A questo punto è evidente che Atlus, con Persona 4, ha trovato la sua gallina dalle uova d'oro. Bisogna dare credito alla società nipponica di essere riuscita a sviluppare un "microcosmo" talmente approfondito e dettagliato da potersi permettere uscite stravaganti come questo Dancing All Night: senza il fascino dei personaggi che abbiamo imparato ad amare nel titolo originale per PlayStation 2, probabilmente non ci sarebbero mai potuti essere remake e spin-off. E neppure tonnellate di gadget, action figure e adattamenti cartacei o televisivi. I protagonisti di Persona 4 (e di Persona 3, ormai di riflesso) sono entrati nell'immaginario collettivo, diventando vere e proprie mascotte. Per chi non lo sapesse, al JRPG originale sono seguiti già due picchiaduro canonici (sviluppati da Arc System Works) e uno spin-off estemporaneo: ora tocca a un rhythm game, anche se la paternità dell'idea probabilmente appartiene a Square Enix, che con i suoi Theathryhtm ispirati prima a Final Fantasy e poi a Dragon Quest ha sperimentato, con successo, anche questa strada. Lo stesso si può dire per questa prima avventura musicale di Yu Narukami e i suoi ex compagni di scuola?
Yu e i suoi amici risolvono un nuovo mistero ballando e cantando in Persona 4: Dancing All Night
La febbre del sabato sera
La storia di Persona 4: Dancing All Night segue ufficialmente quella di Persona 4 e, anzi, si svolge un mese dopo l'epilogo della versione Golden uscita per PlayStation Vita, e quindi prima degli eventi narrati nei due picchiaduro Persona 4: Arena. Nonostante sia un rhythm game sulla falsariga di Hatsune Mikue: Project DIVA, il tocco di Atlus si fa sentire non appena si avvia lo Story Mode, e cioè una lunga, lunghissima visual novel che racconta la vicenda attraverso una quantità inverosimile di dialoghi scritti e doppiati in un ottimo inglese. Nonostante basti una conoscenza appena scolastica della lingua, i non anglofoni sono avvisati: difficilmente riusciranno a stomacare un racconto che si dipana per più di otto ore, inframmezzato solo occasionalmente da brevi sessioni di gameplay.
I veri fan che decideranno di seguire le nuove peripezie della squadra di investigatori più bizzarra del mondo, scopriranno la solita, minuziosa cura che Atlus dedica ai dialoghi, alle gag e alla narrazione in prima persona: Dancing All Night approfondisce i rapporti tra i personaggi e ne esplora ulteriormente le particolari idiosincrasie, partendo da un presupposto a dir poco assurdo. Rise Kujikawa è tornata in scena, e ha chiesto ai suoi amici di accompagnarla sul palco per il festival Love Meets Bonds. Sfortunatamente, si verifica un incidente misterioso e le cantanti del gruppo Kanamin Kitchen spariscono nel nulla: in realtà, sono state risucchiate nel Midnight Stage, una specie di dimensione parallela in cui Yu, Rise e soci dovranno avventurarsi per salvarle. C'è un piccolo problema, però, e cioè che non possono combattere con i loro Persona. L'unico modo per esprimere i loro sentimenti sarà ballare sul palco del Midnight Stage, e sconfiggere così le Shadow che vi albergano. Il meglio dello Story Mode lo danno le interazioni tra i personaggi, poiché bisogna ammettere che la prima metà della visual novel è di una noia incredibile; verso il quarto capitolo la storia però prende il volo, introduce alcuni personaggi vecchi e nuovi in più e calano finalmente le atmosfere misteriose e inquietanti cui ci hanno abituato i giochi della serie Persona. Nonostante la qualità dello script, dobbiamo ammettere di aver trovato un po' eccessiva la lunghezza di questa modalità Storia, che a tratti si prende un po' troppo sul serio e si dilunga troppo, dilatando ulteriormente le fasi di gioco. Anche se è possibile velocizzare le sequenze narrative, lo Story Mode è comunque un passaggio obbligatorio in termini di gameplay, poiché sblocca gran parte delle tracce musicali proposte da Atlus, nonché alcuni personaggi "giocabili" aggiuntivi. Una volta sbloccati questi contenuti, è possibile rigiocare ogni canzone, personalizzandola a piacimento, nella modalità Free Dance: quest'ultima è un po' il cuore del gioco, dato che permette di scegliere il livello di difficoltà delle sfide, nonché i partner del ballerino che deve affrontarle. Completando con successo ogni partita, si guadagnano degli yen da spendere nel negozio del solito Tanaka per acquistare degli oggetti che permettono di personalizzare ulteriormente il livello di difficoltà (alterando le note, per esempio) oppure i costumi e gli accessori con cui è possibile agghindare i personaggi. Volete ballare in compagnia di Yukiko vestita da cameriera o di Rise in bikini? Potete farlo. A meno che non preferiate Kanji vestito da renna natalizia...
