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Alle origini del mito

Il Professor Layton si fa in quattro anche in Europa, dove torna con un'avventura convincente ma lascia l'amaro in bocca per un'assenza ingiustificata

RECENSIONE di Umberto Moioli   —   05/12/2011

Come si comporterebbe un vero gentleman? L'interrogativo, rivisto e corretto in mille salse differenti, è quello classico posto da Layton all'aiutante Luke. La risposta varia a seconda della situazione in cui il duo investigativo si trova a indagare: di certo l'integerrimo professor Hershel Layton non apprezzerebbe un'offerta tagliata, ridotta solo in Europa di un importante extra che i giocatori del Vecchio Continente, e solo loro, non possono usufruire.

Alle origini del mito

Questo purtroppo è quanto accaduto con Il Richiamo dello Spettro, quarto episodio della fortunatissima serie che oltre alla solita, azzeccata avventura tutta puzzle e personaggi sui generis, avrebbe dovuto contenere London Life. La piccola gemma sviluppata da Brownie Brown che avrebbe aggiunto parecchia longevità mescolando lo charme della serie a meccaniche ruolistiche e simulative del tutto nuove. Un peccato perché si sarebbe trattato di un extra molto gradito, un modo per estendere la vita della cartuccia oltre il solito monte di ore garantite da un'esperienza robusta ma che non ci sarebbe spiaciuto veder rinnovata in alcune sue meccaniche.

Dove tutto è iniziato

Il Professor Layton e il Richiamo dello Spettro non è un quarto capitolo qualsiasi: rappresenta infatti l'inizio di una seconda trilogia, temporalmente ambientata prima de Il Paese dei Misteri. Un po' come i primi tre episodi di Star Wars, solo senza il fallimentare spreco di quanto fatto in precedenza. Un nuovo inizio che affianca il giocatore a un Layton di pochi anni più giovane ma non meno abile, al punto che a lui il vecchio amico Clark Triton chiede di viaggiare fino al paesino di Misthallery.

Alle origini del mito

Qui dovrà indagare sull'antica leggenda di uno spettro gigante che, guidato da un flauto magico, avrebbe avuto il compito di difendere la città. E che ovviamente pare essere riemerso da leggende quasi dimenticate per fare l'esatto opposto di quanto raccontato. Entro la prima ora di gioco si viene affiancati da Emmy Altava, assistente di Layton incontrata sin dal filmato introduttivo, e poi da Luke, di cui faremo conoscenza per la prima volta scoprendolo ben più sfaccettato e interessante che in precedenza. Il cast di personaggi è ottimo, con i due comprimari caratterizzati bene e il loro rapporto con il protagonista in evoluzione durante tutta l'avventura. Per quanto venga lasciato molto margine di manovra per gli episodi che verranno. Misthallery stessa e tutti i suoi abitanti creano un complesso molto vario che, pur senza dover ricorrere a trovate come il treno di Lo Scrigno di Pandora o i viaggi nel tempo di Il Futuro Perduto, tiene incollati allo schermo e rende piacevole ogni dialogo. Il cast è forse quello meglio riuscito dell'intera serie, nonostante il livello sia sempre stato piuttosto alto e qui si mantenga complessivamente in media, e anche il ritmo degli accadimenti non fa l'errore di rallentare concedendosi tempi morti eccessivi, al punto che è stato anche escogitato una sorta di sistema di trasporto rapido lungo i canali di Misthallery per velocizzare le operazioni di spostamento.

Qualcosa è cambiato?

Squadra che vince non si cambia, verissimo. C'è da dire, però, che approfittando di questo secondo inizio della serie Level-5 avrebbe potuto arricchire il gameplay con alcune novità, iniettando nuova linfa in una formula che anche così funziona a dovere ma si sarebbe potuta rinnovare di più.

Alle origini del mito

Il Professor Layton e il Richiamo dello Spettro chiede invece di utilizzare il pennino per esplorare gli ambienti e interagire con i personaggi allo stesso modo di sempre, alternando il dipanarsi della trama con la risoluzione dei 170 enigmi sviluppati ancora una volta in collaborazione con Akira Tago. Indovinelli e puzzle hanno acquisito una varietà leggermente superiore, dando seguito a un processo di miglioramento che non si è mai fermato. Dato credito di questo agli sviluppatori, bisogna però anche dire che alcune tipologie di giochi iniziano a sapere un po' troppo di già visto per i veterani della serie, i quali anziché un lieve innalzamento della difficoltà avrebbero forse preferito qualche spunto originale in più. Ma forse è solo una questione di gusti e punti di vista. Ci sono i Picarata, le monete per gli aiuti e la solita interfaccia di sempre. Non mancano neppure gli usuali tre mini game: un trenino da guidare da un punto all'altro di una mappa piena di ostacoli e con un certo quantitativo di carburante a disposizione, un acquario da svuotare delle monete contenute al suo interno e poi delle marionette da aiutare nell'orchestrare il loro spettacolo. Interessanti ma non indimenticabili. Niente da dire dal punto di vista tecnico: i filmati sono sempre eccellenti ma lo stesso vale per le schermate statistiche, il design dei personaggi e l'atmosfera un po' più dark che in passato. C'è tutto l'occorrente per ricreare le splendide atmosfere da sempre punto forte delle produzioni di Level 5.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.5
Lettori (106)
9.0
Il tuo voto

Se vi sono piaciute le uscite precedenti, vi piacerà anche Il Professor Layton e il Richiamo dello Spettro. Viceversa potete lasciare tranquillamente perdere. Sarà banale ma è così: l'ultimo arrivo in occidente firmato Level 5 è forse il più solido della serie da un punto di vista narrativo e quello dotata di maggior varietà, anche se approfittando del nuovo inizio si sarebbe potuto aggiungere qualche inedito spunto al gameplay rodato di sempre. Resta un acquisto consigliato, nonostante l'imperdonabile assenza di London Life.

PRO

  • Produzione sempre molto curata
  • Bella storia e cast di personaggi
  • 170 enigmi

CONTRO

  • Solo in Europa, manca l'extra London Life
  • Gameplay pressoché privo di novità ancora al quarto appuntamento