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Chi ha bisogno di Final Fantasy?

Il portatile Nintendo colpisce ancora con una vera e propria quintessenza del gioco di ruolo giapponese

RECENSIONE di Christian Colli   —   29/11/2013

Quando abbiamo giocato Final Fantasy: The 4 Heroes of Light, circa tre anni fa, siamo rimasti decisamente insoddisfatti. Il goffo tentativo di proporre un jRPG dal sapore vintage, etichettandolo come spin-off del rinomato brand Square Enix, non ci aveva convinto del tutto, e i suoi pregi erano annegati in un mare di pessime idee.

Chi ha bisogno di Final Fantasy?

Bravely Default è un vero e proprio seguito spirituale di quell'esperimento discutibile: condivide con The 4 Heroes of Light alcuni nomi importanti, è strutturato praticamente allo stesso modo e si rifa ai medesimi tòpoi narrativi. Ci sono quattro eroi, altrettanti cristalli da salvare, un impero da sconfiggere, tante classi da padroneggiare. L'idea, insomma, all'inizio non ci aveva particolarmente entusiasmato. Poi ci abbiamo giocato, l'abbiamo divorato e abbiamo capito come mai abbia avuto così tanto successo in Giappone. Un successo, peraltro, che ha convinto Square Enix a riproporlo in versione una "director's cut", per così dire, sottotitolata For the Sequel. È proprio questa versione potenziata che gli occidentali troveranno sugli scaffali, un aggiornamento ricco di migliorie e contenuti extra. Niente Final Fantasy sulla copertina, questa volta: eppure, Bravely Default è proprio quel Final Fantasy che i fan bramano da anni e che nessuno vuole sviluppare.

Bravely Default uno dei migliori jRPG di sempre, una miscela straordinaria di tradizione e innovazione

Il lungo viaggio della vestale

Bravely Default inizia già in modo molto, molto particolare: al giocatore viene chiesto di disporre sul tavolo le carte RA incluse nella confezione (o scaricate da Internet e poi stampate) o di inquadrare una semplice superficie piana. La console e la realtà aumentata faranno il resto, materializzando l'immagine di Agnès Oblige, una giovane che ci chiede disperatamente aiuto. Stacco.

Chi ha bisogno di Final Fantasy?

Un filmato in computer grafica ci presenta brevemente quelli che diventeranno gli eroi della storia, tra i quali spicca Tiz Arrior, un semplice pastore che si vede scomparire la sua famiglia e il suo paese in una voragine comparsa di punto in bianco davanti ai suoi occhi. Unico superstite di Norende, Tiz incontra proprio Agnès nei pressi del cratere fumante che era la sua vita: la giovane è una vestale, una sacerdotessa che con le sue preghiere mantiene puro il cristallo del vento di Ancheim. È successo qualcosa di gravissimo, però, perché i cristalli degli elementi sono stati corrotti: il vento ha smesso di soffiare, il mare si è imputridito, una catastrofe come quella di Norende non è la prima e non sarà l'ultima. Agnès è una ragazza devota ma insicura, braccata dall'impero di Eternia che ha dichiarato le vestali eretiche; Tiz, invece, è il canonico bravo ragazzo, altruista e puro di cuore: non potrà fare a meno di aiutarla, un po' perché è amore a prima vista e un po' per impedire che altri soffrano come lui. I due incontreranno quasi subito i loro compagni di viaggio: Edea Lee è la figlia del gran maresciallo di Eternia, una traditrice dell'impero dal carattere pepato che si unirà ad Agnès nella sua missione; Ringabel è un misterioso donnaiolo che ha perso la memoria e che si fa guidare da un bizzarro diario che sembrerebbe prevedere il futuro, passo per passo. Il quartetto dovrà affrontare un viaggio lungo e pericoloso, e credeteci se vi diciamo che varrà la pena accompagnarli.

Chi ha bisogno di Final Fantasy?

La storia di Bravely Default è stata scritta da Naotaka Hayashi, già autore della famosa visual novel Steins;Gate, e non risparmia colpi di scena a profusione, momenti sinceramente commoventi e sequenze a dir poco esilaranti. Potrà pure sembrare fin troppo tradizionale, ma il ritmo e la narrazione sono impeccabili: ci si affeziona subito ai quattro eroi, grazie anche ai dialoghi facoltativi che consentono di approfondire il loro legame e la storia di questo mondo bizzarro, e si arriva a desiderare di conoscere un po' meglio i loro nemici, ottimamente caratterizzati perlopiù, ma non sempre sfruttati al massimo delle loro potenzialità. La qualità dei testi è eccellente, peraltro impreziosita da uno splendido adattamento in italiano, nel caso scegliate di giocare Bravely Default nella nostra lingua piuttosto che in inglese, francese, tedesco o spagnolo. Praticamente ogni dialogo della storia è doppiato in un ottimo inglese, oltretutto: un plauso merita in particolare la voce di Agnès, doppiata con grande trasporto emotivo, rea di averci fatto versare qualche lacrima nelle scene più emozionanti. E per i puristi del doppiaggio, Bravely Default consente anche di ascoltare i dialoghi in giapponese: la parola d'ordine è personalizzazione, tanto della storia quanto del gameplay.

