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Per lo Shogun!

Shadow Tactics: Blades of the Shogun rinverdisce con successo un genere moribondo

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   16/12/2016
Shadow Tactics: Blades of the Shogun
Shadow Tactics: Blades of the Shogun
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Capita spesso che alcuni generi e sottogeneri spariscano dai radar per qualche tempo, per poi tornare prepotentemente alla ribalta grazie a qualche titolo di grande valore, che riesce a ottenere l'attenzione generale.

Per lo Shogun!

Ad esempio Shadow Tactics: Blades of the Shogun ha segnato il ritorno del gameplay alla Commandos, ossia di quella strategia declinata verso il puzzle/stealth game in parte nata negli anni '80 con Airborne Ranger, codificata poi da Syndicate e resa celebre dalla già citata trilogia del compianto Pyro Studios. In realtà qualcosa di affine era uscito anche negli scorsi anni. Valga per tutti Satellite Reign, considerato l'erede spirituale della dilogia di Bullfrog, nonostante i molti tocchi di modernità. Il titolo degli sconosciuti Mimimi Productions, che già ci avevano deliziato con il buon The Last Tinker: City of Colors, fa però qualcosa di diverso: ricalca gli stilemi del genere, disinteressandosi a qualsiasi forma di mediazione con il videogiocatore moderno. Si tratta di una scelta radicale, ma funzionale di questi tempi: perché scendere a compromessi quando comunque è chiaro che l'utente medio non guarderà la tua opera nemmeno di striscio? Insomma: a che pro scontentare quelli che il gioco lo compreranno per cercare di soddisfare chi non lo comprerà?

C’erano un ninja, un samurai e…

Le risposte alle domande poste a chiusura del paragrafo precedente si trovano nelle raffinate meccaniche di Shadow Tactics: Blades of the Shogun, spiegate nella prima delle tredici mappe che compongono la campagna del gioco.

Per lo Shogun!

Incredibilmente ci troviamo di fronte a un tutorial che non ammorba il giocatore, ma che è stato costruito con una logica pedagogica eccellente: la mappa è divisa in micro aree, ognuna delle quali introduce a una nuova meccanica da utilizzare per superarla. Certo, ci sono delle brevissime pergamene da leggere, ma si agisce subito e direttamente, senza che una qualche entità superiore blocchi il gioco ogni tre secondi per spiegarci cosa fare. Nel primo livello facciamo anche la conoscenza di tre dei cinque personaggi che controlleremo per il resto dell'avventura: Hayato, un ninja versatissimo nelle arti della furtività; Mugen, un samurai capace di eliminare chiunque con un solo colpo della sua spada; e Takuma, un cecchino abilissimo che può uccidere anche da decine di metri di distanza. I due personaggi mancanti, l'orfana Yuki, specializzata nel piazzare trappole, e Aiko, maestra dei travestimenti, sono introdotti nelle missioni successive, intelligentemente incentrate su di loro, così da permettere al giocatore di impratichirsi con le loro abilità. Del resto Shadow Tactics: Blades of the Shogun richiede proprio di imparare a leggere una situazione e decidere come agire per superarla, valutando le risorse a disposizione. Fallire significa perdere (basta la morte di un personaggio per fallire) o complicarsi la vita enormemente a causa dei rinforzi chiamati dai nostri avversari.

Abbiamo recensito Shadow Tactics: Blades of the Shogun, il vero erede della serie Commandos

Qualche esempio

Ma facciamo un esempio diretto di gameplay: ci sono due guardie davanti a un portone, con una terza guardia che fa la ronda. Come agire? Usiamo Mugen per eliminare le due guardie immobili, distraendo la terza con un sasso lanciato da Hayato, afferrando poi i cadaveri per gettarli nei vicini cespugli, così da nascondere quello che abbiamo fatto; oppure aspettiamo che siano tutte nella stessa area e facciamo agire Mugen con la sua tecnica speciale che gli permette di eliminare interi gruppi di nemici in un lampo?

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Da notare che nel primo caso, la guardia sopravvissuta si accorgerebbe dell'assenza dei suoi due colleghi e inizierebbe a perlustrare la zona in cerca di tracce. Notevole, vero? Quanti giochi stealth prevedono una simile reazione dell'intelligenza artificiale? Altro esempio di possibile situazione risolvibile in più modi: c'è una guardia di ronda intorno a un carico: la ammazziamo facendogli cadere un masso in testa o, dopo aver studiato il suo percorso, piazziamo una trappola di Yuki? Osservazione, riflessione e azione. Il tutto non funzionerebbe se l'interfaccia del gioco non fosse stata studiata in modo ineccepibile (dei difetti della telecamera si parla in un paragrafo a parte), in modo cioè da gestire i personaggi da soli o in gruppo senza problemi. Nel secondo caso viene comodissimo sfruttare la cosiddetta modalità Shadow, che consente di dare ordini facendoli poi eseguire a tempo debito in sincro. A cosa può servire?

