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Filosofie di dominio

Dopo aver distrutto la Terra, per la razza umana è arrivata l'ora di fare danni anche nello spazio

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   23/10/2014

La razza umana è fetida e i videogiochi ce lo ricordano continuamente. Prendiamo l'inizio di Sid Meier's Civilization: Beyond Earth dove vediamo un pianeta distrutto in cui le nazioni si sono riunite in federazioni per mandare coloni nello spazio così da permetterci di sopravvivere. La domanda che sgorga come acqua sorgiva guardando scorrere le immagini del filmato introduttivo è: centinaia di turni per vincere una partita di Civilization V e questo è il risultato? Sicuri che vogliamo far sopravvivere il genere umano? Non sarebbe meglio salvare i bonobo che pensano solo a riprodursi e sono ben voluti da tutti?

Filosofie di dominio

Spazio, ultima frontiera, quale pianeta distruggiamo nei prossimi cento anni? No davvero, in onore dell'ottimismo pretendiamo un Good Civilization che inizi con gli esseri umani che vengono sterminati appena atterrati su un pianeta alieno, con gli E.T. di turno inferociti solo perché uno dei coloni si è portato dietro un disco di Gigi D'Alessio. Sarebbe catartico, oltre che un'ottima recensione del neomelodico latrante. Desideri impossibili da realizzare a parte, la prima scelta che l'ultima fatica del team di Meier ci mette davanti è quella della composizione della nostra spedizione spaziale. In verità è possibile lasciare alla CPU l'onere di generare una partita con valori casuali, ma uno stratega che si rispetti ama pianificare le sue partite sin dalle primissime mosse. Scelta la coalizione, le dimensioni e il nome del pianeta, il tipo di astronave e altri bonus da portarsi dietro, si può partire verso l'ignoto sperando di trovare condizioni favorevoli all'atterraggio. A differenza di quanto accade normalmente nei Civilization, la prima città non si può fondare dove si vuole mandando in giro un colono a cercare il terreno ideale. Bisogna invece accontentarsi di iniziare dalla casella dove si farà atterrare l'astronave, selezionata da una griglia di caselle adiacenti. Volendo sarà possibile aiutarsi nella scelta attivando la visualizzazione delle risorse sulla mappa, così da avere un'idea più chiara di dove si sta iniziando la conquista dello spazio. Tranquilli, perché il gioco non vi lascerà da soli e gli strumenti a disposizione dei neofiti sono molti: c'è un ricchissimo tutorial per apprendere le basi del bravo conquistadores stellare, si possono attivare i consigli dei vari ministri, oppure si può leggere la Civilopedia che è sempre una miniera d'oro d'informazioni. Comunque, svolte le pratiche iniziali, non ci resta che iniziare a esplorare la nostra nuova casa.

Economia aliena

Nonostante l'avvio scoppiettante, Beyond Earth rientra subito nei ranghi offrendo un gameplay dei primi turni molto simile a quello degli altri titoli della serie. All'inizio bisogna esplorare il pianeta un esagono alla volta, alla ricerca di capsule terrestri schiantate al suolo, di territori con risorse più ricche per costruire nuove colonie e, perché no, di alieni con cui entrare in contatto.

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A differenza delle popolazioni barbare dei Civilization terrestri, gli alieni erranti di Beyond Earth hanno funzioni differenti, sia a livello sociale che economico. Apparentemente sembrano solo delle pericolosissime creature che passano il tempo a uccidere i nostri esploratori e a mettere a repentaglio la vita delle colonie, ma presto si scopre che la situazione è differente. Del loro ruolo riparleremo più avanti. Vagabondando per il pianeta si scopre subito una delle caratteristiche più insidiose del nuovo ambiente: il miasma. Alcune caselle sono ricoperte da nubi tossiche di colore verde che non permettono alle unità di stazionarci sopra, pena la perdita di punti ferita a ogni turno. Insomma, il luogo è decisamente ostile, nonostante si noti subito che gli alieni non attaccano gli avamposti a testa bassa e, soprattutto, che ogni fonte di preoccupazione per i coloni alla lunga può diventare una risorsa. Sì, perché oltre a dover accumulare energia (serve per il mantenimento di edifici e unità e può essere usata come moneta), cultura (serve per acquisire le Virtù, di cui parleremo dopo), punti produzione (servono per costruire edifici e unità), scienza (indovinate a che serve?) e una serie di risorse che saranno più o meno utili a seconda della filosofia scelta (si possono comunque usare come merce di scambio), si dovrà presto decidere come rapportarsi con il pianeta e i suoi abitanti. Non si tratta di una decisione da poco, visto che determinerà dei cambiamenti netti nel gameplay.