La classe non è acqua

Chi ha bisogno di Final Fantasy?

Bravely Default sposa la tradizione dei jRPG all'antica proponendo un'ambientazione spiccatamente fantasy con un pizzico di tecnologia, perlopiù steampunk, che a molti ricorderà grandi classici come Final Fantasy IV e Final Fantasy V. La struttura, in fondo, è proprio quella: ci si fa trascinare dalla storia di città in città, di dungeon in dungeon, man mano che si esplora il mondo a piedi, in nave, in aeromobile. La progressione è abbastanza lineare, e un'icona colorata ci informa sempre della nostra prossima destinazione, se non bastano i consigli diretti della fatina Airy. Di tanto in tanto, soddisfatti i prerequisiti necessari, sulla mappa appare un'icona di colore blu: indica una missione secondaria che possiamo intraprendere in qualsiasi momento, e che a volte dipenderà anche dall'ottimo ciclo giorno/notte che cambia la mappa del mondo e l'interno delle città. Le missioni secondarie servono tutte ad impadronirsi degli asterischi, cioè i "poteri" degli ufficiali di Eternia che dovremo sconfiggere dopo aver completato quella parte opzionale della storia: Bravely Default, in italiano, le chiama "classi", ma in realtà sono proprio i Job storici della serie Final Fantasy, creati dal quinto capitolo del 1992 e sdoganati definitivamente da Final Fantasy Tactics. Tiz, Agnès, Edea e Ringabel possono cambiare classe in qualsiasi momento, diventare Maghi Bianchi, Maghi Neri, Cavalieri, Cronomaghi, Ladri, Evocatori e via dicendo.

Chi ha bisogno di Final Fantasy?

Il livello di ogni classe è slegato da quello del personaggio e sblocca di volta in volta una nuova abilità attiva o passiva. I Maghi Neri, ad esempio, imparano a lanciare incantesimi più potenti, mentre i Cavalieri imparano ad aumentare la loro difesa fisica. Una volta scelta una classe, bisogna scegliere anche una classe secondaria che conferirà a quel personaggio il relativo set di abilità già imparate, e una serie di abilità passive che possono essere "equipaggiate" in un numero sempre più elevato. È chiaro, insomma, che Bravely Default offre un enorme livello di personalizzazione per quanto riguarda le "build" di ciascun personaggio, ma bisogna tenere conto anche della sua competenza con determinate armi e della relativa efficacia di certe combinazioni: volete un Mago Rosso armato di tirapugni che può usare anche le tecniche del Ninja? Prego, accomodatevi. I nemici, peraltro, conferiscono sempre più punti classe ed esperienza, quindi crescere una classe appena sbloccata diventa ben presto un gioco da ragazzi: il grinding necessario è minimo, se si gioca con un po' di strategia, e le soddisfazioni tratte dalle migliori sinergie sono enormi. Il giocatore, poi, è spronato a modificare un paio di parametri che - siamo sicuri - faranno saltare di gioia i fan del genere: è possibile modificare in qualsiasi momento la difficoltà degli scontri casuali, ma anche la loro frequenza, diminuendoli fino ad azzerarli o aumentandoli fino a farsi attaccare ad ogni passo. In questo caso, però, il vantaggio è controproducente: meno combattimenti significa meno esperienza e, quindi, più Game Over.

Microtransazioni?

Potremmo quasi chiamarle "in-app purchase", come nei giochi mobile: facoltative, ma presenti. È possibile acquistare con denaro reale le bevande BS, che permettono di ricaricare i punti PS: questi si ricaricano normalmente ogni otto ore, e consentono di bloccare il tempo durante uno scontro, e quindi di attaccare i nemici inermi. Rappresentano, insomma, l'ultima carta da giocare nel caso non si sappia più cosa fare. A meno che non siate incredibilmente scarsi, non ne avrete mai bisogno.

