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Piccoli esploratori crescono

Renegade Kid torna sulla scena cimentandosi nel genere dei metroidvania

RECENSIONE di Andrea Palmisano   —   16/07/2015
Piccoli esploratori crescono

Di metroidvania non ce ne sono mai abbastanza, soprattutto in un periodo storico in cui nuovi episodi delle serie più rappresentative del genere (appunto Metroid e Castlevania) sono tristemente persi nel limbo. Pur senza aver mai raggiunto nemmeno lontanamente il punto di saturazione, il mercato ha sempre accolto con discreta costanza rappresentanti di tale filone più o meno degni, segnale questo che lo zoccolo duro dei fan continua ad apprezzare la formula che tanta fortuna ha portato a Samus e alla famiglia Belmont. Gli ultimi in ordine di tempo ad aver tentato questo approccio sono i ragazzi texani di Renegade Kid, team con una grande esperienza in ambito portatile che si è fatto notare soprattutto per la serie Dementium e per Moon su Nintendo DS e per quel Mutant Mudds che è approdato invece su diverse piattaforme. L'ultima loro fatica risponde al nome di Xeodrifter, ed è appunto un metroidvania a tutti gli effetti per eShop Nintendo 3DS e Steam (e in arrivo anche su Wii U).

Xeodrifter è un metroidvania piccolo, limitato e a tratti ingenuo, ma con un cuore pulsante

Solo nello spazio

Dal nostro punto di vista, il prezzo di un prodotto dovrebbe anche dare una certa prospettiva di quanto sia corretto pretendere da esso: Xeodrifter viene venduto a meno di 10€, una cifra modestissima che mette quindi ben in chiaro le aspirazioni ed eventualmente anche i limiti del titolo di Renegade Kid. Confrontarlo direttamente con prodotti dotati di budget enormemente superiori sarebbe quindi ben poco sensato. Fatta questa premessa, possiamo quindi parlare del background del gioco, che mette l'utente nei panni di un esploratore spaziale costretto per un danno alla propria navicella a rimanere confinato all'interno di un'area in cui sono racchiusi quattro pianeti diversi, liberamente esplorabili in qualsiasi ordine.

Piccoli esploratori crescono
Piccoli esploratori crescono

Una facoltà inizialmente spiazzante, soprattutto per l'ostilità degli alieni e per le modestissime capacità del protagonista, in grado soltanto di saltare e sparare con l'arma standard. Situazione, questa, destinata nei primi minuti di gioco a portare a frequenti morti: capire da che parte andare per incanalare la progressione è infatti un'operazione che passa attraverso il più scontato dei trial and error, con una certa frustrazione che aleggia sul giocatore nelle battute iniziali. Una scelta, quella di Renegade Kid, che se da una parte dona un minimo di originalità al prodotto, dall'altra rischia di infastidire o addirittura allontanare i meno pazienti fin da subito. Sarebbe però un peccato, perché basta superare questo scoglio iniziale per farsi coinvolgere dalla progressione di Xeodrifter. La crescita del personaggio passa infatti non solo attraverso l'espansione della barra dell'energia, ma anche per la raccolta di nuove capacità e armi che rendono sempre meno impari la lotta contro gli alieni. Il team texano in tal senso è stato particolarmente bravo nel garantire al giocatore costanti motivi di soddisfazione, tali da rendere l'esperienza di Xeodrifter particolarmente coinvolgente e piacevole. Tra l'altro proprio nella lista di abilità e nella gestione delle armi si possono riscontrare alcuni aspetti perlomeno intriganti. Per quanto riguarda la prima, è soprattutto la capacità di teletrasportare il protagonista su un secondo piano di gioco a permettere lo sviluppo delle meccaniche più interessanti: in pratica premendo un tasto, in determinati e riconoscibili sezioni dei livelli, è possibile passare immediatamente sul piano in background. Si tratta ovviamente di una capacità che è necessario sfruttare per poter proseguire nei livelli, raggiungendo zone che fino a un attimo prima risultavano inesplorabili. I potenziamenti delle armi che si raccolgono man mano sono invece assegnabili a tutta una serie di attributi della propria pistola, esattamente come se fossero dei punti da distribuire alle varie caratteristiche di un personaggio in un RPG. In questo caso si può quindi scegliere se aumentare la cadenza di fuoco o la potenza del singolo proiettile, o dargli una traiettoria ondulatoria piuttosto che a raggio. La cosa interessante è che i punti possono essere assegnati a piacimento, dando vita ad una marea di combinazioni possibili da salvare poi eventualmente in 3 configurazioni separate, così da poter richiamare facilmente via touch screen quella più adatta ai nemici che ci si trova di fronte.

L'effetto 3D

Piacevole nel donare profondità e staccare i piani di parallasse, l'effetto tridimensionale di Nintendo 3DS trova applicazione anche sottolineando una delle abilità principali del proprio personaggio, capace appunto di teletrasportarsi sui vari piani di gioco. Insomma, lasciare la levetta alzata può valere la pena.

Il rovescio della medaglia

Dove Xeodrifter inizia a mostrare qualche ingenuità, o più propriamente qualche limite, è però nel level design che appare sì competente e piacevole, ma mai brillante. La progressione è senza dubbio appagante, sia ben chiaro, ma un po' troppo lineare per poter lasciare effettivamente il segno.

Piccoli esploratori crescono

Discutibile poi la scelta di collocare i check point in maniera estremamente rarefatta all'interno dei livelli, costringendo spesso e volentieri a ripetere ampie sezioni in caso di morte; la necessità poi di ritornare sempre alla navetta una volta esaurite le possibilità di esplorazione all'interno di un pianeta enfatizza il già pesante backtracking che l'utente è obbligato ad affrontare, elemento sì strettamente legato al genere stesso dei metroidvania, ma che qui diventa un po' noioso e forzato. Dispiace inoltre che l'elemento dei boss sia stato così poco approfondito, evidentemente a causa di sacrifici fatti sull'altare dei limiti di budget: sta di fatto che in pratica lungo l'intera avventura si è costretti ad affrontare per una decina scarsa di volte lo stesso boss, con solo variazioni cromatiche e di alcuni pattern di attacco a distinguere l'una dall'altra. A rimettere l'ago della bilancia dalla parte dei pro contribuisce invece la componente tecnica, che seppur poggiando sull'abusatissima pixel art 8-bit può contare su uno stile artistico indovinato e senza dubbio gradevole. Modesta la longevità, dal momento che per la maggior parte dei giocatori non saranno necessarie più di 3 ore per arrivare alla fine, e 5 per ottenere il 100% di completamento.

Conclusioni

Versione testata Nintendo 3DS
Digital Delivery Steam, Nintendo eShop
Prezzo 8,99 €
Multiplayer.it
7.5
Lettori
ND
Il tuo voto

Xeodrifter non sarà certamente ricordato come un capolavoro del genere metroidvania, ciò nonostante - tenendo ben presente il prezzo a cui viene venduto - può rappresentare un acquisto decisamente consigliabile per i fan. Pur di fronte ad alcune ingenuità di design e alle costrizioni inevitabili in un progetto low budget, la fatica di Renegade Kid dimostra comunque competenza, passione e qualità indiscutibili, elementi tali da garantire una manciata di ore di gioco perlomeno piacevoli.

PRO

  • Un metroidvania piacevolissimo
  • Alcuni elementi di gioco molto interessanti
  • Tecnicamente ispirato

CONTRO

  • Level design un po' sottotono
  • Boss da rivedere
  • Brevissimo