Sarà riuscito Sid Meier's Civilization: Beyond Earth a far conquistare le stelle alla nostra civiltà?

Le affinità

Le tre filosofie, o affinità, di Beyond Earth rappresentano tre modi di concepire il rapporto tra gli occupanti, ossia i terrestri, e il pianeta ospitante. Volendo semplificare, potremmo definire l'Armonia come una sorta di ecologismo che mira all'integrazione e alla contaminazione tra umani e alieni; la Supremazia come un altro modo per far evolvere la razza umana, contaminandola però con la tecnologia; e la Purezza come il rifiuto completo di ogni forma di cambiamento nella fisiologia umana, che si riflette in un conservatorismo completo.

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Giocando non è obbligatorio scegliere di seguire una sola affinità, ma se si vuole ottenere il massimo in termini di gameplay e di risorse, conviene mantenersi coerenti e puntare allo sviluppo completo di una delle tre. Solo così si otterranno le truppe migliori e alcuni edifici avanzati, indispensabili per conseguire alcuni tipi di vittoria. Scegliere l'una o l'altra affinità modificherà anche la produzione di alcune risorse o il modo in cui ne vengono sfruttate altre, alieni compresi. Ad esempio un giocatore con un'affinità elevata in Purezza e con ambizioni militaresche può puntare a legare la produzione scientifica allo sterminio alieno, selezionando alcune virtù utili allo scopo. Le virtù altro non sono che delle abilità selezionabili dopo aver acquisito abbastanza cultura. Sono divise in quattro alberi che riguardando i quattro settori chiave della gestione della civiltà: risorse militari, crescita e benessere della popolazione, ricerca scientifica e sviluppo industriale. Più punti si assegnano a un singolo albero, più si ottengono bonus. Dal punto di vista dello sviluppo Beyond Earth lascia molta libertà al giocatore, pur stabilendo alcuni limiti dettati dalla logica gestionale. Ad esempio se si vuole stabilire una supremazia militare, bisognerà puntare ad avere una maggiore produzione di energia a discapito di scienza e cultura, mentre se si vuole ottenere una vittoria culturale, si dovrà necessariamente sacrificare l'espansione e la produzione di truppe in favore della scienza e della cultura. In gioco le scelte non sono così nette, ma dovreste avere capito cosa intendiamo. Da questo punto di vista c'è poco da girarci intorno, perché nonostante gli anni luce, gli alieni e le filosofie, il modus operandi ricorda moltissimo quello di Civilization V.

Tra evoluzione e conservazione

Il senso di deja vu si fa ancora più forte se prendiamo in considerazione l'interfaccia di gioco, che non è solo molto simile al predecessore, ma è praticamente identica. Poco male visto che ci troviamo di fronte al meglio che il mondo della strategia a turni abbia da offrire. Esiste uno studio di sviluppo capace di realizzare interfacce più chiare e naturali di quelle di Firaxis, che riescono a essere fluide nonostante la mole di opzioni che fanno gestire? Decisamente no. Certo, l'aver mantenuto alcune funzioni invariate per anni aiuta, ma non è certo un male, come del resto non è un male somigliare a un titolo bello e profondo come Civilization V.

