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Il re dal pugno di ferro

Dopo tanto attendere, Tekken 6 arriva nei negozi, per la prima volta multipiattaforma

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   03/11/2009

Versione testata: Xbox 360

Mancava in effetti un nuovo Tekken. In questa generazione che ha visto il ritorno in grande di un esponente-rivale della scuola di picchiaduro in 2D come Street Fighter, ha tardato ad affacciarsi sugli schermi in alta definizione il titolo che, insieme a Virtua Fighter, ha contribuito a definire il genere stesso del picchiaduro a incontri in 3D.

Il re dal pugno di ferro

Caso sintomatico della situazione attuale del mercato, Tekken è stato costretto dai tempi correnti ad un voltafaccia storico, che l'ha portato a diventare da bandiera PlayStation a titolo multipiattaforma, presentandosi dunque per la prima volta sia su PlayStation 3 che su Xbox 360. Con 34 milioni di copie vendute alle spalle, distribuite in 5 capitoli di grande successo, il piacchiaduro Namco si presenta sul palco della next-gen in un periodo di relativa maturità per le piattaforme presenti, dunque presumibilmente forte di una certa conoscenza tecnica sfruttabile sulle console e con un mercato già piuttosto delineato per quanto riguarda il genere di riferimento. Una sfida in qualche modo più dura rispetto a quella riservata alle killer application precoci, che gli sviluppatori hanno saputo cogliere bene, seppure non riuscendo ad arrivare a risultati storici. Quello che ne deriva è una transizione ottimale dello stile Tekken nella nuova generazione: un'attualizzazione ben fatta ma senza particolari spinte innovative degne di nota, perfetta per gli appassionati e piacevole anche per tutti gli altri, grazie al tipico approccio scalabile della serie. D'altra parte, il gioco era già ben definito nella sua versione da sala giochi da cui questa deriva, ulteriormente perfezionata nella versione Bloodline Rebellion. All'insegna della tradizione è anche la storia che fa da background al gioco, che prosegue la mitologia tipica illustrando la lotta tra la G Corporation e l'imponente Mishima Zaibatsu, culminante come al solito nel celebre Torneo per il ruolo di King of the Iron Fist.

New entry

Sono 6 i nuovi personaggi introdotti in questo capitolo, ognuno caratterizzato da uno stile di combattimento particolare. C'è la sensuale e mistica Zafina, l'androgina Leo con desideri di vendetta contro Kazuya, c'è poi Miguel Caballero Rojo, il combattente-latin lover, Lars che è invece il protagonista della Campagna: figlio illegittimo di Heiachi a cui è legato anche per stile di combattimento, si schiera come paladino contro ai Mishima. Alisa è forse la nuova entrata più bizzarra, essendo un letale androide dalle sembianze di ragazzina, mentre Bob è un valido combattente caratterizzato da una certa pancetta, che tuttavia non gli impedisce di combattere al meglio.

Qualcosa di nuovo

Le spinte eversive non hanno smosso (anche giustamente) Tekken 6 dal suo forte legame con le radici della serie, ma è innegabile che Namco abbia quantomeno cercato di proporre qualcosa di nuovo. L'introduzione più evidente è rappresentata dalla modalità Campagna, che di fatto cerca di calare la dinamica tipica del combattimento a incontri di Tekken all'interno di un contesto in stile picchiaduro a scorrimento, con timidi accenni ad elementi RPG: ci troviamo allora a selezionare un combattente e lanciarci con questo all'interno di vari livelli (un po' ingenuamente, qualsiasi personaggio si scelga nelle cutscene comparirà comunque Lars, il protagonista predefinito) zeppi di nemici. Tutto quello che dobbiamo fare è raggiungere la conclusione del percorso, eliminando nugoli di avversari fino allo scontro con i boss di fine livello. Sconfitto questo, vediamo proseguire la storia (sempre la questione "G Corporation contro Mishima Zaibatsu") e otteniamo l'accesso a nuove zone, oltre a guadagnare denaro e punti esperienza necessari per far salire di livello il nostro combattente.

Il re dal pugno di ferro

La Campagna è dunque, sostanzialmente, una versione potenziata della precedente modalità "Tekken Force", ma non riesce a convincere in pieno: il level design è ridotto ai minimi termini, mentre la meccanica tipica degli scontri fallisce posta in questo contesto progressivo, facendo risultare il tutto eccessivamente caotico, complice anche una gestione della telecamera non propriamente accurata. Riesce piuttosto bene nel ruolo di rottura della routine e la possibilità di affrontarla in multiplayer ne aumenta il valore, ma le motivazioni per tornarvici sopra risiedono soprattutto nella possibilità di collezionare accessori ed elementi vari da utilizzare all'interno del complesso editor per modificare l'aspetto dei personaggi o, al limite, nella volontà di vedere come si svolge la storia più che in un effettivo divertimento derivato dal gameplay.

Obiettivi Xbox 360

Tekken 6 ha una distribuzione piuttosto calibrata dei suoi gamerpoints. Gli obiettivi sbloccabili sono 50, per il solito totale di 1000 punti da racimolare, sparsi un po' su tutte le varie modalità di gioco. Molti sono tuttavia quelli distribuiti nel corso della modalità Campagna, legati al conseguimento di richieste precise come la sconfitta di un determinato numero di nemici, la raccolta di un totale di oggetti o quant'altro. Il vero Tekken-maniaco riuscirà sicuramente a portare a termine la sfida, seppure con un po' di tempo.

