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Bulli e pupe in salsa retrò

Scott Pilgrim è innamorato di Ramona Flowers! Ma per stare con lei, dovrà prima affrontare i suoi sette malvagi ex fidanzati. Ebbene sì, la vita è dura.

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   16/08/2010

Versione testata: PlayStation 3

A volte è proprio vero che è meglio non chiedere. Parlare di ex fidanzati con la propria ragazza, ad esempio, potrebbe essere controproducente, come splendidamente esemplificato nel film "Clerks". Il problema è che Scott Pilgrim, giovane disoccupato canadese col fuoco nelle vene, non può proprio fare a meno di sapere chi siano i sette ex della ragazza di cui si è innamorato follemente, Ramona Flowers. Il perché è presto detto: sono tutte persone molto, molto pericolose e non hanno alcuna intenzione di lasciarli in pace.

Bulli e pupe in salsa retrò

Il primo nome della lista è Matthew Patel, un esperto di magia oscura, capace persino di evocare demoni volanti; il secondo è Lucas Lee, un famoso skateboarder che usa la tavola anche per picchiare con violenza chi non gli sta a genio; il terzo si chiama Todd Ingram, un chitarrista che controlla l'elettricità e può fulminare i suoi nemici; la quarta (sì, è una lei) ex fidanzata è Roxy Richter, una ninja particolarmente abile con la spada; le posizioni cinque e sei sono occupate dai gemelli Kyle e Ken Katayanagi, che alla bisogna possono mettersi al comando di un robot gigante; il settimo e ultimo ex fidanzato è Gideon Graves, dotato di poteri tanto temibili quanto misteriosi. Nei panni di Scott, dei suoi amici Stills e Kim o della stessa Ramona, dovremo quindi affrontare sette stage (ognuno diviso in due zone) stracarichi di avversari e caratterizzati da un grado di sfida molto impegnativo anche al livello di difficoltà più basso. Le meccaniche di gioco sono quelle tipiche dei picchiaduro a scorrimento, e infatti Scott Pilgrim vs. The World non nasconde in alcun modo i suoi palesi riferimenti a classici come Double Dragon, Final Fight e Streets of Rage, ma anche a Super Mario Land, Street Fighter II, Golden Axe e, in generale, ad alcuni dei videogame più rappresentativi usciti fra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90.

Picchia duro!

Non è comunque la struttura di gioco del nuovo prodotto Ubisoft a farsi notare fin da subito, bensì la sua peculiare realizzazione tecnica. Ogni singolo aspetto di Scott Pilgrim vs. The World, infatti, riprende le atmosfere colorate e vivaci del videogaming di vent'anni fa: dalla grafica bidimensionale fatta di personaggi disegnati e animati alla "vecchia maniera", con scenari dal grado di interazione limitato e pixel grossi come una casa; al sonoro, arricchito da musichette terribilmente orecchiabili che riprendono le melodie delle sigle Ocean riprodotte durante i caricamenti delle cassette del Commodore 64.

Bulli e pupe in salsa retrò

Non bisogna dunque farsi sorprendere dalle fattezze del gioco (tratto da una miniserie a fumetti di successo, che ha portato quest'anno anche alla realizzazione di un film) né dai suoi evidenti limiti: ci troviamo di fronte a un omaggio "duro e puro", senz'altro appassionato, a un modo di fare videogiochi che ormai, purtroppo o per fortuna, non esiste più. È da vedere in quest'ottica la mancanza di checkpoint all'interno degli scenari e la possibilità di continuare la partita unicamente dall'inizio del livello: una soluzione un po' foriera di frustrazione, ma che alla fine dei conti rappresenta uno dei pochi modi che gli sviluppatori avevano per non rendere l'esperienza breve e insignificante come capita per gli arcade in cui è possibile continuare all'infinito e dall'esatto punto in cui si è verificato il game over. Il destino di Scott Pilgrim non è quello di sconfiggere i sette ex fidanzati di Ramona e le centinaia di scagnozzi a loro difesa nel giro di pochi minuti, insomma. La nevosa Toronto (rappresentata da una mappa che richiama quella di Super Mario Land) farà da testimone ai nostri (numerosi!) tentativi di ripulire gli stage, tentativi che soprattutto inizialmente andranno a vuoto per colpa nostra ma altrettanto spesso per i nemici, che hanno sovente degli scatti veloci che permettono loro di "agganciarci" e di colpirci senza che si possa fare nulla per evitarlo. Il sistema di controllo del nostro personaggio prevede un colpo veloce, uno lento, il salto e la parata, ma quest'ultima si rivela inutile nella stragrande maggioranza delle situazioni, perché appunto non è possibile ricorrervi quando più servirebbe (i "cattivi", però, sanno usarla fin troppo bene!). La quantità di danno che gli avversari possono arrecarci, inoltre, in alcuni frangenti risulta davvero esagerata e ci impone quasi di non subire alcun colpo, come se la partita perfetta fosse sempre dietro l'angolo.