La miglior difesa è il coraggio

Il titolo Bravely Default, poi, potrà pure apparire insensato (in realtà, il sottotitolo Where the Fairy Flies viene chiarificato dall'eclatante colpo di scena finale) ma si riferisce in modo molto diretto alla meccanica principale che caratterizza il sistema di combattimento. Quest'ultimo, apparentemente, è abbastanza classico: il nostro party a destra, quello dei nemici a sinistra, si decide come combattere e si dà il via a uno scontro in cui l'ordine delle azioni è determinato dalla velocità delle singole unità. Il trucco sta tutto nel sistema Brave/Default, una feature della quale possono approfittare non solo i quattro eroi, ma anche i loro nemici. Se non si impara ad usare, sono dolori, e le prime ore di gioco possono essere persino un po' ostiche, in tal senso. È più facile provarlo che spiegarlo, ma tenteremo lo stesso: in sostanza, il comando Default fa "perdere" un turno al personaggio che lo usa, mettendolo in difesa. In realtà, però, il turno non è perduto, ma "conservato", perché il comando Brave permette di scaricare ogni turno conservato tramite Default in quello successivo. In pratica, usando il comando Default tre volte di seguito, potremo poi usare il comando Brave altrettante volte di seguito e far eseguire a quel personaggio ben quattro azioni nello stesso turno: le tre conservate tramite Default più quella del turno vero e proprio.

Chi ha bisogno di Final Fantasy?

È possibile anche utilizzare il comando Brave senza aver conservato i turni con Default, ma in quel caso il nostro personaggio non potrà più agire per il corrispettivo numero di turni "anticipati". È un sistema piuttosto intricato, ma incredibilmente strategico: ben presto ci si ritrova a decidere se difendersi e scatenare raffiche di attacchi o sfruttare i turni conservati per rimettere in piedi, curare e magari potenziare un compagno caduto nello stesso identico turno. Le possibilità sono infinite, e il sistema di classi a supporto rende il tutto infinitamente più gratificante. C'è un rovescio della medaglia, però: dato che anche i nemici possono comportarsi allo stesso modo, specialmente i boss, i combattimenti tendono ad essere molto difficili fin dai primissimi minuti, e spesso anche abbastanza lunghi. Bravely Default non scherza, vogliamo essere chiari. Bisogna conoscere i punti deboli dei nemici, bisogna imparare a prevedere i loro attacchi e a negare gli status anomali prima che devastino il nostro party in un battibaleno. Il denaro è risicato e gli equipaggiamenti sono costosi: non si può procedere alla carlona. Gli amanti del genere si sentiranno a loro agio, mentre i neofiti potranno riscontrare qualche difficoltà, ma l'opzione che permette di alterarla e la possibilità di velocizzare i combattimenti del doppio o del quadruplo in qualunque momento pongono subito rimedio a quelli che sarebbero potuti essere dei fastidiosi difetti.

Ricostruire Norende

Ogni classe è più o meno versatile nell'utilizzo di una certa arma, e per ogni arma si sbloccano fino a tre mosse speciali che possono essere utilizzate in combattimento dopo aver soddisfatto determinati requisiti: usate il comando Brave dieci volte, per esempio, e se state impugnando una spada potrete usare l'attacco Taglia e affetta.

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La relativa e spettacolare sequenza cinematica darà inizio a una musica diversa dal solito: per tutta la durata della melodia i personaggi godranno di vari bonus, di conseguenza un buon giocatore deve saper coordinare l'effetto di un attacco speciale con i prossimi turni della battaglia. Le mosse speciali sono solo una delle tante, gustose idee che i ragazzi di Silicon Studio hanno tirato fuori dal cilindro. La cosa più curiosa è che si possono alterare, non solo nel nome e nella frase detta dal personaggio che le usa, ma anche nelle loro proprietà: possono fare più o meno male a un certo tipo di nemico o infliggere danni elementali. I bonus si sbloccano ricostruendo Norende: il villaggio scomparso di Tiz è il protagonista di un bizzarro minigioco pseudo-manageriale cui possiamo accedere in qualsiasi momento toccando l'icona relativa sul touch screen. Per ricostruire Norende e i suoi negozi bisogna farci lavorare i suoi abitanti, e più abitanti lavorano su un progetto, meno tempo ci vorrà a completarlo. Gli abitanti aumentano tramite SpotPass e StreetPass, e nel caso non viviate in una città particolarmente attiva in questo senso, o non conosciate nessun amico che gioca a Bravely Default, è possibile scaricare tranquillamente un nuovo abitante ogni ventiquattro ore.

Chi ha bisogno di Final Fantasy?