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Purtroppo però giocando si fa insopprimibile la sensazione di trovarsi di fronte a una mod, avanzata quanto si vuole, ma pur sempre derivata dall'altro titolo. Se ricordate lo stesso non succedeva giocando ad altri spin-off realizzati sempre da Meier e i suoi, come Colonization e Alpha Centauri. Soprattutto quest'ultimo, visto che il confronto con Beyond Earth è inevitabile, aveva tali e tante peculiarità di gameplay rispetto ai Civilization (dal terraforming avanzato alla personalizzazione completa delle truppe) da apparire fresco e originale rispetto alla fonte, pur condividendone molti aspetti dell'interfaccia e del gameplay. Certo, anche in Beyond Earth si possono far crescere le unità in modo diverso a seconda dell'affinità scelta, con la possibilità di selezionare un potenziamento tra due per ogni step evolutivo raggiunto, ma in questo caso sembra più una brillante soluzione al problema di non avere lo stesso numero di unità di un Civilization qualsiasi a disposizione per offrire un po' di varietà, invece di una caratteristica aggiunta con la volontà di innovare. Sia chiaro che stiamo parlando di una situazione di pieno equilibrio, con un amalgama eccellente tra unità terresti (di mare, di terra e satellitari) e aliene, tale da eclissare la concorrenza. Ci premeva solo notare che, parafrasando il gioco stesso, se dovessimo indicare l'affinità scelta da Firaxis per far evolvere la serie non avremmo alcun dubbio nello scegliere la Purezza.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
  • Processore Intel Core i7 2600
  • 8 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
  • Sistema operativo Windows 7

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: Windows Vista SP2/ Windows 7
  • Processore: Intel Core 2 Duo 1.8 GHz o AMD Athlon X2 64 2.0 GHz
  • RAM: 2 GB
  • Scheda video: 256 MB ATI HD3650 o superiore 256 MB nVidia 8800 GT o superiore, o Intel HD 3000 o chip grafico integrato superiore
  • Spazio su disco: 8 GB
  • DirectX: 11

Requisiti consigliati

  • Processore: 1.8 GHz Quad Core CPU
  • RAM: 4 GB
  • Scheda video: serie AMD HD5000 o superiore (o serie ATI R9 per il supporto di Mantle), serie nVidia GT400 o superiore, o Intel IvyBridge o chip grafico integrato superiore
  • Note aggiuntive: supporta le librerie Mantle di AMD con le schede compatibili

Scienza o fantascienza?

Ma torniamo al gioco e parliamo del sistema di evoluzione scientifica, che merita di essere trattato in particolare. Come saprete i Civilization hanno da sempre offerto uno schema di avanzamento tecnologico legato alla realtà storica del nostro pianeta. Purtroppo Beyond Earth è ambientato nello spazio e quindi non era più possibile far scoprire il fuoco o la ruota a gente che ha appena compiuto un viaggio di diversi anni luce stabilendo una colonia in un ambiente ostile.

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Per questo motivo Firaxis ha puntato su una crescita scientifica più libera, in cui le tecnologie selezionabili sono posizionate su uno schema a raggiera. Al centro del grafico troviamo le conoscenze essenziali, le più semplici da ricercare, con intorno tutti gli altri nodi, che più sono lontani dal centro, più richiedono tempo e risorse. Ogni nodo può avere una o due sotto tecnologie da ricercare nell'ordine voluto dopo che si è appresa quella principale. Insomma, una gerarchia delle ricerche c'è, ma a seconda dei propri obiettivi è possibile avere solo alcune tecnologie sorvolandone altre, in modo da rendere le partite più varie. Come negli altri Civilization, anche in Beyond Earth le tecnologie sbloccano nuove unità, nuovi edifici, meraviglie, risorse nascoste e via discorrendo. Diciamo che avere un piano di ricerca, magari creando una coda per arrivare a ottenere un certo obiettivo, è essenziale per riuscire a vincere. Ricercare a caso o spinti dalle necessità dell'attimo non serve a nulla e, anzi, in alcuni casi può rivelarsi deleterio. Da notare che alcune tecnologie fruttano punti affinità. Questo significa che se ad esempio si volesse perseguire la via della Purezza, occorrerebbe valutare bene se costruire una tecnologia con affinità all'Armonia, pena la gestazione di una società più instabile.

Le Alternative

Il mercato negli ultimi anni ha offerto diversi strategici a turni di valore che meritano il vostro interesse. Ad esempio se vi stuzzica l'idea di giocare a un simil-Civilization fantasy, sicuramente apprezzerete il bel Endless Legend, che anche se più acerbo ha davvero molto da offrire. Sempre dallo stesso studio di sviluppo, ma più in linea con Beyond Earth, è Endless Space, titolo da cui Firaxis ha preso alcune idee per la sua ultima fatica.

