soprattutto scelte e finali multipli, si torna al classico. Non ci sarebbe nulla di male di per sé: una storia tesa, veloce e appassionante è da sempre il marchio di fabbrica di Call of Duty.

Fantasmi all'assalto

Peccato che questa volta le caratteristiche base non funzionino a dovere. Troppo frammentaria, personaggi poco carismatici, colpi di scena all'acqua di rose e zero pathos sono gli ingredienti nefasti di una storia che non colpisce allo stomaco e non appassiona, un compitino con qualche infamia e poche lodi, perfettamente dimenticabile se inserito tra tutte le campagne giocate a partire da Modern Warfare. Attenzione, non stiamo parlando di cinque - sei ore di gioco che non funzionano, c'è tutto quello che ci si aspetta da un Call of Duty, ovvero ritmo sostenuto e tanta varietà, semplicemente non scatta mai l'effetto "wow!", nemmeno nelle missioni a gravità zero, e anche il tanto decantato cane Riley è solo una comparsa in un paio di missioni stealth nelle prime battute di gioco, per poi uscire di scena senza colpo ferire. C'è poi da aggiungere un'intelligenza artificiale che con un eufemismo potremmo definire poco sviluppata: anche qui tutto come da manuale, per fortuna gli spazi stretti e il ritmo frenetico mascherano un po', ma non troppo queste deficienze. Insomma un bel passo indietro rispetto al passato.

Il multiplayer invece è bello corposo: oltre dieci modalità di gioco, tra vecchie e nuove e quattordici mappe, molte delle quali, probabilmente le migliori del pacchetto, decisamente grandi e aperte. La prima novità è il processo di creazione del proprio alter ego, che media tra il sistema delle Point Streak visto in Modern Warfare 3 e quello del Pick 10 di Black Ops II. Di fatto possiamo scegliere tra tre classi che determinano il tipo di Strike Package da implementare (assalto, supporto e specialista) e una costruzione del nostro armamentario del tutto libera, in cui l'acquisizione di armi, gadget e via dicendo avviene tramite Squad Point, punti che si ottengono al salire di livello o completando missioni, mentre solo i perk sono legati a determinati livelli. Come utilizzare i punti diventa quindi molto importante: spendere quelli elargiti con parsimonia dal gioco per comprare il (sin troppo) temibile Beretta ARX-160 o distribuirli su tutto il nostro "loadout" in modo omogeneo? Tutto quindi è funzionale per crescere di livello: siamo spinti a giocare Ghosts nella sua interezza sviscerandolo a dovere in tutte le sue possibilità.

Fantasmi all'assalto

Le tre specializzazioni delle Strike Package erano azzeccate due anni fa e lo sono anche oggi nel 2013, ma sono da denunciare problemi di bilanciamento in alcune ricompense. Il cane, che si attiva con cinque "kill" scegliendo assalto, uccide i nemici con una semplice carezza, e rimane sulla mappa anche se veniamo uccisi, accumulando ulteriori punti e anche le due tipologie di Juggernaut sembrano un filo troppo potenti, mentre lo specialista, senza Strike Package ma dotato di soli perk, può diventare invincibile nelle mani dei giocatori più bravi, arrivando ad attivarne un totale di oltre 15. Un'altra cosa che ci ha fatto un po' storcere il naso è la ridotta salute del giocatore: con pochi colpi a segno si muore, specialmente se provengono da armi di alto livello, cosa questa che non fa altro che rendere più tangibile il problema del respawn non sempre impeccabile. Una scelta di design fortemente voluta da Infinity Ward per distaccarsi dall'impostazione meno "hardcore" di Treyarch, ma che può rendere davvero frustranti le partite.

Obiettivi Xbox One

Gli obiettivi peculiari Xbox One ancora non sono conosciuti, ma sono ben noti quelli Xbox 360. Molti di quelli base si ottengono semplicemente con la progressione, magari anche compiendo particolari azioni contestuali diverse dal semplice tirare il grilletto. Anche Extinction ci permette di ottenerne in buon numero a patto non solo di arrivare alla fine ma anche giocando in un certo modo.

Più grande, migliore

Tra le nuove inclusioni è certamente molto gradito il design di alcune mappe. Ne sono presenti, tra le quattordici disponibili, alcune molto grandi, ovviamente in relazione alla media della serie. L'esempio lampante di questa sterzata è la verde vallata di Stone Heaven con tanto di castello diroccato al centro, ricca di collinette, montagnole e ruscelli. Ma dobbiamo citare anche Chasm, ambientata in una Los Angeles devastata dagli impatti dell'Odin, strutturata su più livelli, dotata di una spiccata verticalità e anche molto intricata e Whiteout, un buon miscuglio tra campi lunghi e zone per il combattimento ravvicinato, tutta giocata tra un villaggio di pescatori, piccole colline innevate, grotte e cunicoli il tutto intorno ad una radura boscosa perfetta per il fuoco incrociato. La costruzione delle mappe è ovviamente sempre quella: tanti passaggi secondari, defilamenti, e molte vie per arrivare alle zone calde, ma finalmente l'ariosità la fa da padrona, non si ha più l'impressione di essere rinchiusi in un labirinto circolare, e quando si sale in alto spesso si gode di un panorama molto vasto.

