109

Outlast, recensione

Disponibile su Steam dallo scorso settembre, il survival horror di Red Barrels arriva anche su PlayStation 4

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   07/02/2014

Outlast si pone come un'esperienza horror di grande intensità, prima di qualunque altra cosa. L'impianto ludico del titolo sviluppato da Red Barrels è in realtà piuttosto semplice, ma le idee messe in campo si rivelano fin da subito validissime e una direzione puntuale fa il resto, catapultandoci in un vero e proprio incubo in prima persona.

Outlast, recensione

Nel gioco vestiamo i panni di Miles Upshur, un giornalista investigativo che decide di visitare il Mount Massive Asylum, un istituto psichiatrico recentemente riaperto, in seguito alla segnalazione di una fonte anonima che denuncia la conduzione di esperimenti disumani all'interno della struttura. Armati soltanto della nostra videocamera e di un blocco per gli appunti, raggiungiamo l'edificio ma troviamo il gabbiotto di sicurezza vuoto e le porte d'ingresso chiuse; così decidiamo di intrufolarci nel manicomio salendo su alcune impalcature e approfittando di una finestra aperta. Una volta dentro, però, le cose prendono subito una piega inquietante e quella che sembrava una buona idea si trasforma in qualcosa di decisamente meno piacevole. Per le stanze del palazzo si aggirano infatti creature che hanno ben poco di umano, e dietro gli esperimenti su cui volevamo indagare pare si celino dei terribili retroscena. Riusciremo a svelarli e a rimanere vivi per raccontarlo?

Outlast è un survival horror capace di farvi saltare sulla sedia, ben fatto ma con qualche limite

REC

Come accennato in apertura, non è il gameplay a fare di Outlast un titolo decisamente interessante, bensì alcune delle idee che lo caratterizzano. In primo luogo, possiamo dire che si tratta di un survival horror "puro", ovvero nel gioco non è possibile difendersi da eventuali attacchi se non fuggendo e nascondendosi (come in Amnesia: The Dark Descent, per citarne uno), il che crea uno stato di tensione costante; soprattutto quando ancora non ci si rende conto di quello che è il "campo visivo" dei mutanti che si muovono all'interno delle location, individuato il quale si può gestire la fase stealth in maniera meno traumatica.

Outlast, recensione

È però l'introduzione della videocamera e della sua funzione di visione notturna a fare la differenza, perché ci consente di vedere al buio, individuare eventuali minacce in lontananza (c'è anche lo zoom) e arricchire ulteriormente l'atmosfera grazie al tipico effetto "dithering" e alle tonalità verdognole che caratterizzano tale feature. Se l'energia vitale del nostro personaggio si ripristina dopo alcuni istanti, quantomeno laddove si riesca a sfuggire ai propri assalitori e a nascondersi da qualche parte in attesa che si "dimentichino" di noi, lo stesso non si può dire delle batterie stilo che servono per tenere accesa la videocamera e che possiamo raccogliere in giro per gli stage. Esaurite le pile, per fortuna l'apparecchio continua a funzionare ma in modo limitato, e ciò può rappresentare un grosso problema durante una fase specifica dell'avventura, anche se è certamente possibile attuare una strategia di "risparmio energetico" limitando la registrazione a quando sia strettamente necessario. Inquadrare luoghi, scritte sui muri e personaggi si traduce spesso nella trascrizione di appunti che possiamo visionare dal menu di pausa, insieme ai documenti che si trovano nelle stanze dell'istituto e che svolgono il tradizionale ruolo di approfondimento rispetto a una trama certamente ben raccontata ma lungi dall'essere particolarmente originale.

Trofei PlayStation 4

Sono otto i Trofei contenuti in Outlast, e ottenerli è generalmente semplice. Basta infatti completare il gioco, raccogliere tutti i documenti presenti nelle location e portare a termine determinati compiti che rientrano comunque nello svolgimento della campagna. Ottenere il Trofeo per il completamento al livello "Insane" è ovviamente l'achievement più arduo da sbloccare.