Altri aspetti del gameplay

Una partita di Beyond Earth offre molti altri aspetti da considerare per arrivare alla vittoria finale. Prendiamo ad esempio la salute pubblica, che peggiora costruendo o conquistando nuove città a causa dell'atmosfera del pianeta alieno e che può comportare dei malus o dei bonus notevoli a seconda di come la si gestisce. Oppure come non citare le reti commerciali, via terra o via mare, simili a quelle viste in Civilization V, che fruttano risorse aggiuntive spesso preziosissime per tenere a galla tutta la baracca? Del resto andrebbero citati anche i satelliti, ottimi strumenti di difesa, ma anche di pulizia del miasma o di miglioramento della produzione. Infine, non possiamo dimenticarci di due aspetti fondamentali del gioco, entrambi rimasti identici a quanto visto Civilization V: il primo è il sistema diplomatico, con il solito flipper di offerte e contro offerte, di dichiarazioni di pace e di guerra, con trattati e accordi sotterranei, utile per arrivare alla vittoria politica, ma poco evoluto rispetto al resto. Il secondo è il multiplayer, che offre le stesse modalità di gioco. Del resto è stata ritoccata poco anche la gestione dell'intelligence, che si limita a farci assegnare le spie alle varie città, per poi dargli un obiettivo da raggiungere come ad esempio il furto di energia, di tecnologie o l'assunzione di disertori. Molto debole, seppur inedito, è invece il sistema di quest. Ogni tanto ci verranno assegnate delle missioni da svolgere che ci faranno scoprire aspetti segreti del pianeta alieno e metteranno in discussione le nostre scelte. Alcune sono anche legate agli edifici e servono per indirizzarne la produzione. In generale possiamo affermare che si tende a dimenticarne l'esistenza. Certo, ogni tanto appare qualche notifica a ricordarci che abbiamo dei compiti da svolgere, ma nei turni avanzati si finisce per non badarci più di tanto, presi come si è dal flusso del gioco. Come avrete capito potremmo stare qui a parlarvi di altri aspetti di Beyond Earth per molte altre migliaia di caratteri, ma la sostanza cambierebbe poco e ritornerebbe più volte il confronto con Civilization V, con cui l'ultima fatica di Firaxis condivide anche il motore grafico e lo stile generale. Certo, la grafica è stata completamente rivista in funzione del nuovo scenario, ma la qualità complessiva non è andata avanti di un millimetro rispetto al passato. A dirla tutta, alcune scelte nel design degli alieni sono davvero discutibili e, in generale, molte nuove unità sanno di già visto, risultando in buona sostanza anonime. Anche in questo caso il problema è secondario, visto il genere, ma è innegabile che se lo sommiamo alle altre caratteristiche riprese da Civilization V, si finisce inevitabilmente per stabilire un confronto complessivo che ci porta a parlare di Beyond Earth come un titolo bello, quanto poco coraggioso, incapace cioè di far fare alla serie il minimo passo avanti.

Conclusioni

Digital Delivery Steam
Prezzo 49,99 €
Multiplayer.it
8.8
Lettori (51)
8.3
Il tuo voto

Sid Meier's Civilization: Beyond Earth è Civilization V rivisto e corretto per la colonizzazione planetaria. Considerata la base di partenza era impossibile sbagliare, ma quando le similitudini si fanno spietatamente più evidenti, ossia sulla lunga distanza, l'espressione "grossa MOD" inizia a far capolino nel cervello. Non vogliamo essere ingenerosi, perché è chiaro che l'ultima fatica di Firaxis farà felici gli appassionati della serie. Purtroppo gli manca il piacere del rischio, come fu quello che Meier si prese all'epoca dello sviluppo di Alpha Centauri, ossia non si vede quell'innovatività che fa la differenza tra un ottimo prodotto e un capolavoro. Per il resto ci troviamo di fronte al solito mastodonte della strategia a turni, capace di catturare per ore e ore nelle spire delle sue rodatissime meccaniche e di confermare che quando si parla di strategici di livello, Meier e i suoi sono ancora i punti di riferimento cui tutta l'industria deve guardare.

PRO

  • Il gameplay cambia notevolvemente a seconda dell'affinità seguita
  • Interfaccia di gioco eccellente
  • Meccaniche rodatissime
  • La sindrome da ultimo turno c'è come sempre

CONTRO

  • Il design degli alieni non è dei più ispirati
  • Qualche innovazione in più non avrebbe guastato
  • Alcune caratteristiche sono un copia/incolla da Civilization V