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Andata senza ritorno

Siamo tornati nella Terra di Mezzo di TT Games a costruire di tutto e di più con i mattoncini LEGO

RECENSIONE di Christian Colli   —   29/04/2014

Soltanto pochi giorni fa abbiamo scoperto che il terzo e ultimo film ispirato al romanzo omonimo di J.K.K. Tolkien, Lo Hobbit, ha cambiato improvvisamente titolo. Non si chiamerà più Andata e ritorno come annunciato originariamente, ma La battaglia dei cinque eserciti: un titolo altisonante che di sicuro richiamerà molto di più l'attenzione in nome del dio denaro.

Andata senza ritorno

È l'ennesima scelta che ha fatto storcere il naso ai puristi tolkeniani, dopo la decisione di trasformare un racconto più o meno breve in ben tre film da tre ore ciascuno e di aggiungere una figura femminile assente nella storia originale per fare presa su un pubblico più variegato. E non sono neanche questi i problemi dei due ottimi film di Peter Jackson che, a dieci anni di distanza, è tornato a materializzare la Terra di Mezzo nei nostri cinema come solo lui sa fare: tra cali di ritmo e un editing discutibile, Un viaggio inaspettato e La desolazione di Smaug ci sono piaciuti, ma con qualche riserva. Potremmo dire la stessa identica cosa di LEGO Lo Hobbit, che sembra essere fedele alla fonte in tutti i suoi pregi e difetti.

LEGO Lo Hobbit è un buon titolo ma soffre degli stessi cali di ritmo dei film a cui è ispirato

Un viaggio un po' scontato

Il fatto che LEGO Lo Hobbit sia stato pubblicato ora, a cavallo del successo del secondo film, è probabilmente la causa di tutti i problemi del gioco: lo sviluppo pare essere stato frettoloso e poco ispirato, il titolo in sé è effettivamente incompleto.

Andata senza ritorno

La desolazione di Smaug è appena uscito in DVD e Blu-ray e bisognerà aspettare il prossimo dicembre per sapere come andrà a finire - a meno che non abbiate già letto Lo Hobbit, certo, e se non l'avete fatto vedete di rimediare - ma lo stesso vale per il tie-in di TT Games che, per evitare anticipazioni del sequel, si conclude esattamente come il film, con Smaug in volo verso Pontelagolungo. "Che cosa abbiamo fatto?", si domanda Bilbo nell'ultima scena del film e del gioco: be', abbiamo affrontato sedici livelli pieni di mattoncini, otto per film, distruggendo e costruendo tutto mentre superavamo puzzle ambientali e combattevamo nemici e boss. Un qualsiasi "LEGO game" in sintesi, insomma, perchè LEGO Lo Hobbit non si discosta dalla formula a cui ci ha abituato TT Games, se non per alcune novità su cui ci soffermeremo a breve. LEGO Lo Hobbit, d'altra parte, è un fedele adattamento del film che impiega lo stesso stratagemma di LEGO Il Signore degli Anelli: le ironiche cutscene sono accompagnate dal doppiaggio originale del film (sottotitolato in italiano, ovviamente) e dalla superlativa colonna sonora di Howard Shore. Servono fondamentalmente a legare i vari livelli e a condensare la storia, ma le abbiamo trovate meno spassose e originali di quelle ammirate in LEGO Il Signore degli Anelli a causa soprattutto di un tempismo e di un'originalità delle gag non proprio ottimali.

Andata senza ritorno

I personaggi, comunque, ci sono tutti, così come le location più significative delle due pellicole in cui sono ambientati gli stage: dalla casa di Bilbo a Granburrone, passando per le Montagne Nebbiose e Moria fino a Pontelagolungo e, naturalmente, la tana di Smaug. Proprio come in LEGO Il Signore degli Anelli c'è una Terra di Mezzo in versione miniaturizzata da esplorare liberamente tra un livello e l'altro e su cui concentrarsi una volta completati i livelli della storia: come da tradizione, a quel punto è possibile controllare tutte le minifig sbloccate per trovare ogni tesoro, oggetto e segreto nascosto, abilitando ulteriori personaggi e impiegandone le abilità peculiari per raggiungere punti altrimenti inaccessibili. Il quadro tecnico è più che soddisfacente e conferma ulteriormente quanto già suggerito dagli ultimi LEGO game multipiattaforma: TT Games sembra trovarsi a suo agio sulle console next gen, decisamente le versioni migliori e più stabili tra quelle proposte. Il gioco di next gen graficamente ha ben poco, attenzione, ma il frame rate è molto più stabile e la quantità di dettagli ed elementi a schermo di tanto in tanto appare impressionante. Pollice in alto, insomma, e da questo punto di vista LEGO Lo Hobbit sembra proprio essere un antipasto gustoso di quello che vedremo negli anni a venire.

