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C'è qualcuno la fuori

Dal fantasy alla fantascienza. Blizzard non rinuncia a lasciare la sua firma tra le stelle.

RECENSIONE di Mattia Armani   —   14/01/2010

Torniamo indietro nel tempo fino al 1998. Il genere degli strategici basati sulla raccolta di risorse è già affollato come il bar dello sport quando trasmettono la Coppa Campioni. Per capire la situazione dobbiamo spostarci ancora più indietro e guardare al 1992, quando Dune II ha lanciato una formula che ha plasmato il panorama degli RTS. Materie prime da raccogliere, un albero tecnologico da sviluppare e unità diversificate per le fazioni. Ma Dune II, al contrario di molti titoli successivi, godeva di basi culturali forti, rappresentava una spietata critica alla corsa energetica e poteva già offrire un gameplay particolare, caratterizzato dagli enormi vermi in agguato sotto la sabbia. Inoltre le formule alternative hanno sempre dato risultati dubbi, mai eclatanti nonostante si trattasse di titoli di assoluto pregio come Z o Fields of Glory. Come mantenere quindi una formula estremamente funzionale e già sviluppata con efficacia narrativa unica senza ricadere nella banalità o nell'emulazione?

La sfida

Blizzard ha raccolto la sfida sviluppando Starcraft. Un titolo ovviamente basato sulla raccolta delle risorse ma profondamente differente dai concorrenti e dotato di un impianto narrativo notevole. Partiamo dal single player che osserva le tre fasi di una guerra intergalattica da tre punti di vista differenti. Le tre razze non rappresentano infatti solo tre fazioni ma tre macro capitoli di un'unica storia estremamente complessa il cui motore è alimentato dal gas vespene e da un non ben identificato agglomerato di minerali. La difficoltà è progressiva e scongiura il rischio di trovarsi in un tutorial ogni volta che si passa ad una nuova razza. Inoltre, e questo è il punto chiave di Starcraft, ogni razza è radicalmente differente dalle altre come approccio, colori, forme e soprattutto stile di gioco. Il primo capitolo è dedicato ai Terran, gli umani, che rappresentano la fazione più facile da usare, più simile a fazioni già viste in altri titoli.

C'è qualcuno la fuori

Per sopperire alla mancanza di innovazione la campagna Terran è stata confezionata con un taglio spiccatamente cinematografico. In seconda battuta ci troviamo a dover gestire gli Zerg, alieni nel vero senso della parola, letterario e morfologico. Si tratta infatti di mostri estremamente rapidi, controllati da megacervelli umidicci, che possono mutare in strutture o trasformarsi in creature più potenti in breve tempo. Infine incontriamo i Protoss, figli di una fantascienza metallica, fredda, terribile. Esseri tenuti in vita dall'energia e non da organi, sicuramente meno brutti degli Zerg, almeno dal punto di vista antropomorfo, ma più angoscianti ancora. I Protoss possono costruire edifici solo nell'area di influenza delle centrali energetiche, fattore che ne condiziona radicalmente la modalità di espansione. In un pacchetto unico trovamo quindi tre modi di giocare e decine di unità radicalmente diverse tra loro.

Agonismo stellare

Il multiplayer di Starcraft è rapido. Fortemente basato sull'azione e sulla tempistica. Una delle tattiche più comuni è il rush. Si tratta di un attacco improvviso con tutte le forze disponibili che mira a sorprendere l'avversario per ottenere una vittoria rapida. Starcraft è aperto a una varietà incredibile di tecniche di questo tipo che regalano al titolo un ritmo piuttosto frenetico e incrementano massicciamente il tasso tecnico. Sgradito agli scacchisti dell'RTS è però apprezzatissimo da chi ama un alto tasso di agonismo nel multiplayer. Starcraft si gioca con il cronometro e la faccenda non cambia nelle fasi avanzate della partita. Difendersi passivamente o ritardare l'arrivo di truppe di supporto adeguate può essere fatale in un lasso di tempo decisamente ristretto.

C'è qualcuno la fuori

Inoltre capire cosa pensa l'avversario non è facile attraverso uno schermo, per cui decidere la strategia di attacco è una questione di velocità e fortuna, soprattutto nelle fasi iniziali quando i nostri scout non hanno ancora messo a nudo le tecniche avversarie. Una volta deciso l'attacco interviene l'abilità manuale. Infatti, anche se piazzare le proprie truppe e farle arretrare o avanzare è materia comune per gli RTS, in Starcraft la velocità di spostamento delle truppe e l'immediatezza degli attacchi consentono di sferrare ed evitare colpi quasi come se stessimo giocando ad un picchiaduro. Non è un caso che il limite di unità selezionabili sia 12 e che sia caldamente consigliato utilizzare la tastiera per richiamare rapidamente i diversi gruppi da 12 unità. Avere il controllo diretto di ogni tipo di unità o di squadra consente di padroneggiare tattiche avanzate anche durante attacchi in massa o nelle fasi di gioco più concitate.

