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Il coraggio di provarci di nuovo!

Scoprite nella nostra recensione se l'attesissimo Bravely Second è riuscito a incantarci come il suo predecessore

RECENSIONE di Christian Colli   —   18/02/2016
Bravely Second: End Layer
Bravely Second: End Layer
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Il coraggio di provarci di nuovo!

A un certo punto del gioco, la bella e letale Magnolia Arch spiega il significato delle parole Bravely Second: Magnolia viene dalla Luna, e nella sua lingua quell'espressione significa "il coraggio di provarci di nuovo". Dopo aver registrato un ultimo salvataggio da circa cinquanta ore di gioco e aver visto praticamente tutto quello che potevamo vedere, ammettiamo di non aver ancora capito se Magnolia si riferiva al nostro coraggio... o a quello dello sviluppatore, Silicon Studio. La serie, in fondo, era iniziata come un esperimento: Bravely Default voleva essere un tentativo di svecchiare il genere JRPG senza snaturarlo, e ci era riuscito perfettamente, proponendo la miglior incarnazione possibile della tradizione Square Enix - qui soltanto in veste di publisher - che nei Final Fantasy sperimentali degli ultimi anni si era persa. Bravely Default, tre anni fa, è stato accolto benissimo specialmente per alcune trovate geniali che magari non hanno messo d'accordo tutti, ma che sicuramente hanno spiazzato non pochi veterani del genere. Insomma, considerando il successo del predecessore e qualche dipartita importante nello staff, Bravely Second: End Layer è diventato uno dei sequel più attesi e temuti degli ultimi tempi. Quando abbiamo cominciato a giocare, non abbiamo potuto fare a meno di chiederci: riusciranno i ragazzi di Silicon Studio a stupirci di nuovo? Ma soprattutto: quante volte dovremo sconfiggere gli stessi boss, in questa nuova avventura?

Bravely Second ci riporta a Luxendarc tra vecchi amici e nuovi nemici, ma sarà un altro capolavoro?

Il lungo viaggio del vendicatore

Sarà difficilissimo descrivere e valutare la trama di Bravely Second senza cadere nel tranello dell'anticipazione facile, ma ci proveremo lo stesso. Se non avete mai giocato Bravely Default, tenete presente che anche soltanto guardare un filmato promozionale del sequel potrebbe rovinarvi qualche sorpresa, ma a rigor di logica dobbiamo cominciare dall'inizio, e questo significa che dal finale di Bravely Default sono passati soltanto due anni e mezzo. L'ex vestale Agnès Oblige è ora papessa dell'Ortodossia e sta conducendo una politica di pace che qualcuno non vede di buon occhio: si tratta del Kaiser Oblivion, un misterioso sovrano mascherato che si sbarazza in un attimo della guardia reale e rapisce Agnès, imprigionandola nella sua fortezza volante.

Il coraggio di provarci di nuovo!
Il coraggio di provarci di nuovo!
Il coraggio di provarci di nuovo!

