5

Alla ricerca di Fred

Un viaggio emozionante alla ricerca dello zio perduto

RECENSIONE di Mattia Armani   —   27/05/2014

A Story About My Uncle è un platform tridimensionale in prima persona nato nel 2012 come progetto universitario distribuito gratuitamente. Da subito capace di attirare l'attenzione si è via via evoluto ed è finalmente pronto a sbarcare su Steam come prodotto commerciale.

Alla ricerca di Fred

Ma di commerciale il titolo Gone North Games ha ben poco, almeno in relazione alle tendenze più in voga nell'ambito videoludico moderno, a partire dalla formula narrativa che vede un padre, il protagonista, narrare alla figlia della sua ricerca dello zio, un misterioso inventore e avventuriero. Tutto inizia con il ritrovamento di una tuta fantascientifica che giace appesa in un armadio dello scomparso zio Fred. Il peculiare vestito sembra fatto apposta per il protagonista che in preda alla curiosità lo indossa e si lancia a capofitto in un viaggio avventuroso. Da qui in poi A Story About My Uncle è tutto un saltare enormi distanze con l'ausilio della spinta propulsiva della tuta che viene potenziata, durante le prime fasi di gioco, da un rampino magnetico con tre cariche e da un jetpack dall'autonomia decisamente ridotta. Come avrete già intuito la sfida di A Story About My Uncle sta tutta nel trovare la giusta via tra appigli improbabili, rocce orbitanti e precipizi senza fondo.

A Story About My Uncle trasforma la ricerca di uno zio perduto in un'avventura piena di mistero e magia

Morire fa parte del gioco

Il gameplay di A Story About My Uncle ruota intorno a meccaniche che abbiamo già visto in diversi platform tridimensionali ma la differenza, in questo caso, è legata agli enormi spazi del titolo Gone North Games che esaltano le straordinarie capacità di movimento del protagonista. I grandi balzi, questo è ovvio, richiedono una discreta precisione e la strada da seguire non è sempre evidente grazie anche a un ottimo lavoro di design che si evolve di livello in livello. Ma è proprio nelle situazioni più complesse che un'intuizione improvvisa o un'evoluzione miracolosa ci regalano le soddisfazioni maggiori e rendono evidente quanto la formula del titolo, sostenuta da controlli reattivi e movimenti precisi, funzioni egregiamente. Certo, capita spesso di ritrovarsi appesi per aria con il rampino scarico e nessuna idea di quale direzione prendere. E in questi casi le cose si concludono spesso con un drammatico volo nel vuoto. Ma il fallimento può rivelarsi utile per capire le distanze che ci separano dalla piattaforma successiva e talvolta una morte violenta ci consente di scorgere un appiglio visibile solo una volta spiccato il balzo. Morire, in sostanza, fa parte del gioco e i numerosi checkpoint scongiurano la potenziale frustrazione mantenendo l'esperienza snella e godibile nonostante alcuni passaggi siano decisamente complessi.

Alla ricerca di Fred

Ma è anche il desiderio di esplorare a mantenere alta la voglia di superare gli enigmi più complessi in un titolo che solletica la nostra curiosità alimentando continuamente la propria componente narrativa. Nei suoi viaggi Fred, lo zio di cui seguiamo le tracce, ha incontrato creature misteriose, scoperto misteri e lasciato anche qualche indizio per aiutarci a trovare la strada giusta. Tutti elementi che ritroviamo sul nostro cammino e che, tra indizi e dialoghi, rappresentano una buona fetta dell'esperienza. Parte dei dialoghi è opzionale e può essere evitata semplicemente tirando dritto ma se la dimensione fiabesca vi intriga il consiglio è quello di perdere qualche minuto per cercare di entrare in sintonia con il mondo di gioco. In tutto questo resta evidente la natura indie di un prodotto da cui non possibile aspettarsi le rifiniture di un titolo tripla A. La colonna sonora è indubbiamente suggestiva ma è limitata in termini di varietà ed è accompagnata da effetti sonori spaziano tra il delizioso e il deludente. Inoltre dobbiamo ammettere che la splendida ambientazione iniziale, la casa dello zio, è la più curata mentre il resto non raggiunge la medesima qualità estetica. Eppure, nonostante le texture spesso anonime e la mole poligonale non eccezionale, i livelli sono contraddistinti da colori vividi e luci suggestive che rendono il tutto piacevole da guardare. Quando le profondità della terra si dischiudono al cielo stellato l'emozione è forte e questo significa che chi ha curato il comparto artistico ha fatto il suo lavoro. Inoltre il post processing non è male, l'ottima voce narrante sostiene egregiamente la narrazione e non mancano piccole trovate estetiche a impreziosire ulteriormente l'esperienza.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • OS: Windows 7
  • CPU: Intel Core i5 4440
  • RAM: 16 GB
  • Scheda video: GeForce GTX 770

Requisiti minimi

  • OS: Windows XP (SP3), Windows Vista (SP2), Windows 7, Windows 8
  • CPU: Intel Core 2 Duo, AMD Athlon X2, or equal at 1.6GHz or better
  • RAM: 2 GB
  • Scheda video: DirectX 9.0c, Shader Model 3.0
  • Spazio su disco: 2 GB

Requisiti consigliati

  • OS: Windows 7, Windows 8
  • CPU: QuadCore 2.0 GHz+
  • RAM: 4 GB
  • Scheda video: DirectX 9.0c, Shader Model 3.0, 1 GB VRAM
  • Spazio su disco: 2 GB available space

Conclusioni

Digital Delivery: Steam
Prezzo: ancora non disponibile
Multiplayer.it
8.0
Lettori (12)
7.9
Il tuo voto

A Story About My Uncle è un'azzeccata miscela fatta di meccaniche platform in prima persona, esplorazione e narrativa fiabesca. Le dinamiche del gameplay non sono nuove e non arrivano ai livelli visti in titoli del livello di Portal ma trovano una propria unicità in combinazione con enormi spazi da attraversare a gran velocità. L'unica incognita è la longevità dell'esperienza che dipende fortemente sia dalla fretta che dall'abilità del giocatore. Ma cercando ogni segreto e misurandosi con il time trial diventa possibile superare tranquillamente la durata media di un titolo odierno.

PRO

  • Gameplay divertente e bilanciato
  • Componente narrativa suggestiva
  • Ottimo lavoro di design

CONTRO

  • Qualità altalenante del comparto artistico
  • Longevità non eccezionale a meno di non dedicarsi alla ricerca dei segreti