Controllo diretto

Gli zerglings possono mordere, aggirare, nascondersi assalire improvvisamente e soprattutto sono pronti in men che non si dica. I marines devono tenersi a distanza, usare gli ostacoli e sfruttare il territorio. Gli zeloti Protoss sono estremamente potenti nel combattimento corpo a corpo ma non possono nascondersi e devono calcolare bene ogni mossa nonostante lo scudo protettivo che li difende. Insomma ogni unità ha le proprie peculiarità che devono essere usate al meglio e questo è possibile solo con il controllo diretto di ogni azione.

C'è qualcuno la fuori

Cliccare semplicemente il pulsante di attacco su un nemico è sconsigliato anche in situazioni di palese vantaggio che possono rapidamente trasformarsi in pessime sorprese. Inoltre stabilire ronde e waypoint o dire ad una unità di tenere la posizione sono gli unici strumenti per gestire le unità indirettamente, visto che in Starcraft non c'è alcuna traccia di routine specifiche da assegnare alle truppe. Probabilmente questa mancanza dipende da una scelta consapevole di Blizzard che ha voluto dare un taglio spiccatamente action al proprio titolo. Una scelta che sicuramente aumenta il bilanciamento e l'importanza dell'abilità del giocatore in multiplayer ma che diventa un'evidente carenza in single player.

In sintesi

Il risultato è una campagna leggendaria, la nascita di un universo complesso e la generazione di nuovi eroi vissuta in prima persona dai giocatori, il tutto condito da una serie di filmati carichi di atmosfera e da dettagli, dialoghi e briefing curati e ricchi di pathos. Forse alcuni modelli non sono proprio belli da vedere ma vengono messi in secondo piano da esplosioni, panorami alieni e dialoghi carichi di pathos all'inverosimile. Si sprecano le citazioni fantascientifiche con riferimenti diretti a Starship Troopers per gli Zerg e per diverse missioni ed altrettanto chiara è l'ispirazione a Warhammer 40000 per la creazione di alcune unità.

C'è qualcuno la fuori

Fondamentale il supporto Battle.net che rende ancora più rapido l'accesso alle partite e supporta la dimensione fortemente agonistica con statistiche, classifiche e punteggi. Esteticamente il campo di battaglia di Starcraft si pone un gradino sopra tutti gli RTS del periodo, e non per strabilianti innovazioni tecnologiche ma grazie alla cura minuziosa con sono state disegnate le animazioni di personaggi, mezzi e luci. A sottolineare il tutto troviamo un doppiaggio straordinario. Voci carismatiche danno vita a marines, alieni e intelligenze artificiali e si integrano perfettamente con l'audio ambientale regalandoci un'atmosfera fantascientifica unica. Superiore persino a quella dell'ormai mitico Dune 2. Un particolare plauso va sicuramente alla campagna Terran. E' davvero facile immedesimarsi con quegli uomini armati di torcia e mitragliatore che cercano invano di illuminare gli angoli più oscuri dell'universo.

L'Editor


Starcraft ha compiuto un balzo in avanti notevole nel campo dei contenuti generati dagli utenti, per quanto alcuni elementi chiave di Battlenet saranno introdotti solo con Warcraft 3. L'editor Blizzard ci da la possibilità di impiegare personaggi che acquisiscono esperienza, di avere abilità stealth e di impostare una grande varietà di obiettivi che vanno al di là della semplice distruzione di nemici. Ma il cuore dell'editor è la possibilità di scrivere dialoghi e generare sequenze di eventi complesse che ci consentono di realizzare vere e proprie campagne single player. Inoltre, per quanto la struttura dell'editor sia fortemente vincolata a quella del gioco, basta un pò di inventiva per cambiare le carte in tavola magari sfruttando proprio le tempistiche serrate di Starcraft e la velocità delle unità. In pochi attimi possiamo disegnare cunicoli contorti dove gli zerglings diventano aliens e la fuga è l'unica opzione, oppure, altrettanto semplicemente, possiamo consentire al giocatore stesso di diventare una creatura letale penetrata all'interno di una base dei marines.

Conclusioni

Multiplayer.it
9.5
Lettori (191)
9.3
Il tuo voto

Un titolo completo che offre una campagna sontuosa, ricca e intrigante. Estremamente classico per quanto riguarda gli obiettivi, assolutamente innovativo nel campo di tattiche e tempistiche. Il multiplayer di Starcraft ha una longevità senza pari nel campo degli strategici e gran parte del merito va non solo al bilanciamento o all'incredibile supporto Battlenet, quanto alla durata delle partite che spesso terminano in pochissimi minuti. Noia scongiurata quindi e nessuna partita eterna interrotta da un errore di connessione. Certo, forse qualche missione Zerg non risulta particolarmente ispirata e qualche opzione in più in single player per il controllo delle truppe non avrebbe fatto male, ma non è certo il caso di farne un dramma. Starcraft domina il multiplayer agonistico da quasi 12 anni, è a tutti gli effetti una pietra miliare ed è ancora pienamente godibile oggi.

PRO

  • Campagna epica
  • Estremamente curato
  • Multiplayer bilanciato

CONTRO

  • Poche opzioni di controllo unità