Le funzionalità online di Bravely Default sono interessanti: sono solo un orpello e non è assolutamente obbligatorio usufruirne, ma rappresentano una feature simpatica e, ancora una volta, estremamente personalizzabile. Ogni personaggio può "evocare" un amico che ci aiuterà in combattimento, modificato dal giocatore cui l'abbiamo preso in prestito. In caso di bisogno, possiamo anche accedere alle abilità di amici di livello più alto di noi, e scaricare i loro eventuali aggiornamenti. Norende, d'altra parte, può essere arricchita dalle "nemesi", boss speciali che seguiranno i "giocatori" da un Nintendo 3DS all'altro, e che rappresentano una sfida aggiuntiva foriera di particolari ricompense. Non è una modalità multigiocatore vera e propria, insomma, ma una specie di infrastruttura che permette ad amici e giocatori casuali di modificare le partite gli uni degli altri senza incidere in modo negativo o irrevocabile sulle stesse: si sente pochissimo la necessità di utilizzarla, e riteniamo che si sarebbe potuta sfruttare in modo ancora più audace.

L'effetto 3D

Quello proposto in Bravely Default non è certo un effetto stereoscopico che influenza la giocabilità, ma è realizzato dannatamente bene e grazie a un sapiente gioco di inquadrature impreziosisce ogni scena, che si stia esplorando, combattendo oppure assistendo a una conversazione. La fluidità subisce un calo impercettibile: l'attivazione, insomma, è consigliata.

Tocchi da maestro

Bravely Default è, insomma, un piccolo gioiello di bilanciamento e gameplay. Ma è un gioiello che molti avrebbero preferito giocare su una console casalinga perché, si sa, Nintendo 3DS è una console portatile, e ha dei limiti tecnici. Limiti dei quali Silicon Studio se n'è ampiamente lavato le mani, facendosi una grossa risata quando sono scesi in campo due signori che rispondono al nome di Akihiko Yoshida e Revo. Il primo dovreste conoscerlo tutti: è semplicemente uno dei più amati artisti giapponesi, soprattutto in ambito videoludico. Ha creato e disegnato i personaggi di Final Fantasy Tactics e di Final Fantasy XII, tra gli altri, ma anche di The 4 Heroes of Light. Il motore poligonale di Bravely Default si adatta perfettamente al suo tratto delicato e armonioso, traslando i suoi personaggi dall'aspetto vagamente super deformed in modelli tridimensionali dai dettagli essenziali ma semplicemente adorabili. Il character design, in generale, è di altissimo livello, incorniciato da ambientazioni incantevoli, da una palette cromatica meravigliosa e da una scelta stilistica decisamente peculiare: ogni città o dungeon è infatti costituito in parte da poligoni e in parte è disegnato "a mano", per così dire; il risultato finale è assolutamente convincente, impreziosito da una ricchezza di dettagli sbalorditiva e da spettacolari zoomate che ci consentono di ammirare quelli che sono veri e propri artwork nella loro interezza.

Chi ha bisogno di Final Fantasy?

Ottime anche le animazioni, anche si sarebbe potuto fare qualcosina di più durante i combattimenti, quando i personaggi tendono ad assomigliarsi un po' troppo per quanto riguarda attacchi e movenze, ma francamente sono quisquilie. Avevamo fatto due nomi, il secondo era Revo: leader del gruppo musicale Sound Horizon, non è molto conosciuto in occidente, ma è un veterano del rock sinfonico che molti avranno sicuramente ascoltato, senza saperlo, nella sigla di apertura della trasposizione animata di Attack on Titan. La colonna sonora di Bravely Default, da questo punto di vista, si rivela semplicemente fantastica, varia, coinvolgente, ricchissima. Nominate uno strumento, c'è anche quello. Alcune tracce, poi, è difficile smettere di canticchiarle (You are my hope, parliamo di te) mentre altre sono perfetti contraltari di quanto stia accadendo nella storia, emozionanti e cariche di tensione. Assolutamente incredibile, infine, la traccia musicale riprodotta durante lo scontro finale.

Conclusioni

Multiplayer.it
9.6
Lettori (256)
9.2
Il tuo voto

Se Bravely Default si fosse chiamato Final Fantasy, ora probabilmente non ci sarebbe una mandria di fan infuriati per la deriva, ehm, sperimentale presa dal famosissimo brand Square Enix. Bravely Default è semplicemente il miglior jRPG che ci sia capitato di giocare dai tempi di Xenoblade Chronicles, un'autentica perla con pochissime sbavature che non può che mettere d'accordo tutti gli amanti del genere. Ci sentiamo di criticare soltanto il poco coraggio dimostrato nella sceneggiatura, forse un po' troppo derivativa, e nelle opzioni legate alla difficoltà, gestite non proprio benissimo. Tutto il resto rasenta l'eccellenza, e se non l'avete ancora capito Bravely Default vi sta dicendo a chiare lettere che la next gen può anche andare a farsi friggere.

PRO

  • La quintessenza del genere jRPG
  • Artisticamente impeccabile
  • C'è di tutto, per tutti
  • Curato in ogni minimo dettaglio

CONTRO

  • La storia è bella, ma non molto originale
  • Modificare la difficoltà può essere controproducente