Trofei PlayStation 4

Anche questa volta non sarà difficlissimo sbloccare i quaranta Trofei del gioco: ventisette di bronzo, otto d'argento, quattro d'oro e il platino. Servirà solo un bel po' di pazienza, perché per esempio si dovrà completare la storia, ovviamente, e collezionare tutte le minifig e milioni di mattoncini.

To be concluded

Quella di uscire con così largo anticipo rispetto alla fine della trilogia cinematografica, proponendo soltanto i tie-in dei primi due film, è stata una strategia rischiosa da parte di Warner Bros. Interactive, ma poi si è scoperto il barbatrucco: i livelli de La battaglia dei cinque eserciti arriveranno alla fine dell'anno, in concomitanza con la conclusione filmica, sotto forma di DLC. Se sarà gratuito o a pagamento non è ancora chiaro, ma dubitiamo che quegli otto nuovi livelli siano un regalo di Natale per i giocatori. Del resto, LEGO Lo Hobbit non è esattamente un titolo povero di contenuti, anche se si è rivelato essere uno dei LEGO game più brevi. Semmai, il problema risiede tutto nei tempi morti che costellano le sessioni di gioco e nel roster di minifig non proprio interessante. Partendo dal secondo problema, LEGO Lo Hobbit propone un buon numero di panni memorabili da indossare, ma sono molte di più le semplici comparse o i personaggi mutuati dal resto della saga tolkeniana se non riciclati da LEGO Il Signore degli Anelli. Anche le abilità condivise dalle varie minifig sono decisamente di meno rispetto ai super poteri visti in LEGO Marvel Super Heroes, ad esempio, ma alcuni puzzle ambientali ci sono particolarmente piaciuti per la loro originalità, anche se alcuni si sono rivelati meno chiari del solito, costringendoci a cambiare personaggio un po' a casaccio in cerca di quello giusto.

Andata senza ritorno

Già solo la compagnia dei nani offre non poca varietà in termini di abilità, tra Bombur che si "trasforma" in trampolino, Dwalin che può aggiustare gli oggetti a martellate e così via. Per dare un po' di pepe al gameplay, però, TT Games non si è limitata a implementare degli "attacchi combinati" ispirati alle scene del film o tutta una serie di quest sparpagliate per l'enorme hub che è la Terra di Mezzo, ma anche una specie di sistema di crafting che, a conti fatti, si è rivelato la feature peggiore del gioco. In pratica, oltre ai canonici "stud" ora si raccoglieranno materiali e pietre preziose che possono essere consumati per costruire oggetti da equipaggiare o utilizzare per completare missioni o sbloccare nuovi percorsi. A volte sarà obbligatorio dedicarsi al crafting per proseguire nella main quest, e non di rado ci è capitato di trovarci a corto di materie prime e quindi di dover girare in lungo e in largo per raccoglierli o scambiarli con alcuni NPC. Per quanto interessante, questa meccanica causa dei cali di ritmo abbastanza fastidiosi che interrompono già quello non particolarmente frenetico dei vari livelli. Decisamente qualcosa di cui potremmo fare a meno nei prossimi LEGO game, se non riveduto e corretto a puntino.

Conclusioni

Versione testata: PlayStation 4
Multiplayer.it
7.0
Lettori (15)
7.4
Il tuo voto

Eccoci al terzo "LEGO game" uscito nell'arco di sei mesi: in occasione della recensione di The LEGO Movie Videogame avevamo espresso le nostre perplessità in merito alla frequenza con la quale TT Games stava pubblicando i suoi tie-in, e LEGO Lo Hobbit conferma la nostra opinione. Il brand ha bisogno di un periodo di pausa che permetta a TT Games di rigenerarlo e di tornare a stupirci. LEGO Lo Hobbit non è certo un brutto gioco, ma manca di quel quid che ha reso imperdibili LEGO Il Signore degli Anelli o il più recente LEGO Marvel Super Heroes. E il fatto che sia da concludersi con un DLC ci ha lasciato decisamente l'amaro in bocca.

PRO

  • Tie-in fedele e spassoso dei due film omonimi
  • Non manca qualche novità interessante
  • Visivamente è uno dei migliori giochi di TT Games

CONTRO

  • Pesanti cali di ritmo
  • Non manca neppure qualche novità deludente
  • Praticamente è incompleto