Fantasmi all'assalto

Il tutto, ovviamente, senza perdere quello che è il DNA del gioco, ovvero scontri veloci e frenetici. Le mappe "standard" quelle più piccole rimangono, e benché la loro costruzione sia apprezzabile, il loro fascino lo è molto meno, con o senza i momenti in cui possiamo cambiare (in verità poco) il layout iniziale. Decisamente divertenti e ben strutturate le nuove modalità di gioco: le migliori sono senza dubbio Search and Rescue, ovvero il vecchio Search and Destroy con le regole di Kill Confirmed e Blitz che vede le due squadre in una corsa furiosa verso la base avversaria, dove "segnare" calpestando una piccola zona circolare per poi esser teletrasportati nel punto di partenza. Ma anche Hunted ci è piaciuta, anche se è più un passatempo che una modalità competitiva vera e propria.

Estinzione è bello

Dove però Call of Duty: Ghosts fa il salto di qualità è in Extinction, che prende il posto delle Spec Ops, rinfrescando la modalità Zombie di Treyarch. Il focus è la personalizzazione del proprio alter ego: si parte dalla scelta delle classe, tra specialista d'armi, tank, ingegnere e medico, per poi accedere a tutto un percorso di specializzazione e crescita che modifica sia le nostre performance che l'apporto al gioco di squadra. Il cuore del gioco sono i punti che si guadagnano ondata dopo ondata, ogni volta cioè che trivelliamo con successo i nidi alieni che infestano la cittadina esplorabile in tutta libertà. Le scelte che il gioco chiede ci portano quasi in zona gioco di ruolo: specializziamo la nostra classe al massimo o disperdiamo i preziosi punti nelle varie abilità (offensive e difensive) utili tanto a noi quanto agli altri giocatori?

Fantasmi all'assalto

Divertente e "caciarona", ma nello stesso tempo molto ragionata e "tattica". Una novità davvero intrigante e che farà felici sia gli orfani delle Spec Ops, sia i tanti fan della modalità Zombie. A concludere l'ampia mole dei contenuti di gioco c'è Squads, ovvero una specie di modalità multigiocatore asincrona visto che di base dobbiamo costruire una nostra squadra mossa da bot, scegliendo con saggezza ruoli e armamentario, per poi farla salire di livello giocandoci insieme, ma anche e soprattutto facendo in modo che venga scelta e messa in campo da altri giocatori. Il tutto gestito da un'intelligenza artificiale sulla quale Infinity Ward sembra aver lavorato molto visto che risulta capace di adattarsi alle nostre capacità e abilità in tempo reale. Squads ha tutte le caratteristiche per essere una novità interessante, col plus poi di Safeguard (un'orda arricchita da lanci casuali di armi, perk e strike package), ma che va oggettivamente valutata sul lungo periodo per capire se il meccanismo asincrono delle squadre funzionerà senza problemi.

Da un punto di vista visivo, vale quanto scritto nelle precedenti recensioni sia PC che next gen. Call of Duty: Ghosts mostra inevitabilmente i segni di un motore ancora troppo legato al passato, al quale non bastano più poligoni, più effetti speciali, una migliore gestione delle luci e un dettaglio più alto per fare un salto deciso "nel futuro".

Fantasmi all'assalto

Si vede il taglio netto col passato in termini di pulizia, ma l'impatto è tutto fuorché sconvolgente. Evidenti riferimenti ai tempi che furono sono gli sbalzi qualitativi tra molti elementi di primo piano e quelli posti sullo sfondo, senza dimenticare che addirittura intere missioni della campagna danno l'idea di essere state "chiuse" con un tasso qualitativo minore di altre. Ovviamente se si parla delle texture e delle animazioni - facciali e non - dei protagonisti il discorso cambia decisamente in meglio, ma più in generale si ha l'impressione di una cosmesi solo sufficiente, che non impressiona nemmeno quando tutto esplode, quando la regia si esalta nei momenti più pirotecnici e spettacolari. C'è da segnalare poi che, rispetto alla controparte PlayStation 4, complice la risoluzione più bassa e un antialising meno presente, si avverte una maggior sporcizia e definizione delle immagini su Xbox One. Frame rate però granitico, in attesa di verificare in day one quello di casa Sony, apparso in sede di recensione traballante a più riprese.

Conclusioni

Multiplayer.it
7.9
Lettori (137)
4.5
Il tuo voto

Call of Duty: Ghosts non è certamente il miglior biglietto da visita per lo sbarco next gen del franchise Infinity Ward. La campagna è senza mezzi termini, mediocre. I buoni momenti ci sono ma manca il mordente e risulta troppo frammentaria, mentre narrativamente fallisce tutti i momenti in cui dovrebbe risvegliare l'attenzione del giocatore. Il multiplayer è ricco di contenuti, le nuove modalità di gioco e l'ampiezza di alcune mappe sono punti di forza innegabili, ma dobbiamo anche citare un bilanciamento da rivedere in alcuni punti. Azzeccato Squads, e assolutamente ben congegnato il cooperativo Extinction: veloce, frenetico, molto divertente ma soprattutto tattico e ragionato. Da un punto di vista visivo Call of Duty: Ghosts è troppo ancorato al passato, non c'è stato lo scatto di reni next gen: una cosmesi quindi solo sufficiente che su Xbox One è vittima anche di una risoluzione più bassa e di una maggiore sporcizia delle immagini rispetto alla controparte PlayStation 4.

PRO

  • Solita ampia mole di contenuti
  • Multiplayer molto divertente
  • Extinction azzeccata, frenetica ma ragionata
  • Le mappe più grandi sono ariose e ben costruite

CONTRO

  • Campagna single player mediocre
  • Ci sono problemi di bilanciamento nel multigiocatore
  • Tecnicamente la next gen non è ancora arrivata
  • Le mappe più piccole non stupiscono