Uno dei pochi superstiti, l'inguaribile ottimista Yew Geneolgia, decide di inseguire il Kaiser per salvare Agnès, incrociando le strade di una vecchia conoscenza, la grintosa Edea Lee, e di una eroina nuova di zecca, Magnolia Arch. Quest'ultima arriva direttamente dalla Luna per dare la caccia a una creatura mostruosa, il Ba'al, che guarda caso è legato al Kaiser, perciò decide di aiutare Edea e Yew nel loro tentativo di risvegliare l'unica persona che potrebbe aiutarli a salvare Agnès: Tiz Arrior, il protagonista di Bravely Default misteriosamente finito in coma e rimastoci per due anni. E questo, badate bene, è soltanto il prologo. Composta da sei capitoli, la storia di Bravely Second, scritta dal producer in persona Tomoya Asano che sostituisce alla sceneggiatura Naotaka Hayashi, ci riporta a spasso per il mondo di Luxendarc in un mix di vecchie e nuove città e ambientazioni. Qui, in un certo senso, casca l'asino, e bisogna cominciare a specificare alcuni piccoli ma importanti particolari. Bravely Second è un sequel diretto, perciò sarebbe assurdo aspettarsi un mondo completamente nuovo e differente: Silicon Studio ha aggiunto più o meno una città e un dungeon a continente, ritoccando appena le vecchie location che fin da subito appariranno identiche a come le avevamo lasciate in Bravely Default. La trama, d'altro canto, non indugia sugli scenari già esplorati, concentrando gli eventi più importanti nelle città e nelle zone inedite. A differenza del prequel, l'intreccio narrativo in Bravely Second vuole essere più sofisticato, ma ci riesce soltanto in parte per il semplice fatto che il giocatore che ha già completato il precedente episodio già si aspetta determinati stravolgimenti della trama; l'efficacia di alcuni colpi di scena ne esce giocoforza ridimensionata, e forse è per questo che la sceneggiatura a un certo punto comincia a rifilare un deus ex machina dopo l'altro. Se la storia, insomma, vuole fare il passo più lungo della gamba senza riuscirci al cento percento, resta monumentale la caratterizzazione dei personaggi e soprattutto degli adorabili protagonisti: tutta costruita intorno alle loro interazioni e ai loro dialoghi, ci ha nuovamente commosso e divertito grazie anche all'adattamento italiano assolutamente superlativo che non esita a stravolgere alcuni dialoghi in cerca di giochi di parole, gag e citazioni più efficaci nella nostra lingua. Bravely Second, ancor più del suo predecessore, è un tripudio di citazioni e riferimenti sibillini a fumetti, cartoni animati e videogiochi; persino a Star Wars. Il giocatore può scegliere in qualsiasi momento se impostare l'audio in giapponese o in inglese per gustarsi al meglio i dialoghi, ma in entrambi i casi il doppiaggio è sopra le righe e, nella fattispecie, la localizzazione occidentale merita un plauso per il semplice quanto efficace adattamento della lingua lunare di Magnolia, la quale parla in inglese nella versione nipponica... e in francese con l'audio occidentale. Il risultato non è soltanto esilarante, ma azzeccatissimo.

Un asterisco sì, un asterisco no

Di tanto in tanto appariranno sulla mappa dei balloon azzurri contrassegnati da un punto esclamativo: ci suggeriscono che nella zona è disponibile una missione secondaria che potremo affrontare in qualunque momento e che ogni volta ci metterà di fronte a un complicato dilemma. Anche Bravely Second, un po' come Bravely Default ma molto meno subdolamente, fa una specie di commento sociale, spesso mettendo alla berlina la cultura aziendale, politica ed economica del nostro mondo in una sorta di grottesca metafora fantasy.

Il coraggio di provarci di nuovo!
Il coraggio di provarci di nuovo!

Edea dovrà quindi decidere se appoggiare un sistema previdenziale oppure no, se consentire l'apertura di una scuola mista in quella che il ministro Inetta Delegò (sic!) definisce "era del gender" persino a Luxendarc, se aiutare il viscido Profiteur a sfrattare un vecchietto e il suo nipotino per costruire un villaggio vacanze al posto della loro catapecchia. Sì, perché le missioni secondarie riportano sempre in scena i vecchi dungeon e i boss affrontati in Bravely Default - i cosiddetti custodi degli asterischi - e scegliendo di appoggiare uno di loro dovremo combatterne un altro, sbloccando la classe che presiede. Questo significa che, sostanzialmente, al di là dell'etica, dovremo decidere di volta in volta quale classe sbloccare. Monaco o Valchiria? Ladro o Mago Rosso? Pirata o Artista? La decisione influenzerà la nostra partita, ovviamente, ma non fino alla fine. Ancora una volta sfioriamo lo spoiler, ma ci sembra giusto avvertire gli interessati che anche in Bravely Second, a un certo punto, si verifica una... situazione, chiamiamola così, simile a quella che tanto ha fatto discutere i giocatori di Bravely Default. In questo caso, però, è molto ridimensionata e semplicemente ci permette di ripetere le missioni secondarie, in versioni molto più brevi e sintetiche, per sbloccare anche le classi cui avevano apparentemente rinunciato. Anche questa volta ci troviamo di fronte a un riciclo bell'e buono di asset, per quanto marginale, ma per fortuna si tratta di un espediente meno marcato. Non che fino a quel punto la varietà sia mancata, sia ben chiaro. Anzi, in tal senso Bravely Second sfoggia un campionario di nuove classi semplicemente strepitoso in termini di inventiva e tatticismo. Benché alcune non ci abbiamo del tutto convinto (è il caso del Pasticcere e del Gattomante, originali ma un po' troppo incentrate sui consumabili) siamo rimasti invece sorpresi dalle meccaniche di alcune classi inedite come il Mago, che a differenza del Mago Nero attinge a diversi tipi di incantesimi per scuola di magia, o lo strepitoso Esorcista, in grado di riavvolgere letteralmente il tempo e annullare le azioni dei nemici.