Trofei PSVita
Otterrete il trofeo di platino dopo aver conquistato 3 trofei d'oro, 15 d'argento e 21 di bronzo. Inutile dire che dovrete completare tutto ma proprio tutto: acquistare ogni costume, oggetto o accessorio; sbloccare ogni canzone, ogni partner, ogni possibile combinazione e conquistare praticamente tutte le medaglie. Per alcuni sarà un'impresa titanica!
Footloose
Giocare Persona 4: Dancing All Night è piuttosto semplice, e ve lo spiegherà Teddie in un paio di brevissimi tutorial interattivi. Sostanzialmente le note si dipanano sotto forma di stelline dal centro dello schermo, dirigendosi verso il bordo destro o quello sinistro, dove incroceranno le icone rappresentanti i tasti che vanno premuti al momento giusto: giù, su e sinistra sulla croce direzionale, oppure triangolo, cerchio e X.
Talvolta apparirà anche un cerchio azzurro o bianco che a un certo punto coinciderà con la circonferenza descritta virtualmente dalle icone sull'interfaccia: agendo sulla levetta analogica sinistra si potrà aumentare ulteriormente il punteggio, anche se questa "mossa" non è obbligatoria e non incide sull'entusiasmo del pubblico. Quest'ultimo è rappresentato da delle iconcine sulla porzione superiore dello schermo, invece, e dipenderà dalla qualità della vostra performance. Insomma, sbagliate troppe note e sarete rispediti in camerino. Bisogna dire che Dancing All Night tende ad essere piuttosto permissivo, in questo senso, e non richiede una precisione totale negli input: a volte si ottiene il Perfect anche sbagliando un po' il ritmo, ed è cosa buona e giusta poiché seguirlo, soprattutto ai livelli di difficoltà avanzati, è piuttosto difficile. La colpa, per quanto assurdo possa sembrare, è dello splendido comparto tecnico: durante la canzone, il personaggio di turno balla e si agita sul palcoscenico al centro dell'interfaccia, seguendo il ritmo della musica e dei nostri input e commentando anche la propria performance. Giocando bene, inoltre, sale sul palco anche un secondo personaggio, un partner che balla e canta insieme al ballerino o alla ballerina di turno. I modelli poligonali sono splendidamente animati e dettagliati, e le coreografie sono eccezionali; ogni personaggio balla secondo il proprio stile e cambia passi a seconda del partner che lo accompagna, il tutto al ritmo dei brani tratti da Persona 4 e dai suoi spin-off, spesso remixati magistralmente per l'occasione, anche se alcuni di questi riarrangiamenti ci sono sembrati un po' troppo simili ai brani originali comunque inclusi nella compilation. E mentre i nostri beniamini ballano a più non posso, la telecamera ruota intorno a loro in una scatenata esplosione di luci, colori e immagini psichedeliche. È tutto molto bello, insomma, peccato che si noti poco: lo sguardo tende a concentrarsi prima sulle note e sulle loro eventuali combinazioni, senza poter indugiare sulla coreografia che si svolge al centro dello schermo, la quale a un certo punto diventa addirittura una distrazione, specie quando si affrontano i livelli di difficoltà più elevati e si cerca di seguire le icone che compaiono al centro di questo tripudio di colori e schizzano rapidamente verso i lati dell'interfaccia. Ovviamente la pratica rende perfetti e pian piano si cominciano a memorizzare i ritmi e le note, ciò non toglie che a tratti gli sforzi degli artisti di Atlus siano andati un po' sprecati: peccato, anche perché sono le uniche sequenze che non è possibile rivedere nella altrimenti esaustiva modalità Collection, ricca di illustrazioni e informazioni sui personaggi e sui brani in compilation, che è persino possibile archiviare a piacimento e ascoltare a mo' di lettore MP3.
Conclusioni
Persona 4: Dancing All Night è un rhythm game con una personalità propria, e questo grazie anche e soprattutto al brand cui si appoggia. In un certo senso, Atlus ha addirittura esagerato a scapito del gameplay, ma siamo convinti che ciò non impedirà ai veri fan del popolare JRPG di godersi questa bizzarra parentesi musicale nell'universo dei loro personaggi preferiti: ci sono tantissimi goodies e collezionabili da sbloccare, al di là dello Story Mode un po' troppo lungo... peccato solo che le tracce non siano tantissime e tendano a ripetersi un po' troppo coi vari remix. Non resta che sperare in un plausibile sequel che includa anche i brani e i personaggi di Persona 3: considerando la popolarità della serie e i vari crossover già pubblicati, siamo piuttosto ottimisti.
PRO
- Le musiche di Persona 4
- Gameplay intuitivo
- Tanti collezionabili da sbloccare
CONTRO
- Lo Story Mode ci mette un po' troppo a ingranare
- Le colorate e frenetiche coreografie generano confusione
- I brani non sono tantissimi