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C’è chi è ricco di natura o chi ricco poi sarà…

Viva chi come noi vive senza leggi, ma... Ruba l'oro dalle navi, sì! Per darlo a Sua Maestà!

RECENSIONE di Volodia Pellegrini   —   11/08/2011

Il naturale termine di paragone per il poco sfruttato genere piratesco è ovviamente l'ottimo Pirates di Sid Meiers, prodotto al quale l'ultimo parto di Paradox strizza chiaramente l'occhio non solo nell'ambientazione - i Caraibi a cavallo tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo - ma anche nello stile caartonesco della grafica e nell'ironia di fondo che permea l'intera esperienza di gioco.
Alla ricetta originale, Pirates of the Black Cove aggiunge ben presto elementi tendenti verso il fantasy come incontri con le sirene, piovre giganti e pirati non morti. Stranamente non abbiamo ancora trovato uomini pesce, ma la speranza di grattare il barile dei Pirati della Disney è evidente. Tanto che anche i personaggi principali sembrano l'ennesima trasposizione dei caratteri tipici di Jack Sparrow (con fattezze somatiche più simili a Er Monnezza, ma vabè) di Elisabeth Swann (però il modello fisico è la penelope Cruz dell'ultimo episodio) e del caro Will Turner, con un'abbondanza di pomposi governatori, pirati alla Barbossa, nostromi alla Biggs e altri clichè, pappagallo Cotton compreso, tra i comprimari.

C’è chi è ricco di natura o chi ricco poi sarà…

Indipendentemente dalle influenze, più o meno sfioranti il plagio, Pirates of Black Cove si presenta come un gdr di ruolo con elementi di strategia, nel quale il protagonista, da selezionare tra i 3 caratteri citati, sale di livello, accumula oggetti con cui potenziare se stesso e la propria nave, gestisce direttamente l'azione su acqua e i vari membri dell'equipaggio durante le battaglie a terra, sullo stile appunto degli rts più semplici. Il primo impatto col gioco è abbastanza incoraggiante: i Caraibi si presentano in tutta la loro grandiosità, dalle coste del Messico fino a Cuba passando per le miriadi di isolette che costellano il Golfo e con i soliti nomi di porti (Port au Prince, Tortuga, Port Royal) che torneranno subito familiari agli appassionati del già richiamato Pirates. La grafica si mostra di primo impatto abbastanza piacevoli, con modelli delle navi volutamente opulenti e pacchiani, vagamente simili a quelli visti nella saga Warcraft e molto meno realistici di quelli, pur parodistici, presenti in Pirates, ma sicuramente piacevoli e curiosi da vedersi. Stessa cosa per le cittadine, ritratte con uno stile molto vicino a quello dei villaggi di Asterix (abitanti compresi) e per i numerosi animali marini che fanno capolino tra le onde, in un quadro generalmente soddisfacente ma minato da una inspiegabile pesantezza di base, che ha portato il gioco a numerosi scatti nella nostra configurazione di prova, nonostante, simpatia a parte, gli effetti grafici tendano ad essere veramente pochi.

Non siete mai stato a Singapore!

I primi minuti scivolano via veloci, si ride alle battutine, si affronta il primo scontro navale - grande pecca, l'assenza totale degli arrembaggi - e a poco a poco ci si rende conto di come, procedendo di missione in missione, la difficoltà rimanga sempre allo stesso, desolatamente basso livello. Ci si accorge anche che in qualsiasi momento la nostra nave avrà la stessa velocità, perché assente una qualsivoglia barra indicante la direzione del vento. E che urtare contro gli scogli o le rive non reca alcun danno allo scafo. E che i colpi del cannone di bordo fanno il doppio dei danni di quelli degli avversari, tanto che già dalla prima nave a 24 cannoni si potranno affrontare e sconfiggere fregate a 36 cannoni. Oppure che in meno di tre ore di gioco si potrà già avere una nave di linea a 70 cannoni e che le navi non hanno alcuna differenziazione tra danni alle vele o allo scafo. Si arriva al punto che una nave danneggiata sarà sempre in grado di manovrare come quando intatta, fino al momento dell'affondamento.

C’è chi è ricco di natura o chi ricco poi sarà…

Aggiungiamo che, nonostante il mondo aperto, le missioni sono piuttosto lineari (vai al covo pirata, prendi l'ordine uccidi/conquista/sconfiggi il nemico di turno, torna al covo a prendere la ricompensa), che nemmeno i pochi boss saranno in grado di fermarci e che durante le nostre peregrinazioni potremo affondare qualsiasi nave si incroci, senza che si trovino mai vascelli militari a darci la caccia o che eventuali altri natanti alleati delle nostre vittime intervengano a difesa dei loro connazionali. Tra l'altro nelle rare occasioni in cui si subiranno danni basterà la pressione di un tasto per riparare magicamente la nave in un istante, a patto di avere delle scatole di attrezzi a bordo (vengono rilasciate regolarmente dalle navi abbattute).

C’è chi è ricco di natura o chi ricco poi sarà…

Le battaglie terrestri non fanno eccezione: per la maggior parte si tratta di scontri o con le milizie o con i pirati. Sono teoricamente presenti diverse classi di pirati e difensori, e di versioni potenziate delle classi stesse, ma il numero di nemici è spesso così basso che anche solo mandando le truppe avanti scompostamente si ottiene la vittoria più completa sulle poche ed inefficaci milizie. Per non parlare della possibilità di curare l'intera squadra in un colpo facendo ingurgitare al protagonista una bottiglia di grog e di una IA nemica che più che far ritirare gli uomini gravemente feriti non fa, quando potrebbe come minimo mandarne altri come rinforzo. Perfino le tante chicche sparse qua e là - come la possibilità di creare pozioni portando al chimico i giusti ingredienti rinvenibili nelle missioni a terra, o quella di potenziare la nave con proiettili più precisi, fasciame più solido e armi più o meno fantastiche - sembrano essere state inserite, oltre che per aumentare la verve ironica del titolo, per ridurre ulteriormente le difficoltà, dando un ulteriore asso nella manica al giocatore le rarissime volte in cui dovesse trovarsi in difficoltà.

Conclusioni

Multiplayer.it
5.0
Lettori (11)
5.6
Il tuo voto

E' difficile pensare di poter assegnare un voto vicino alla sufficienza ad un prodotto chiaramente pensato per il giocatore casuale, che manca di qualsivoglia elemento di difficoltà, ma anche di caratterizzazione, e che si rivela ripetitivo perfino nelle due o tre musichette di accompagnamento ripetute all'infinito. Divertente e ironico, ma sempre allo stesso modo, per i primi istanti di gioco, alla lunga Pirates of Black Cove si rivela presto in tutta la sua incompletezza.

PRO

  • Può divertire i primi minuti
  • Aspetto grafico generalmente piacevole...

CONTRO

  • ...ma non esente da diverse mancanze e grossi bug
  • Troppo semplice, in tutto
  • Missioni e situazioni terribilmente lineari
  • Ambientazione e personaggi sfiorano il plagio

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • OS: WindowsWindows 7
  • Processore: Quad Core 2600
  • Memoria: 4 GB RAM
  • Scheda Video: Nvidia GeForce 9800GT

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: Windows XP/Vista/7
  • Processore: 2.0 GHz Core Duo o equivalente
  • Memoria: 2GB RAM
  • Hard Disk: 4 GB hard disk space
  • Scheda Video: GeForce 8600 o equivalente