Il coraggio di provarci di nuovo!

In totale, tra le dodici nuove classi e le diciotto vecchie, Bravely Second propone ben trenta classi e un centinaio di abilità inedite con cui personalizzare i quattro protagonisti. Considerato il numero pressoché infinito di combinazioni possibili, Silicon Studio è riuscito nella difficile impresa di bilanciare i boss vecchi e nuovi in modo che i giocatori possano attingere al pool di incantesimi, armi, attacchi speciali e abilità per elaborare qualunque tipo di strategia. La curva della difficoltà si è abbassata solo in apparenza: i boss sono generalmente meno coriacei, mentre i nemici normali possono dare filo da torcere se si prendono sottogamba. D'altro canto, oltre a poter regolare la frequenza dei combattimenti casuali e il livello di difficoltà vero e proprio, i giocatori più bravi possono approfittare della nuova meccanica dei combattimenti a catena per guadagnare progressivamente più punti esperienza e accelerare la crescita del party. Tutto, come al solito, ruota intorno alla semplice ma geniale idea del Brave e del Default: se ci si difende, si "conserva" un turno che potremo poi scaricare in qualunque momento per usufruire della corrispondente azione extra durante un turno normale. Non solo si può agire anche "a credito", scaricando i turni non ancora accumulati al costo di restare inermi in seguito, ma bisogna fare anche i conti coi nemici in grado di manipolare la stessa dinamica, trasformando alcuni scontri in una sofisticata ricerca del momento giusto in cui attaccare o in cui difendersi. Pur non essendo cambiato quasi per niente, il sistema di combattimento di Bravely Second resta uno dei migliori nel suo genere.

L'effetto 3D

Come accaduto per Bravely Default, possiamo solo consigliarvi di tenere l'effetto stereoscopico attivo: la principale feature del Nintendo 3DS non aggiunge nulla a livello di gameplay, ma è implementata magistralmente e rende ancora più spettacolare ogni sequenza del gioco.

Ricostruire Fort-lune

In Bravely Second si combatte tanto e si legge parecchio, tant'è vero che lo sviluppatore ha ben pensato di implementare un sistema di combattimento automatizzato con tanto di preset delle azioni per gli amanti del "grind" e la possibilità di premere un semplice tasto per saltare immediatamente le sequenze narrative, per poi magari rivederle con più calma grazie al diario di viaggio di Yew. Bravely Second, come il suo predecessore, viene sempre incontro al giocatore.

Il coraggio di provarci di nuovo!
Il coraggio di provarci di nuovo!