Nasconditi o muori

Sono diverse le cose che funzionano davvero bene in Outlast. La già citata direzione, per dirne una, che riesce a dosare con maestria i "salti sulla sedia" che un buon titolo horror deve poter garantire, e che qui ovviamente non mancano.

Outlast, recensione

I controlli, che non sono caratterizzati dal "legno" dei primi Resident Evil e ci permettono anzi di disporre di una discreta mobilità, addirittura di saltare in corsa su tavoli e ostacoli come dei novelli Faith quando veniamo inseguiti da un nemico, con il tocco di classe di poterci voltare durante la fuga per capire quale sia la distanza che ci separa da una morte quasi certa. A proposito, il layout dei comandi è lo stesso della versione PC laddove si usi il controller. Tutto ciò viene accompagnato da un comparto sonoro capace di creare una grandissima atmosfera, recitato (in inglese, con sottotitoli in italiano) in maniera magistrale fra urla, sospiri, dialoghi di grande effetto, nonché il rimbombo del battito del cuore del protagonista, che si fa più intenso quando siamo nascosti dentro un armadietto o sotto un letto e vediamo il nostro potenziale carnefice che si guarda intorno alla ricerca di tracce per scovarci.

Outlast, recensione

Allo stesso tempo ci sono alcuni limiti che impediscono al titolo di Red Barrels di spiccare davvero, su tutti la semplicità di un gameplay che, tolto il carico di tensione e tutte le implicazioni a corredo, si rivela modesto nelle sue meccaniche e anche discretamente ripetitivo, tanto che le circa cinque ore che servono per completare la campagna - non molte, si potrebbe obiettare - evitano il sopraggiungere della stanchezza rispetto all'alternarsi di situazioni molto simili fra loro, che non prevedono la risoluzione di enigmi ma giocano soltanto sul ritrovamento di chiavi o l'attivazione di dispositivi per passare alla zona successiva. Inoltre la grafica non fa gridare al miracolo, anzi per molti versi presenta una modellazione "old gen" e scenari un po' troppo anonimi. Abbiamo ripreso in mano la versione PC per un confronto diretto con quella PlayStation 4, e in effetti sembrano identiche per risoluzione (1080p) effettistica e frame rate (60 frame al secondo). Forse sulla console Sony le texture sono un po' meno definite, ma aspettiamo una comparativa propriamente detta per esprimerci in tal senso. Di certo c'è la novità del livello di difficoltà "Folle", che non prevede salvataggi e dispensa batterie con grande parsimonia, offrendoci un'esperienza davvero hardcore e probabilmente più attinente alla realtà di un giornalista che ha la (poco) felice idea di intrufolarsi in un edificio pieno di psicopatici violenti.

Conclusioni

Versione testata: PlayStation 4
Digital Delivery: PlayStation Network
Prezzo: 18,99€
Multiplayer.it
7.5
Lettori (329)
8.6
Il tuo voto

Outlast adempie alla perfezione al proprio compito, ovvero quello di terrorizzare i giocatori e di farli saltare dalla sedia, mettendoli spesso di fronte a situazioni "malate" e crudeli. L'obiettivo viene centrato da Red Barrels tramite l'implementazione di un gameplay alla fine dei conti molto semplice, in cui ci viene chiesto di esplorare gli scenari, attivare interruttori o raccogliere oggetti, il tutto cercando di evitare i mutanti e i maniaci che si aggirano per i corridoi dell'istituto, fuggendo all'occorrenza e nascondendoci dove capita per poi ricominciare l'iter. L'atmosfera e la continua tensione garantite da una direzione impeccabile e da un comparto sonoro di pregio devono però fare i conti con una grafica non all'altezza delle ultime produzioni e con soluzioni che non prevedono situazioni alternative a quelle accennate poc'anzi. Per gli utenti Plus il download è comunque d'obbligo.

PRO

  • Grande tensione, grande atmosfera, ci si spaventa un bel po'
  • Comparto audio eccellente
  • Alcune ottime idee in termini di gameplay...

CONTRO

  • ...ma non mancano limiti, spigoli e un'eccessiva linearità
  • Grafica per molti versi "old gen"
  • Storia ben raccontata, ma tutt'altro che originale