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Be', facciamo un caso tipico: dobbiamo eliminare due guardie poste frontalmente l'una all'altra partendo da due punti diversi, ma dobbiamo farlo in contemporanea in modo che una non veda l'omicidio dell'altra facendo scattare l'allarme (ogni nemico ha il suo cono visuale, visualizzabile cliccandoci sopra). Come muoverci? Posizioniamo due personaggi dietro di loro, magari accovacciati dentro qualche cespuglio così da essere invisibili, quindi selezioniamo la modalità Shadow e impostiamo le azioni da compiere. Quando siamo pronti, diamo il via e il gioco è fatto: guardie morte e nessun allarme. Tanta libertà non significa però che Shadow Tactics: Blades of the Shogun sia un titolo facile. Anzi, è davvero molto difficile, in alcuni frangenti davvero punitivo, al punto da consigliarvi di valutarne l'acquisto solo se siete preparati al peggio e avete la pazienza necessaria per destreggiarvi con il genere. Ciò si traduce in un missioni che possono durare molte ore e che sono rigiocabili più volte per provare soluzioni alternative, per sperimentare i livelli di difficoltà più alti o per ottenere punteggi migliori (alla fine di ogni mappa vengono assegnate delle medaglie in base ai risultati conseguiti, come ad esempio non aver ucciso alcuni civile, o non aver usato cespugli). Complessivamente per portare a termine il gioco ci vogliono più di venti ore, che non sono affatto male, soprattutto perché sono ore passate con un gameplay di grande qualità.

Qualche problema

Purtroppo qualche difetto Shadow Tactics: Blades of the Shogun ce l'ha. Il più evidente e fastidioso è la gestione della telecamera e la confusione che crea in alcune situazioni. Ora, il gioco di Mimimi è completamente 3D, con la mappa che può essere ruotata o zoomata. Farlo è essenziale per scoprire elementi dello scenario coperti dall'inquadratura standard (comunque sempre richiamabile), che possono tornare utili in diversi modi.

Per lo Shogun!

Ad esempio in alcuni casi si comprende la presenza di un certo percorso solo dopo aver ruotata la mappa. Questo, preso da solo non è un grosso problema, nonostante il fastidio per la leggibilità. Più grave il fatto che in alcuni casi gli elementi interattivi si sovrappongano, portando a commettere degli errori grossolani. Ad esempio ci è capitato di voler semplicemente far camminare un personaggio da un cespuglio a un altro e di ritrovarcelo invece a saltare su una sporgenza. Dal punto di vista tecnico Shadow Tactics: Blades of the Shogun è un titolo discreto. L'inquadratura dall'alto aiuta a mascherare alcuni problemi dei modelli 3D, più evidenti quando si zooma molto. Niente di tragico, visto il genere, ma va comunque notato. In generale, tecnicamente ci troviamo di fronte a una produzione media, capace cioè di fare il suo e nulla più. Magari si poteva rischiare qualcosa dal punto di vista stilistico, invece di perseguire un realismo di maniera. Meno convincenti alcuni dialoghi, poco adatti per il Giappone di inizio 1.600, anni in cui è ambientato il gioco. Gli americanismi sono a volte troppo evidenti e fastidiosi. La storia in sé ha un intreccio discreto (racconta della presa di potere di uno Shogun che vuole portare la pace nell'arcipelago), ma la scrittura generale è di scarso livello. Buona invece la colonna sonora, con brani azzeccati, anche se già sentiti.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore Intel Core i7-4770
  • 16 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 960
  • Sistema operativo Windows 10

Requisiti minimi

  • Sistema operativo Windows Vista 64-bit
  • Processore Intel i3 2nd-Generation 2.5GHz, AMD Quad-Core 2.5GHz
  • 4 GB di RAM
  • Scheda video Nvidia GT640, AMD Radeon HD7750, 1GB Vram
  • DirectX 10
  • 13 GB di spazio su Hard Disk

Requisiti consigliati

  • Sistema operativo Windows 7 64-bit or higher, Windows 8, Windows 10
  • Processore Intel i3 4th-Generation 3.5GHz, AMD Quad-Core 3.9GHz
  • 6 GB di RAM
  • Scheda video Nvidia GTX 570, AMD Radeon HD 6950, 2GB Vram
  • DirectX 11

Conclusioni

Digital Delivery Steam, GoG
Prezzo 39,99 €
Multiplayer.it
8.7
Lettori (50)
8.9
Il tuo voto

Shadow Tactics: Blades of the Shogun è il miglior Commandos attualmente sul mercato, e già questa affermazione dovrebbe bastare per farvi capire che, se il genere è di vostro gradimento, dovete comprarlo a occhi chiusi. Gli strategici tattici in tempo reale non potevano chiedere di meglio dopo lunghi anni di magra e stupisce che a svilupparne il nuovo punto di riferimento sia stato un team che in precedenza aveva lavorato solo a un platform stile Mario 64 e che a produrlo sia stato un publisher specializzato in avventure grafiche. Insomma, Shadow Tactics: Blades of the Shogun è una sorpresa vera, che speriamo dia vita a qualcosa e che venga premiata dai videogiocatori.

PRO

  • Meccaniche raffinate
  • I cinque personaggi sono ben delineati nelle loro abilità uniche
  • Mappe lunghe e complesse

CONTRO

  • Qualche problema dovuto alla gestione della telecamera
  • Livello di scrittura non eccezionale
  • Tecnicamente anonimo