Anzi, ai giocatori, perché tornano tutte le feature già implementate in Bravely Default, come la possibilità di "inviare" i propri attacchi agli altri giocatori in lista amici e di scaricare gli abitanti di Fort-lune tramite StreetPass o SpotPass. Fort-lune sostituisce Norende, il villaggio natale di Tiz, come minigioco a tempo in cui bisogna ricostruire le varie strutture rase al suolo dai Ba'al, sbloccando al contempo nuovi attacchi speciali per ogni arma e relativi modificatori. Anche in questo caso, Fort-lune sarà attaccata di tanto in tanto da boss particolarmente impegnativi che potremo indebolire con le nostre astronavi e quelle dei nostri amici, prima di affrontarli direttamente in combattimento. Chiunque abbia giocato Bravely Default si sentirà subito a casa sua, più o meno, anche se siamo sicuri che i ragazzi di Silicon Studio avrebbero potuto inventarsi qualcosa di meglio di un altro minigioco a tempo da social network. Anche l'altro minigioco ci ha lasciati abbastanza perplessi: si chiama Morscraft e di interattivo ha ben poco. Si tratta semplicemente di guardare i nostri beniamini che fabbricano dei pupazzi chiamati Morsiconi sullo schermo superiore del Nintendo 3DS. L'unica cosa che può fare il giocatore è acquistare dei power-up che migliorano il processo di produzione e nutrire i protagonisti in modo che guadagnino un boost alle prestazioni e fabbrichino Morsiconi ancora più rari e più velocemente. Quando si è soddisfatti, si chiude la confezione e si incassano i soldi della vendita: una volta raggiunti certi traguardi si sbloccano anche nuove melodie da ascoltare durante il minigioco, peccato che non si possa tenere il Nintendo 3DS chiuso per sfruttare Morscraft a mo' di jukebox portatile. C'è da dire che la colonna sonora di Bravely Second è tutt'altro che indimenticabile rispetto a quella composta per il prequel, la quale per fortuna riemerge sotto forma di alcuni vecchi brani specialmente quando si affrontano i vecchi boss o i dungeon di Bravely Default. Le nuove tracce di ryo, musicista dei Supercell, si fanno ascoltare con piacere ma purtroppo non hanno la stessa intensità e varietà strumentale di quelle composte da Revo, anche se fortunatamente si riprendono nei momenti cruciali della storia per regalare un accompagnamento più che azzeccato. Per chiudere la nostra recensione sul comparto tecnico, dobbiamo necessariamente parlare della grafica, ma in realtà non c'è molto da dire: Bravely Second è Bravely Default tale e quale, anche se uno sguardo attento scorgerà non poche evoluzioni entro i margini dei nuovi contenuti. Le nuove città e i nuovi dungeon sono giochi di illustrazioni e parallassi che sorprendono per colori e dettagli soprattutto quando l'effetto stereoscopico è attivo, come nel caso della foresta di Sagitta o della città di Gathelatio, ma è evidente che Silicon Studio si è limitato a riciclare praticamente tutto il resto di Luxendarc. Forse era inevitabile, ciò non toglie che il senso di déjà vu è soffocante se si passa da Bravely Default a Bravely Second nel giro di pochi giorni.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.8
Lettori (53)
8.5
Il tuo voto

Giocare Bravely Second è stato come rivedere un caro amico che ci mancava da qualche anno: un po' è cambiato, ma fondamentalmente è rimasto lo stesso e gli vogliamo bene proprio per questo. È innegabile, però, che per essere un gioco che ne parla fin dal titolo, di coraggio Bravely Second non ne dimostri poi molto. In certi momenti ci è sembrato quasi di giocare a un'espansione, un Bravely Default 2.0 più ricco e più divertente, ma comunque troppo simile all'originale, dall'interfaccia assolutamente identica ai contenuti totalmente riciclati nelle missioni secondarie. Questo ovviamente significa che i fan del prequel ameranno questo seguito alla follia, mentre i giocatori che non hanno apprezzato Bravely Default per qualsivoglia motivo farebbero bene a starne alla larga.

PRO

  • L'universo di Bravely Default si fa sempre più interessante
  • Localizzazione in lingua italiana eccezionale
  • Tante nuove classi per un'infinità di abilità e strategie diverse

CONTRO

  • La trama a un certo punto si ingarbuglia troppo
  • Troppi contenuti riciclati dal prequel
  • La nuova colonna sonora è un po' sottotono