Trofei PlayStation 3

Scott Pilgrim vs. The World contiene dodici trofei. Quelli di bronzo possono essere conquistati sconfiggendo i boss di fine livello, mangiando tutti i tipi di cibo disponibili e acquistando tutti gli oggetti. I quattro trofei d'argento risultano più ostici, in quanto implicano l'eliminazione di mille nemici ma anche superare uno stage senza essere colpiti e il completamento del gioco al massimo livello di difficoltà. L'unico trofeo d'oro, infine, si ottiene semplicemente terminando il gioco con Scott.

Level up!

Scott Pilgrim vs. The World è uno splendido omaggio agli anni '90 (e '80, anche se in misura minore), su questo non ci sono dubbi; e si tratta di un gioco difficile, che va affrontato in un certo modo e con un bel po' di pazienza prima che le cose comincino a ingranare. Prendiamo il primo livello, ad esempio: la visuale è sulla strada, come da tradizione per i picchiaduro a scorrimento, mentre nella parte alta dello schermo figurano i vari edifici davanti a cui Scott si trova a passare. Non si tratta sempre di mero fondale, però: alcuni di essi sono accessibili, si tratta di negozi da cui è possibile acquistare (spendendo il denaro lasciato a terra da ogni avversario sconfitto) cibo per recuperare i punti-vita, dischi in grado di aumentare i nostri punti-esperienza, preparati particolari in grado di donarci una vita extra o di potenziare i nostri attacchi, come ad esempio le "braccia bioniche". Queste ultime, insieme ad altri attacchi si rivelano un elemento fondamentale per sopravvivere agli attacchi di nemici sempre più forti e numerosi, ed è buona pratica continuare a potenziare le varie caratteristiche di Scott per riuscire a completare i livelli, magari affrontandoli più volte in maniera da accumulare più soldi da spendere, specie se lo affrontiamo da soli.

Bulli e pupe in salsa retrò

Benché i personaggi siano "livellabili" come negli RPG e a ogni nuovo livello corrispondano nuove e potenti manovre d'attacco, ciò non basta per pareggiare i conti con le forze in campo, che definire soverchianti a un certo punto è dir poco, e quindi da buon vecchio picchiaduro il titolo Ubisoft va affrontato comunque con un minimo di strategia e ripetendo più volte i vari stage. In teoria giocare con degli amici (fino a quattro contemporaneamente) dovrebbe rendere le cose molto più semplici, purtroppo però dobbiamo segnalare la mancanza del multiplayer online, che avrebbe aumentato sicuramente divertimento e longevità del gioco, che si poggia ad ogni modo su alcuni personaggi e mosse sbloccabili dopo aver accumulato un certo numero di soldi piuttosto che portato a termine il titolo con tutti i personaggi. Titolo che, ripetiamo, nelle sue citazioni talvolta è davvero geniale (addirittura nello stage con i gemelli riprende il primo boss fight dell'indimenticabile Mazin Saga per Mega Drive!) e vanta un gameplay che, pur con tutti i suoi limiti e spigoli, si rivela immediato, poi anche profondo e capace di creare dipendenza. Per non parlare delle musiche, che entrano in testa e non vogliono uscirne più...

Conclusioni

Multiplayer.it
8.2
Lettori (50)
8.2
Il tuo voto

Giudicare in modo uniforme Scott Pilgrim vs. The World non è affatto semplice, perché il titolo Ubisoft si presta a interpretazioni diverse a seconda degli occhi di chi lo guarda. Se siete videogiocatori giovani bisogna tener conto che il gameplay del titolo si basa su concetti piuttosto vetusti e propone un livello di sfida che non tutti sono in grado di digerire, questo al di là di una realizzazione tecnica volutamente "retrò" che regala comunque diverse perle e citazioni memorabili. Se invece siete trentenni o giù di li, e avete vissuto il periodo delle sale giochi, degli home computer e delle console a 8 e 16 bit, allora la battaglia appassionata di Scott e dei suoi amici potrebbe coinvolgervi al punto tale da ignorarne alcune mancanze (il multiplayer online su tutte) in favore di tanto divertimento e qualche ora di sane mazzate virtuali, al costo abbordabile di 10 euro.

PRO

  • Un festival di citazioni per nostalgici
  • Grafica e sonoro pregevolissimi
  • Semplice e appassionante...

CONTRO

  • ...ma l'alto livello di sfida potrebbe scoraggiare
  • Manca il multiplayer online
  • Decisamente non per tutti