Buon vecchio Tekken

Il nocciolo della questione rimane sempre il buon vecchio scontro uno contro uno. La dinamica del combattimento è la medesima degli episodi precedenti, con quattro tasti per gli attacchi (due per i calci e due per i pugni) e un'infinità di combinazioni possibili per concatenare combo, sequenze e prese. La tipica opulenza contenutistica della serie torna qui con prepotenza, presentando uno dei roster più vasti mai visti in un gioco di combattimento con 40 combattenti utilizzabili, ciascuno dotato di un grande repertorio di mosse e combo a disposizione e ognuno - bisogna dire - molto ben definito e originale come stile di combattimento.

Il re dal pugno di ferro

La meccanica è ben rodata e sempre efficace, ponendosi come punto d'incontro tra le dinamiche tipiche dei picchiaduro in 2D e la profondità conferita dalla terza dimensione, con scontri veloci e immediati che ben si prestano a divertire i neofiti ma anche ad appassionare progressivamente, con la possibilità di scoprire il gran numero di tecniche a disposizione. Le minime variazioni apportate alla struttura ormai consolidata da 15 anni di storia riguardano l'introduzione della modalità Rage (anche questa d'altra parte un classico nel genere), che aumenta l'intensità dei colpi al calare dell'energia e la possibilità di far aumentare il "grado" dei combattenti vincendo gli incontri, aggiungendo un timido elemento ruolistico nella gestione dei personaggi, peraltro ben rimpinzata dalla presenza del ricco editor. Molti personaggi hanno subito decise modifiche e bilanciamenti diversi rispetto ai capitoli passati, cosa che potrebbe spiazzare i giocatori esperti ma che sicuramente renderà anche più stimolante il ritorno all'azione. Svariate le modalità di gioco messe a disposizione, tra le quali spicca la presenza del multiplayer online, che in un titolo del genere assicura ovviamente una base importante per la longevità, sebbene in alcuni casi si registrino alcune imperfezioni e incertezze nel gioco che rendono l'esperienza di gioco online ancora perfettibile, così come il netcode del gioco. Per il resto abbiamo a disposizione la suddetta Campagna e la classica modalità Arcade, oltre a Battaglia Fantasma (incontri in successione adatti per "livellare" il combattente), Battaglia Vs (contro un altro giocatore), Battaglia a Squadre (ovvero il classico Tag Team con squadre di combattenti), Prova a Tempo, Sopravvivenza (contro un numero infinito di personaggi) e Pratica.

La Videorecensione

Nuova generazione

Diciamo subito che la versione definitiva si discosta in maniera evidente da quella testata in precedenza in sede di anteprima, in particolare per quanto riguarda il comparto grafico. Non di un risultato che fa gridare al miracolo, ma se non altro il pubblicizzato sistema "full-time variable animation" è ora ben visibile e l'effetto finale è più che soddisfacente. In sostanza, si tratta di un effetto in stile motion blur che sfuma la transizione tra un'animazione e l'altra con effetto variabile a seconda dell'intensità e della velocità dei colpi, con il risultato di rendere quanto più naturale e meno robotico possibile il movimento dei personaggi, il tutto unito alla fluidità dei 60 frame al secondo. La modellazione dei personaggi è ancora in svariati casi piuttosto semplice, mentre le animazioni riescono bene a caratterizzare in maniera unica ognuno dei 40 personaggi, che appaiono tutti piuttosto ben definiti nei loro stili di combattimento. Inoltre, i tipici effetti di luce che accompagnano i colpi contribuiscono ad amplificare la sensazione di potenza degli affondi. Poco ispirati e piacevoli invece gli scenari che fanno da sfondo agli scontri, e a poco giova l'introduzione della limitata interazione con questi per risollevare l'impatto generale. La possibilità di colpire e distruggere elementi dello sfondo si limita infatti alla reazione programmata con punti ben definiti degli ambienti che allargano leggermente il campo d'azione (in maniera simile a quanto visto in Dead or Alive) senza però fornire reali variazioni in termini di gameplay. Di gusto tipicamente nipponico è la colonna sonora, che alterna musiche rock con influssi pop di vario genere, nel tipico mistone da arcade di tradizione Namco, oltre alle tipiche voci campionate dei personaggi: tutto di gusto squisitamente classico.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.2
Lettori (384)
8.1
Il tuo voto

Tekken 6 evolve la serie levigando la meccanica del combattimento e presentando una scelta di personaggi estremamente vasta, ponendosi dunque come un acquisto obbligato per i fan storici, sebbene in un primo momento si faccia fatica a trovare degli elementi nuovi rispetto ai capitoli precedenti. Emerge un genuino divertimento negli scontri sia per gli esperti amanti dei tecnicismi che per i neofiti, grazie alla particolare "scalabilità" nell'approccio che contraddistingue la struttura del gioco, ma i caricamenti eccessivamente lunghi e la modalità Campagna sottotono, oltre ad una realizzazione tecnica che non fa gridare al miracolo, vanno annoverati come elementi migliorabili. Tekken si presenta dunque nella next gen in ottima forma, sebbene forse non in quella storicamente migliore.

PRO

  • Grande quantità di contenuti
  • Veloce e divertente come sempre
  • Diverse modalità di gioco

CONTRO

  • Caricamenti lunghi
  • Campagna evitabile
  • Pochi elementi nuovi